Nel manifesto della cucina futurista si parla con precisione della necessità di servirsi dell'elettricità e di tutte le macchine che perfezionanano il lavoro dei cuochi. Molti ristoranti adottano cucine elettriche, forni elettrici, ecc., ma purtroppo continuano a ricorrere all'estero, dimenticando che in Italia esistono insuperabili costruttori di cucine, forni, scaldabagni, ecc. ecc. L'Ing. Pittaluga, ad esempio, ci faceva ultima-mente notare l'intensa propaganda della S. P. E. S. per questa produzione italiana e rilevava come purtroppo i proprietari dei grandi ristoranti sian ancora diffidenti verso delle macchine che, non soltanto offrono le maggiori garanzie, ma sono studiate di volta in volta secondo il bisogno di applicazione e di funzionamento, con indiscutibili vantaggi sulla importazione straniera.
La cucina futurista
Nel manifesto della cucina futurista si parla con precisione della necessità di servirsi dell'elettricità e di tutte le macchine che perfezionanano
S. E. Marinetti, che aveva partecipato al banchetto non soltanto presiedendolo ma intervenendo ad ogni momento nelle discussioni e nella esaltazione delle vivande, elogiò il pranzo futurista come prima realizzazione a Parigi del celebre manifesto della cucina futurista, manifesto che ha sollevato una polemica mondiale, con oltre 2000 articoli ed ha dimostrato il senso d'artevita sempre animante le attività futuriste.
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delle vivande, elogiò il pranzo futurista come prima realizzazione a Parigi del celebre manifesto della cucina futurista, manifesto che ha sollevato
«Noi ringraziamo Marinetti da 15 anni d'avere scelto il nostro paese per lanciare un manifesto poetico che doveva rivoluzionare le nostre idee». GEORGES MICHEL. (Conference sur Marinetti).
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«Noi ringraziamo Marinetti da 15 anni d'avere scelto il nostro paese per lanciare un manifesto poetico che doveva rivoluzionare le nostre idee
Carissimo, Ricordi? Hai scritto, una volta, che io, Marco Ramperti, appartengo all'estrema destra del parlamento futurista. Tu sei l'amabilità in persona, mio caro Marinetti, con tutti i pugni e schiaffi della tua dialettica d'assalto, e non potevi dire con più grazia d'uno che, essendoti attento ed amico, ha però le sue idee, che non sono sempre quelle del tattilismo e delle parole in libertà. Volevi essermi gentile, e m'hai fatto un posticino alla tua destra, fra i convertibili, mentre potevi benissimo lasciarmi fuori dell'uscio, fra i passatisti senza rimedio e senza diritti. Da quel giorno, ti confesso, più volte i tuoi decreti-legge m'hanno posto nel crudele dilemma di rassegnarti le mie dimissioni, ovvero di domandare le tue, tanto il disparere era sensibile, e faceva insopportabile la mia presenza nella tua assemblea. Quand'ecco la tua insurrezione conviviale, il tuo manifesto contro la pasta asciutta: ed ecco che, rianimato, illuminato, rifatto in un momento pieno d'audacia fedele, il tuo pallido futurista ad honorem passa d'un balzo dall'estrema destra all'estrema sinistra delle tue assisi, e, per Dio, ti grida il suo consenso pieno, assoluto, fanatico, disperato.
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il disparere era sensibile, e faceva insopportabile la mia presenza nella tua assemblea. Quand'ecco la tua insurrezione conviviale, il tuo manifesto
Non importa. Vinceremo meglio, vincendo tardi, come in tutte le buone rivoluzioni. La nostra, intanto, esprime il suo verbo, stabilisce la sua legge. Poiché gli Italiani hanno consentito al principio futurista di farsi quanto più possibile agili, desti, veloci, elettrici, furibondi, verrà bene il giorno in cui si persuaderanno che, a raggiungere un tale stato di grazia, nulla può meglio giovare del mangiar poco e scelto, del limitare i propri pasti alla stilla essenziale e alla briciola leonina. In verità quest'ultima propaganda tua, o Marinetti, è la più conseguente e logica fra tutte quelle derivate dal tuo manifesto cardinale di vent'anni fa: e non si capirebbero tante resistenze, se non ripensando, appunto, alla tenacia e caparbietà di certe abitudini dello stomaco. Non è la prima volta che un popolo c'insegna di saper rinunziare a tutto, fuorché a una ghiottoneria. Un francese che stimava i Tedeschi, il conte di Gobineau, soleva dire che di là dal Reno nessuno saprebbe commettere una viltà, fuorché per una salsiccia con crauti. È un giudizio che mi torna a mente, ripensando a quel Pulcinella che resisteva a tutto, fuorché a una manciata di vermicelli. Questo grande amore della pasta asciutta è una debolezza degli Italiani, e tu hai cento ragioni di batterla in breccia. C'è il tallone d'Achille, e c'è il palato del futurista. Ora, fra tutti i cibi ingozzanti e paralizzanti che contraddicono al tuo programma di rapidità, elasticità ed energia, la pasta asciutta è precisamente il più diffuso e calamitoso. Ma essendo il più nefasto, é anche il meno maledetto. Ed ecco la molla della tua rivolta riparatrice. Che vuol dire, quest'altra abitudine, quest'altro vizio, quest'altra abbiezione? Liberiamoci anche dalla pasta asciutta, ch'è anch'essa una schiavitù. Che ci gonfia le ganasce, come a mascherotti da fontana; che ci intoppa l'esofago, come a tacchini natalizi; che ci lega le interiora con le sue funi mollose; e ci inchioda alla scranna, repleti e istupiditi, apoplettici e sospiranti, con quella sensazione dell'inutilità che, a seconda degli individui, può dar piacere o vergogna, ma in ogni caso deve essere aborrita da chi vanti un'anima futurista, o soltanto giovine e sveglia.
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derivate dal tuo manifesto cardinale di vent'anni fa: e non si capirebbero tante resistenze, se non ripensando, appunto, alla tenacia e caparbietà di
«Suo fervido ammiratore sin da quando, ragazzo, seguivo con appassionato interesse le battaglie purificatrici che Ella combatteva tra l'indifferenza e l'incomprensione degli italiani dell'epoca, ho letto con entusiasmo il manifesto della cucina futurista. È certo che si pensa si sogna si agisce secondo quel che si beve e si mangia, come è certo che - a proposito dell'alimentazione - gli uomini si dibattono ancor oggi tra incertezze, contraddizioni, errori d'ogni genere. Sembra che la preoccupazione di chi fa cucina sia quella di ingozzare, riempire il ventricolo come si riempie un sacco, eccitare ed avvelenare con droghe e intrugli, mentre dovrebbe esser quella di preparare un cibo sano, energico, saporoso, piacevole alla vista al tatto al palato, che dia nerbo e sostanza in piccola quantità, che svegli la fantasia con immagini di panorami agresti, col profumo di giardini tropicali e faccia sognare senza bisogno di bevande alcooliche. Benedetta sia, dunque, la ventata rinnovatrice e risanatrice nella pesante atmosfera delle cucine d'Italia, benedetta la lotta contro la funesta pasta asciutta che con le sue faticose digestioni appesantisce il corpo e intorpidisce lo spirito. (Badi che io sono napoletano e conosco tutti i nefasti di questo alimento). Quando dalle tavole della penisola sarà bandita la pasta asciutta ingombrante e addormentatrice, quando la cucina non sarà più il regno di massaie inette e di cuochi ignoranti e avvelenatori, ma diventerà una fucina di sapienti combinazioni chimiche e di sensazioni estetiche, quando si riuscirà a creare e diffondere una alimentazione che sappia conciliare nella minor quantità il massimo di potere nutritivo esplosivo dinamico, solo allora la potenza volitiva, la vivacità, la fantasia, il genio creatore della razza avranno il loro pieno sviluppo.
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e l'incomprensione degli italiani dell'epoca, ho letto con entusiasmo il manifesto della cucina futurista. È certo che si pensa si sogna si agisce
«Scusi se mi sono permesso di inviarLe queste affrettate note, suggeritemi dal Suo bellissimo Manifesto, ma ho pensato non dovesse riuscire discaro - tra i moltissimi che indubbiamente riceverà - l'entusiastico consenso di un modesto studioso di problemi dell'alimentazione. G. V. PENNINO
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«Scusi se mi sono permesso di inviarLe queste affrettate note, suggeritemi dal Suo bellissimo Manifesto, ma ho pensato non dovesse riuscire discaro
Divampò a Parigi la polemica sulla cucina futurista in seguito alla pubblicazione del manifesto di Marinetti sul quotidiano «Comoedia», nel numero del 20 Gennaio 1931:
La cucina futurista
Divampò a Parigi la polemica sulla cucina futurista in seguito alla pubblicazione del manifesto di Marinetti sul quotidiano «Comoedia», nel numero
Details of the manifesto, published in the «Comoedia», give the principal feature of the new cuisine as a rapid succession of dishes which contain but one mouthful or even a fraction of a mouthful.
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Details of the manifesto, published in the «Comoedia», give the principal feature of the new cuisine as a rapid succession of dishes which contain
Marinetti, father of Futurist art, literature and drama, has just issued from Rome a manifesto launching Futurist cooking, according to word received yesterday in Paris. Practically everything connected with the traditional pleasures of the gourmet will be swept away.
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Marinetti, father of Futurist art, literature and drama, has just issued from Rome a manifesto launching Futurist cooking, according to word received
In Italia, come in quasi tutti i paesi del mondo, si subisce questo tipo di cucina internazionale di grande albergo, unicamente perchè viene dall'estero. Domina purtroppo una bestiale mania, che chiamiamo esterofilia, che occorre combattere accanitamente. La Gazzetta del Popolo del 24 Settembre 1931, pubblicò contro l'esterofilia questo manifesto futurista di Marinetti:
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1931, pubblicò contro l'esterofilia questo manifesto futurista di Marinetti:
Il manifesto della cucina futurista provocò numerosi congressi e comizi di cuochi e padroni di ristoranti. In parte ostili, in parte entusiasti. Fra questi ultimi, ansiosi di trasformare cucina e ambiente, venne scelto dal pittore Fillìa e dall' architetto Diulgheroff, il proprietario di un ristorante torinese, Angelo Giachino, che i suoi stessi clienti incitavano alla realizzazione delle nuove vivande.
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Il manifesto della cucina futurista provocò numerosi congressi e comizi di cuochi e padroni di ristoranti. In parte ostili, in parte entusiasti. Fra
I partigiani della pastasciutta speravano che il Manifesto della Cucina Futurista sarebbe rimasto semplicemente teoria, o schermaglia polemica o accademia letteraria. Non conoscono evidentemente quei cari ragazzi! I futuristi preannunciano infatti un'offensiva in forze contro la vecchia cucina, nonché un'idea pratica e originale: l'apertura di una cucina sperimentale futurista a Torino e che avrà per titolo «Taverna del Santopalato» nella quale verranno non solo futuristicamente studiate ma presentate al pubblico le nuove vivande. Così Torino, di questo passo, si avvia ad essere culla di un altro risorgimento italiano, quello gastronomico.
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I partigiani della pastasciutta speravano che il Manifesto della Cucina Futurista sarebbe rimasto semplicemente teoria, o schermaglia polemica o
«Nel nostro prossimo proclama per il «Santopalato» sarà ben chiarito che fino a quando la chimica non creerà delle sostanze sintetiche che abbiano le forze della carne e del vino, bisogna difendere la carne e il vino da qualsiasi attacco. Il Manifesto della cucina futurista non ha perciò alcuna base in comune con le affermazioni di Marco Ramperti ma tende al contrario con nuovi orizzonti cucinarî a rinnovare il gusto e l'entusiasmo del mangiare, a inventare vivande che diano allegria ed ottimismo, che moltiplichino all'infinito la gioia di vivere: cosa impossibile ad ottenere con le vivande di cui si ha «l'abitudine».
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forze della carne e del vino, bisogna difendere la carne e il vino da qualsiasi attacco. Il Manifesto della cucina futurista non ha perciò alcuna
«non si tratta, criticando le vivande contenute nel manifesto della cucina futurista, di parlare di «tecnica»: quelle vivande come il mio carneplastico che fu erroneamente creduto in opposizione alla pastasciutta, sono i primi esempî di tutta una serie che creeremo. Avremo perciò le vivande economiche e le vivande di lusso - le vivande da paragonare in meglio alla pastasciutta e le vivande da vincere in concorrenza le vecchie ghiottonerie. E, come tecnica, il ristorante futurista di Torino, batterà senza dubbio la scienza dei cuochi accademici. Ma, in ogni modo, è lo spirito rivoluzionario del manifesto che deve importare: la necessità cioè di modificare la cucina perchè modificato è il nostro generale sistema di vita, perchè, rompendo le abitudini, bisogna preparare il palato alle future alimentazioni. Se i cuochi accademici ci combattono per pura ragione di tecnica sono vinti: la loro opposizione di artigiani non può vincere la nostra forza di artisti. E le creazioni futuriste raggiungeranno perfezioni tecniche, mentre le vivande antiche, tecnicamente perfette, non si potranno rinnovare».
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«non si tratta, criticando le vivande contenute nel manifesto della cucina futurista, di parlare di «tecnica»: quelle vivande come il mio