Ed ecco apparire i camerieri con grandi vassoi recanti il «servovolatine di prateria» consistente in un impasto discretamente diabolico dove fette di barbabietola e fette di arancio facevano comunella insieme alleate da olio ed aceto e pizzichi di sale. Molti dei pranzanti avevano già, a questo punto, il loro apparato digerente in condizioni non del tutto normali, cosicché non si possono rimproverare se non seppero reprimere un istintivo gesto di terrore allorché apparve la guantiera sorreggente la «cibarie conclusiva». Cibarie che si gloriava d'un nome oltremodo dinamico: «Elettricità atmosferiche candite». Queste care ed indimenticabili «elettricità» avevano la forma di coloritissime saponette di finto marmo, contenenti nel loro interno una pasta dolciastra formata con ingredienti che solo sarebbe possibile precisare con una paziente analisi chimica. Dobbiamo dire, per scrupolo di cronisti, che solo una minima parte dei banchettanti osò recare queste saponette alla bocca: di coloro che osarono non si conoscono sventuratamente i nomi. Diciamo sventuratamente perchè un simile manipolo di eroi meriterebbe di vedersi, per lo meno, eternato in una lapide di bronzo.
La cucina futurista
barbabietola e fette di arancio facevano comunella insieme alleate da olio ed aceto e pizzichi di sale. Molti dei pranzanti avevano già, a questo
Gli sia invece servito un pranzo di puri elementi gastronomici: una zuppiera di buona salsa di pomodoro, una grande polenta gialla, un mucchio d'insalata, verde non condita e fuori piatto, una fondina piena d'olio d'oliva, una fondina piena di aceto forte, una fondina piena di miele, un grosso mazzo di ravanelli rossi, un mucchio di rose bianche con relativi gambi spinosi.
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'insalata, verde non condita e fuori piatto, una fondina piena d'olio d'oliva, una fondina piena di aceto forte, una fondina piena di miele, un grosso
Poi, silenzio di un minuto. Poi, due minuti di ceci nell'olio e aceto. Poi, sette capperi. Poi, venticinque ciliege allo spirito. Poi, dodici patatine fritte. Poi, un silenzio di un quarto d'ora durante il quale le bocche continuino a masticare il vuoto. Poi, un sorso di vino Barolo tenuto in bocca un minuto. Poi, una quaglia arrostita per ciascuno dei convitati da guardarsi e annusare intensamente senza mangiare. Poi, quattro lunghe strette di mano alla contadina-cuoca e via tutti nel buio vento pioggia del bosco. Formula dell'aeropoeta futurista MARINETTI
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Poi, silenzio di un minuto. Poi, due minuti di ceci nell'olio e aceto. Poi, sette capperi. Poi, venticinque ciliege allo spirito. Poi, dodici
1) «Gli antropofagi s'inscrivono a Ginevra»: un piatto di varie carni crude da tagliarsi a volontà e condirsi intingendone i pezzi nelle piccole scodelle offerte di olio, aceto, miele, pepe rosso, zenzero, zucchero, burro, risotto allo zafferano, vecchio barolo.
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scodelle offerte di olio, aceto, miele, pepe rosso, zenzero, zucchero, burro, risotto allo zafferano, vecchio barolo.
La suocera si sventola addosso febbrilmente complimenti, consigli, occhiate pietose e sguardi di falsa gioia. La vergine è già nelle braccia degli angeli. Lo sposo, ben pettinato, è sott'olio. I cugini, sotto aceto. Le amiche della sposa, tutte spazzole, pettini e spilli d'invidia.
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angeli. Lo sposo, ben pettinato, è sott'olio. I cugini, sotto aceto. Le amiche della sposa, tutte spazzole, pettini e spilli d'invidia.
4) «Vivanda-ritratto dei nemici»: sette cubi di torrone di Cremona, ognuno con sopra un piccolo pozzo di aceto e su una parete appeso un grosso campanello. Formula dell'aeropoeta futurista MARINETTI
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4) «Vivanda-ritratto dei nemici»: sette cubi di torrone di Cremona, ognuno con sopra un piccolo pozzo di aceto e su una parete appeso un grosso
Fatto ciò prendi il latte nuovamente (il latte delle aringhe si capisce!) per disfarlo nell'olio a cui si unisce qualche goccia di aceto e finalmente stendi quel latte tenero e piccante sopra le aringhe che tritasti già e l'antipasto fine e stuzzicante ogni umano appetito sveglierà.
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Fatto ciò prendi il latte nuovamente (il latte delle aringhe si capisce!) per disfarlo nell'olio a cui si unisce qualche goccia di aceto e finalmente
Avutele, puliscile a puntino, poi togli loro il latte che porrai ad attender gli eventi in un piattino, indi le aringhe a bagno metterai quattro o cinque ore dentro l'acqua pura e quando persa avran la salatura stendile sul tagliere che le aspetta con un po' di cipolla e un uovo sodo, poscia con l'ondeggiar della lunetta trita il tutto finissimo e fa' in modo che la pasta sia morbida e perfetta ed alla fine come condimento versa l'olio e l'aceto a piacimento.
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'ondeggiar della lunetta trita il tutto finissimo e fa' in modo che la pasta sia morbida e perfetta ed alla fine come condimento versa l'olio e l'aceto
Ortocubo (formula del critico d'arte futurista P. A. Saladin). 1) cubetti di sedano di Verona fritti e cosparsi di paprica; 2) cubetti di carote fritti e cosparsi di rafano grattugiato; 3) piselli lessati; 4) cipollini d'Ivrea all' aceto cosparsi di prezzemolo tritato; 5) barrette di fontina. N. B. I cubetti non devono superare 1 cm3.
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fritti e cosparsi di rafano grattugiato; 3) piselli lessati; 4) cipollini d'Ivrea all' aceto cosparsi di prezzemolo tritato; 5) barrette di fontina. N. B
Si svuota un arancio a forma di canestrino nel quale si dispongono qualità differenti di salame, del burro, dei funghi sotto aceto, dell'acciuga e dei peperoncini verdi. Il canestrino profuma i diversi elementi di arancio.
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Si svuota un arancio a forma di canestrino nel quale si dispongono qualità differenti di salame, del burro, dei funghi sotto aceto, dell'acciuga e
Risotto in bianco con salsa luminosa: la salsa si compone di sugo d'ossa di vitello brasate al marsala e un po' di rhum, scorza d'arancio tagliata in filettini sottili, bolliti con l'odore d'aceto. Aggiungere succo d'aranci. Profumare con «salsa nazionale», che si trova in commercio.
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filettini sottili, bolliti con l'odore d'aceto. Aggiungere succo d'aranci. Profumare con «salsa nazionale», che si trova in commercio.
Dattero poco maturo ripieno di mascarpone impastato con liquore Aurum (Pescara). Il dattero così confezionato viene avvolto in sottili fette di prosciutto crudo e poi in foglia di lattuga. Il tutto infilato in uno stecchino sul quale si infilerà pure un piccolo peperoncino rosso sotto aceto ripieno di formaggio parmigiano a pezzetti.
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prosciutto crudo e poi in foglia di lattuga. Il tutto infilato in uno stecchino sul quale si infilerà pure un piccolo peperoncino rosso sotto aceto ripieno
Sopra una larga fetta di prosciutto mettere salame crudo, cetrioli, olive, tonno, funghi sott'aceto, carciofini. Unire le due estremità del prosciutto e tenerlo chiuso con filetti di acciughe, fetta di ananas e burro.
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Sopra una larga fetta di prosciutto mettere salame crudo, cetrioli, olive, tonno, funghi sott'aceto, carciofini. Unire le due estremità del
11. Una dotazione di strumenti scientifici in cucina: ozonizzatori che diano il profumo dell' ozono a liquidi e a vivande, lampade per emissione di raggi ultravioletti (poiché molte sostanze alimentari irradiate con raggi ultravioletti acquistano proprietà attive, diventano più assimilabili, impediscono il rachitismo nei bimbi, ecc.) elettrolizzatori per scomporre succhi estratti ecc. in modo da ottenere da un prodotto noto un nuovo prodotto con nuove proprietà, mulini colloidali per rendere possibile la polverizzazione di farine, frutta secca, droghe, ecc.; apparecchi di distillazione a pressione ordinaria e nel vuoto, autoclavi centrifughe, dializzatori. L'uso di questi apparecchi dovrà essere scientifico, evitando p. es. l'errore di far cuocere le vivande in pentole a pressione di vapore, il che provoca la distruzione di sostanze attive (vitamine, ecc.) a causa delle alte temperature. Gli indicatori chimici renderanno conto dell'acidità e della bosicità degli intingoli e serviranno a correggere eventuali errori: manca di sale, troppo aceto, troppo pepe, troppo dolce. F. T. MARINETTI
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, troppo aceto, troppo pepe, troppo dolce. F. T. MARINETTI
Speaker ufficiale, ossia l'annunciatore e l'illustratore di ogni singola portata, era e non poteva non esserlo, il pittore Fillìa. Quattordici le portate, abbiamo detto. Eccole. Prima: Antipasto intuitivo. Non è difficile intendere come si tratti, in un certo senso, di una sorpresa e, in certo altro senso, di una preparazione alle portate seguenti. Non bisogna, a questo punto, dimenticare che l'invenzione di complessi plastici saporiti, la cui armonia originale di forma e colore nutre gli occhi ed eccita la fantasia prima di tentare le labbra, sia una norma fondamentale per un pranzo perfetto. Sceglieremo, quindi, una grossa arancia, ed attraverso un foro, la libereremo della sua polpa: l'ischeletrito involucro noi tratteremo in modo da ottenere la figurazione di un piccolo canestro, con il manico e la tondeggiante cavità. Qui porremo una fettina di prosciutto infilato in un pezzetto di grissino, un carciofino all'olio, un peperoncino sotto aceto. Nel grembo di questi ultimi sarà lecito di infilare un bigliettino rotolato, sul quale sarà stata precedentemente vergata una massima futurista, oppure l'elogio di un convitato. Sarà facile scoprire la sorpresa poiché è comminata «l'abolizione della forchetta e del coltello per i complessi plastici che possono dare un piacere tattile prelabiale.» In totale, una cosa finissima.
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grissino, un carciofino all'olio, un peperoncino sotto aceto. Nel grembo di questi ultimi sarà lecito di infilare un bigliettino rotolato, sul quale