In un altro campo, è degno di nota anche l'articolo del Dott. Alamanno Guercini, RedattoreCapo del «Giornale Vinicolo Italiano» (che si occupò intelligentemente, in molti scritti, della cucina futurista) il quale affronta il problema dell'arredamento dei locali in cui si consumano vini e bevande italiane. Ecco i punti più significativi del suo articolo:
La cucina futurista
In un altro campo, è degno di nota anche l'articolo del Dott. Alamanno Guercini, RedattoreCapo del «Giornale Vinicolo Italiano» (che si occupò
A Parigi, alla Mostra Coloniale, numerosi padiglioni di vino, birra, liquori, ristoranti, specialità, ecc., erano in stile razionale. E il più moderno e il più animato era il ristorante italiano ideato dagli architetti futuristi Fiorini e Prampolini.
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moderno e il più animato era il ristorante italiano ideato dagli architetti futuristi Fiorini e Prampolini.
E se i futuristi italiani si occuperanno con feconda e pratica operosità, della propaganda e valorizzazione del vino italiano, faranno cosa utile e buona.
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E se i futuristi italiani si occuperanno con feconda e pratica operosità, della propaganda e valorizzazione del vino italiano, faranno cosa utile e
All'Esposizione Coloniale di Parigi l'architetto futurista Fiorini realizzò un audace padiglione dove ebbe sede il Ristorante italiano. L'interno del Padiglione, ampio salone capace di oltre 100 tavoli, era stato genialmente decorato con 8 enormi pannelli del pittore futurista Enrico Prampolini: questi pannelli, per generale riconoscimento, rappresentano quanto di più moderno, di più lirico e di più inventivo si possa realizzare in tema «coloniale». Davano all'ambiente una atmosfera simultaneamente africana e meccanica che rendeva splendidamente la volontà di interpretare i motivi coloniali secondo una sensibilità moderna e futurista.
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All'Esposizione Coloniale di Parigi l'architetto futurista Fiorini realizzò un audace padiglione dove ebbe sede il Ristorante italiano. L'interno del
L'italiano della nostra epoca veloce non può che essere sensibile a tale argomento. Il cameriere gli servirà allora questa «Vivanda Svecchiatrice»: riso bollito, poi fritto nel burro, compresso in piccole sfere crude di lattuga spruzzata di grappa e servito sopra una poltiglia di pomodori freschi e patate lesse. Formula dell'aeropittore futurista FILLÌA
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L'italiano della nostra epoca veloce non può che essere sensibile a tale argomento. Il cameriere gli servirà allora questa «Vivanda Svecchiatrice
Fin dall'inizio del Movimento Futurista Italiano, cioè 23 anni fa (Febbraio 1909) l'importanza dell'alimentazione sulle capacita creatrici, fecondatrici, aggressive delle razze, agitò i maggiori futuristi. Se ne discuteva spesso tra Marinetti, Boccioni, Sant'Elia, Bussolo, Balla. Vi furono in Italia e in Francia alcuni tentativi di rinnovamento cucinario. Subitamente il 15 Novembre 1930, l'urgenza di una soluzione s'impose:
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Fin dall'inizio del Movimento Futurista Italiano, cioè 23 anni fa (Febbraio 1909) l'importanza dell'alimentazione sulle capacita creatrici
- «vi annuncio il prossimo lanciamento della cucina futurista per il rinnovamento totale del sistema alimentare italiano, da rendere al più presto adatto alle necessità dei nuovi sforzi eroici e dinamici imposti alla razza. La cucina futurista sarà liberata dalla vecchia ossessione del volume e del peso e avrà, per uno dei suoi principi, l'abolizione della pastasciutta. La pastasciutta, per quanto gradita al palato, è una vivanda passatista perchè appesantisce, abbruttisce, illude sulla sua capacità nutritiva, rende scettici, lenti, pessimisti. È d'altra parte patriottico favorire in sostituzione il riso».
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- «vi annuncio il prossimo lanciamento della cucina futurista per il rinnovamento totale del sistema alimentare italiano, da rendere al più presto
«Il Futurismo italiano, padre di numerosi futurismi e avanguardisti esteri, non rimane prigioniero delle vittorie mondiali ottenute «in venti anni di grandi battaglie artistiche politiche spesso consacrate col sangue » come le chiamò Benito Mussolini. Il Futurismo italiano affronta ancora l'impopolarità con un programma di rinnovamento totale della cucina.
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«Il Futurismo italiano, padre di numerosi futurismi e avanguardisti esteri, non rimane prigioniero delle vittorie mondiali ottenute «in venti anni di
Il Futurismo è stato definito dai filosofi «misticismo dell'azione», da Benedetto Croce «antistoricismo», da Graça Aranha «liberazione dal terrore estetico», da noi «orgoglio italiano novatore», formula di «arte-vita originale», «religione della velocità», «massimo sforzo dell'umanità verso la sintesi», «igiene spirituale», «metodo d'immancabile creazione», «splendore geometrico veloce», « estetica della macchina».
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estetico», da noi «orgoglio italiano novatore», formula di «arte-vita originale», «religione della velocità», «massimo sforzo dell'umanità verso la
«Saluto Marinetti, poeta italiano e gli do tutta la mia solidarietà, poiché la sua attività letteraria, sociale e patriottica mi ha spinto ad ammirarlo e amarlo non come un collega, ma come un fratello maggiore». MINULESCU. (Il poeta romeno Minulescu al Banchetto di Bucarest).
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«Saluto Marinetti, poeta italiano e gli do tutta la mia solidarietà, poiché la sua attività letteraria, sociale e patriottica mi ha spinto ad
Noi futuristi sentiamo che per il maschio la voluttà dell'amare è scavatrice abissale dall'alto al basso, mentre per la femmina è orizzontale a ventaglio. La voluttà del palato è invece per il maschio e per la femmina sempre ascensionale dal basso all'alto del corpo umano. Sentiamo inoltre la necessità di impedire che l'Italiano diventi cubico massiccio impiombato da una compattezza opaca e cieca. Si armonizzi invece sempre più coll'italiana, snella trasparenza spiralica di passione, tenerezza, luce, volontà, slancio, tenacia eroica. Prepariamo una agilità di corpi italiani adatti ai leggerissimi treni di alluminio che sostituiranno gli attuali pesanti di ferro legno acciaio.
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necessità di impedire che l'Italiano diventi cubico massiccio impiombato da una compattezza opaca e cieca. Si armonizzi invece sempre più coll'italiana
La pastasciutta, nutritivamente inferiore del 40 % alla carne, al pesce, ai legumi, lega coi suoi grovigli gli italiani di oggi ai lenti telai di Penelope e ai sonnolenti velieri, in cerca di vento. Perchè opporre ancora il suo blocco pesante all'immensa rete di onde corte lunghe che il genio italiano ha lanciato sopra oceani e continenti, e ai paesaggi di colore forma rumore che la radiotelevisione fa navigare intorno alla terra? I difensori della pastasciutta ne portano la palla o il rudero nello stomaco, come ergastolani o archeologi. Ricordatevi poi che l'abolizione della pastasciutta libererà l'Italia dal costoso grano straniero e favorirà l'industria italiana del riso.
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italiano ha lanciato sopra oceani e continenti, e ai paesaggi di colore forma rumore che la radiotelevisione fa navigare intorno alla terra? I difensori
AI momento di servirlo si posano sopra alle trancie dei filetti di acciuga intrecciati a dama. Su ogni trancia una rotellina di limone con capperi. La salsa sarà composta di acciughe, tuorli d'uova sode, basilico, olio d'oliva, un bicchierino di liquore italiano Aurum, e passata al setaccio. (Formula di Bulgheroni, primo cuoco della Penna d'Oca).
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. La salsa sarà composta di acciughe, tuorli d'uova sode, basilico, olio d'oliva, un bicchierino di liquore italiano Aurum, e passata al setaccio
Insomma tu hai capito perfettamente, mio caro Marinetti, il pericolo e il disdoro di questo mito dei maccheroni: macaroni che ci han fruttato, al di là dell'Alpi, qualche metafora indecorosa. Si diceva, un tempo, che gli spaghetti noi li mangiassimo con le mani: e forse il senso della maldicenza era che non potessero, da una siffatta golosità, andare disgiunte sciatteria e sudiciume. Poi ci concessero le forchette, forse per avere il diritto di dire a Ginevra che anche gli Italiani vanno armati fino ai denti: ma gli spaghetti non furono tolti dal nostro quadro folkloristico. Si sa oggi in tutta Europa quante porzioni ne mangi Primo Carnera, come nel 1894 si sapeva quante ne divorasse Francesco Crispi. L'italiano delle allegorie ha pur sempre l'avida bocca spalancata su un piatto di tagliatelle, quando non sia di vermicelli colanti sugo lungo le bramose canne. Ed è un'immagine offensiva: buffa, deforme, brutta. Vorrebbe insegnare la vanità di quel nostro appetito, insieme alla sua irruenza bestiale. In fondo, la pasta asciutta non nutre. Riempie: non risangua. La sua sostanza è minima in confronto al suo volume. Ma è appunto, vorrebbero dire le allegorie maligne, un vero cibo italiano. La nostra pasta asciutta è come la nostra retorica, che basta solo a riempirci la bocca. Il suo gusto sta tutto in quell'assalto a mascelle protese, in quel voluttuoso impippiarsene, in quell'aderenza totale della pasta al palato e alle viscere, in quel sentirsi tutt'uno con lei, appallottolati e rifusi. Ma è un gusto porcino. Ma è un gaudio da poco. Inghiottiti che siano, gli spaghetti infestano e pesano. E ci sentiamo, subito, impiombati come monete false. Qualche cosa ci trattiene, giù, come un ceppo. Non abbiamo più nè la sillaba facile nè l'immagine pronta. I pensieri sfilano l'uno dentro l'altro, si confondono, s'imbrogliano come i vermicelli assorbiti. Le parole s'appallottolano allo stesso modo. Il poco sugo che portano alle labbra è del sugo di pomodoro. Guai ad aver vicino, in quel momento, un interlocutore o una amante. Il madrigale è insulso, il frizzo è cretino, l'argomentazione è impossibile, interrotta com'è dai sussulti delle budella. Si sa che i peccati di gola sono i più rapidamente puniti dal Signore Iddio. Quello della pasta asciutta viene espiato all'istante. È la pancia che si gonfia a spese se del cervello. È l'incatenamento, o l'esilio, di tutti gli spiriti, concettosi od amorosi. Provatevi dunque, dopo una strippata di tagliatelle, a partire per una polemica. Oppure per Citera. Vi giuro che resterete fermi alla prima tappa, quando pure non sarete stronchi dalla partenza. Quanto paradiso perduto, per un attimo d'obliosa animalità! MARCO RAMPERTI
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tutta Europa quante porzioni ne mangi Primo Carnera, come nel 1894 si sapeva quante ne divorasse Francesco Crispi. L'italiano delle allegorie ha pur
«Ma la lotta contro la pasta asciutta non basta. È necessario abbattere altri idoli, sgominare errate tradizioni: affermare che il pane bianco, per esempio, greve ed insipido è un alimento inutile che forma nello stomaco un blocco indigeribile e va sostituito con quello integrale profumato e sostanzioso; che il riso è un alimento prezioso, ma a patto che non venga privato con la brillatura delle sue sostanze fitiniche; che le verdure contengono veri tesori per l'organismo umano (ferro, fosforo, vitamine, globuline, sali di calcio, di potassio, di magnesio, ecc.) purché con le assurde cotture tali tesori non vengano stupidamente distrutti e che, infine, la teoria delle calorie e della necessità di una grande quantità di albumine animali e di grassi ha fatto il suo tempo ed è ormai dimostrato che una piccola quantità di cibo ben combinato secondo la razionale conoscenza dei bisogni del nostro organismo dà assai più forza ed energia dei piatti di maccheroni, di carne e di uova che consumano coloro che vogliono ben sostenersi. Ogni popolo deve avere la sua alimentazione e quella del popolo italiano deve esser basata sui prodotti di questa terra calda, irrequieta, vulcanica; deve esser perciò composta per tre quarti dei meravigliosi prodotti vegetali che ci sono invidiati da tutto il mondo e per un quarto appena di prodotti animali. Questi devono essere usati con grande parsimonia specie dai lavoratori intellettuali, mentre il soldato, il lavoratore manuale e, in genere, chi svolge una grande attività fisica può farne maggior consumo. (Il contrario di quel che succede comunemente). È bene si sappia che una carota cruda finemente tritata con olio e limone, un piatto di cipolle o di olive o queste cose combinate, insieme con un po' di noci e un pezzo di pan nero sono per la stufa umana un combustibile assai più idoneo e redditizio dei famigerati maccheroni al ragù o dei tagliatelli alla bolognese o delle bistecche alla Bismarck. D'altra parte con le cose più semplici, sane, sostanziose si possono creare piatti che danno agli occhi, al palato, alla fantasia sensazioni ben più intense delle vivande che oggi fanno bella mostra sulle migliori tavole.
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popolo deve avere la sua alimentazione e quella del popolo italiano deve esser basata sui prodotti di questa terra calda, irrequieta, vulcanica; deve esser
Ferdinando Collai, Capo dell'Ufficio Stampa di Bologna, polemizza con «le molli pacifiste congestionanti argomentazioni dei più illustri del mondo amidaceo, il blocco cariaceo della funestamente decantata pasta asciutta napoletana o bolognese». E conclude: «sono col Maestro nella violenta battaglia per la sanità, agilità, freschezza dell'intellettualismo italiano».
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per la sanità, agilità, freschezza dell'intellettualismo italiano».
Oltre alle molte adesioni di cuochi, igienisti e artisti, la polemica sulla cucina futurista diede vita a tutta una serie di articoli e di studi sulle qualità del «riso» alimento italiano che deve essere sempre maggiormente propagandato ed usato.
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sulle qualità del «riso» alimento italiano che deve essere sempre maggiormente propagandato ed usato.
«Si tratta oggi di rifare l'uomo italiano, poichè a che serve di fargli levare il braccio nel saluto romano, se può riposarlo senza sforzo sul suo grosso ventre? L'uomo moderno deve avere il ventre piatto, sotto il sole, per avere dei pensieri chiari, una pronta decisione, e un'azione energica: guardate il negro, guardate l'arabo. Il paradosso gastronomico di Marinetti mira all'educazione morale, come i suoi paradossi all'edu-cazione estetica: bisogna scuotere la materia per risvegliare lo spirito.
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«Si tratta oggi di rifare l'uomo italiano, poichè a che serve di fargli levare il braccio nel saluto romano, se può riposarlo senza sforzo sul suo
15) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità le colte signore e i critici d'Italia, il cui cervello fu svecchiato e agilizzato dal Futurismo italiano, e nondimeno lo criticano o trascurano per correre a pescare preziosamente Futurismi stranieri tutti derivati dal nostro. Antitalianamente essi dimenticano per esempio questa esplicita dichiarazione del poeta futurista inglese Esra Pound ad un giornalista italiano: «Il movimento che io, Eliot Joyce e altri abbiamo iniziato a Londra, non sarebbe stato senza il Futurismo italiano» e questa altrettanto esplicita dichiarazione di Antoine nel Journal di Parigi: «Nelle arti decorative le strade erano da tempo aperte dalla scuola di Marinetti».
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Futurismo italiano, e nondimeno lo criticano o trascurano per correre a pescare preziosamente Futurismi stranieri tutti derivati dal nostro. Antitalianamente
Indulgenza plenaria nell'arte e nella vita ai veri patrioti, cioè ai fascisti che vibrano di una autentica passione per l'Italia e di un instancabile orgoglio italiano.
Scrivo tutto ciò con la serenità di un patriottismo adamantino, io che sono stato applauditissimo all'Estero, ed ho avuto in Italia più fischi che applausi e nondimeno ringrazio ogni giorno le forze cosmiche che mi hanno dato l'alto onore di nascere italiano.» F. T. MARINETTI
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applausi e nondimeno ringrazio ogni giorno le forze cosmiche che mi hanno dato l'alto onore di nascere italiano.» F. T. MARINETTI
I partigiani della pastasciutta speravano che il Manifesto della Cucina Futurista sarebbe rimasto semplicemente teoria, o schermaglia polemica o accademia letteraria. Non conoscono evidentemente quei cari ragazzi! I futuristi preannunciano infatti un'offensiva in forze contro la vecchia cucina, nonché un'idea pratica e originale: l'apertura di una cucina sperimentale futurista a Torino e che avrà per titolo «Taverna del Santopalato» nella quale verranno non solo futuristicamente studiate ma presentate al pubblico le nuove vivande. Così Torino, di questo passo, si avvia ad essere culla di un altro risorgimento italiano, quello gastronomico.
«Una comunicazione del pittore Fillìa, vicesegretario generale del movimento futurista italiano alla stampa romana, ha messo a rumore gli ambienti gastronomici della capitale, compresi quelli giornalistici, gelosi della tradizione della «sora Felicetta», dello «spaghettaro» e di tutte le altre gloriose insegne del vero buongustaio. Fillìa nel movimento futurista sarebbe come il luogotenente generale della squadra d'azione. Non si accontenta di lanciare delle platoniche idee, ma cerca di farle penetrare, le sostiene, raccogliendo sempre di persona. Raccogliendo magari qualche torso di cavolo, qualche patata o altro legume, ma anche applausi, consensi, incoraggiamenti.
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«Una comunicazione del pittore Fillìa, vicesegretario generale del movimento futurista italiano alla stampa romana, ha messo a rumore gli ambienti
La Taverna Santopalato di Torino, prima ancora di essere inaugurata, raggiungeva una notorietà mondiale per l'annunciata realizzazione della cucina futurista. Intanto i lavori procedevano e l'ambiente si formava nel dominio preponderante dell'alluminio italiano «Guinzio e Rossi»: dominio che doveva dare al locale una atmosfera di metallicità, di splendore, di elasticità, di leggerezza ed anche di serenità. Senso cioè della vita di oggi dove il nostro corpo e il nostro spirito hanno bisogno di trovare l'affinamento, la sintesi e la traduzione artistica di tutta l'organizzazione meccanica preponderante. L'alluminio è il più adatto e il più espressivo dei materiali, racchiude queste doti essenziali ed è veramente un figlio del secolo dal quale attende gloria ed eternità al pari dei materiali «nobili» del passato. Nella Taverna Santopalato si delineava perciò una pulsante struttura di alluminio e questo non era freddamente utilizzato a ricoprire dello spazio ma serviva come elemento operante dell'interno: alluminio dominante, agile ossatura di un corpo nuovo, completato con i ritmi della luce indiretta. La luce è pure una delle realtà fondamentali dell'architettura moderna e deve essere «spazio», deve far parte vivente con le altre forme della costruzione. Nel corpo dell'alluminio la luce serviva dunque come sistema arterioso, indispensabile allo stato d'attività dell'organismo ambientale. Tutto concorreva alla completazione dell'interno: i grandi quadri pubblicitarî, i tendaggi, i vetri lavorati, gli oggetti diversi.
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futurista. Intanto i lavori procedevano e l'ambiente si formava nel dominio preponderante dell'alluminio italiano «Guinzio e Rossi»: dominio che doveva
Non pago, quindi, delle stragrandi vittorie pittoriche, letterarie, artistiche insomma, che da vent'anni accumula, il Futurismo italiano mira, oggi, ad un rinnovamento basilare: esso, infatti, osa affrontare ancora l'impopolarità, con un programma di rinnovamento totale della cucina.
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Non pago, quindi, delle stragrandi vittorie pittoriche, letterarie, artistiche insomma, che da vent'anni accumula, il Futurismo italiano mira, oggi