«C'è tanta gente, in questo mondo, che può amare forme architettoniche antiche e gustare il vino moderno (preparato negli ultramoderni stabilimenti enologici!) tra le mura di costruzioni a tipo medioevale, o nelle catacombe stranamente complicate, rintronanti di selvagge musiche a base di «jazz-band». Questa gente non pensa affatto che in quelle remote epoche l'uva si pigiava coi piedi; o se pure ci pensa, non vi attri-buisce importanza. Probabilmente non vuol neppure ricordare che i fusti in legno di cui intorno trova abbondante decorazione vanno - ahimè! - diminuendo d'importanza nelle cantine nuove che adottano largamente le enormi batterie di vasche in cemento armato a piani multipli.
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-band». Questa gente non pensa affatto che in quelle remote epoche l'uva si pigiava coi piedi; o se pure ci pensa, non vi attri-buisce importanza
Se il vino è bevanda di antichissime tradizioni è tuttavia bevanda che si rinnova annualmente, si modernizza col progresso multiforme: è una bevanda dinamica, che contiene il carburanteuomo e il carburante-motore.
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Se il vino è bevanda di antichissime tradizioni è tuttavia bevanda che si rinnova annualmente, si modernizza col progresso multiforme: è una bevanda
E se i futuristi italiani si occuperanno con feconda e pratica operosità, della propaganda e valorizzazione del vino italiano, faranno cosa utile e buona.
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E se i futuristi italiani si occuperanno con feconda e pratica operosità, della propaganda e valorizzazione del vino italiano, faranno cosa utile e
Tre antipasti serviti contemporaneamente tagliarono corto alle polemiche sugli aperitivi. «L'antipasto simultaneo» di Fillìa (buccia di mela tritata, salame ed acciughe), lo «stimoga -strico ciuffo» (disco d'ananas con sardina, tonno e noce e l'«inizio variato» di Prampolini (burro, oliva, pomodori e confetti) se allarmarono per le loro forme audaci, entrarono subito in simpatia con il palato.
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e confetti) se allarmarono per le loro forme audaci, entrarono subito in simpatia con il palato.
Ed ecco apparire i camerieri con grandi vassoi recanti il «servovolatine di prateria» consistente in un impasto discretamente diabolico dove fette di barbabietola e fette di arancio facevano comunella insieme alleate da olio ed aceto e pizzichi di sale. Molti dei pranzanti avevano già, a questo punto, il loro apparato digerente in condizioni non del tutto normali, cosicché non si possono rimproverare se non seppero reprimere un istintivo gesto di terrore allorché apparve la guantiera sorreggente la «cibarie conclusiva». Cibarie che si gloriava d'un nome oltremodo dinamico: «Elettricità atmosferiche candite». Queste care ed indimenticabili «elettricità» avevano la forma di coloritissime saponette di finto marmo, contenenti nel loro interno una pasta dolciastra formata con ingredienti che solo sarebbe possibile precisare con una paziente analisi chimica. Dobbiamo dire, per scrupolo di cronisti, che solo una minima parte dei banchettanti osò recare queste saponette alla bocca: di coloro che osarono non si conoscono sventuratamente i nomi. Diciamo sventuratamente perchè un simile manipolo di eroi meriterebbe di vedersi, per lo meno, eternato in una lapide di bronzo.
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punto, il loro apparato digerente in condizioni non del tutto normali, cosicché non si possono rimproverare se non seppero reprimere un istintivo gesto
Le tagliatelle - dice - sono ormai l'ultima trincea dei passatisti; la trincea della pasta all'ovo. La cucina futurista è la realizzazione del generale desiderio di rinnovare la nostra alimentazione, è la lotta contro il peso, il pancismo, la obesità. Noi vogliamo mantenere la nostra antica vitalità goliardica, anche se gli anni ci segnino con le loro piogge e le loro nebbie. Il nostro sforzo tende a militarizzare tutte le nostre giovani forze. Vogliamo pertanto che la cucina italiana non resti un museo. Affermiamo che la genialità italiana è capace di inventare altri tremila piatti, altrettanto buoni, ma più aderenti alla mutata sensibilità e ai mutati bisogni della generazione contemporanea.
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vitalità goliardica, anche se gli anni ci segnino con le loro piogge e le loro nebbie. Il nostro sforzo tende a militarizzare tutte le nostre giovani forze
6) A Bologna durante un grande pranzo studentesco arrivò improvvisamente F. T. Marinetti che, fra lo stupore di tutti, mangiò avidamente un piatto di spaghetti: soltanto in seguito i commensali si accorsero che Marinetti non era se non uno studente abilmente truccato.
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spaghetti: soltanto in seguito i commensali si accorsero che Marinetti non era se non uno studente abilmente truccato.
- «se la Nuova giunge col crepuscolo o con la notte, le offriremo un'aurora artistica mangiabile veramente inaspettata. Non lavoriamo però per lei. La sua bocca, per quanto ideale, sarà quella di una qualsiasi convitata.» -
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- «se la Nuova giunge col crepuscolo o con la notte, le offriremo un'aurora artistica mangiabile veramente inaspettata. Non lavoriamo però per lei
Terrazza di Capri. Agosto. La luna a picco scodella abbondante latte cagliato sulla tovaglia. La bruna mammelluta e naticuta cuoca caprese entra recando un enorme prosciutto sopra un vassoio e dice ai due amanti allungati nelle due sedie a sdraio e incerti se riprendere le fatiche del letto o iniziare quelle della tavola:
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recando un enorme prosciutto sopra un vassoio e dice ai due amanti allungati nelle due sedie a sdraio e incerti se riprendere le fatiche del letto o
I pranzi di nozze comuni sotto la loro apparente e ostentata festosità nascondono mille preoccupazioni: se sì o no sarà felice l'accoppiamento, dai punti di vista intellettuale, carnale, prolifico, carrieristico, economico.
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I pranzi di nozze comuni sotto la loro apparente e ostentata festosità nascondono mille preoccupazioni: se sì o no sarà felice l'accoppiamento, dai
Si proceda allo smacchiamento con l'aiuto di tutti. Lo sposo rimanga calmo: sarà lui che, uscito un istante, rientrerà con un vassoio, carico di risotto alla milanese con lo zafferano e abbondanti tartufi color peccato, portato in bilico sulla testa. Se questa vivanda, nel rovesciarsi anch'essa, ingiallirà il vestito nuziale come una duna africana, sarà tanto di guadagnato sul tempo mediante uno scorcio di viaggio imprevisto.
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risotto alla milanese con lo zafferano e abbondanti tartufi color peccato, portato in bilico sulla testa. Se questa vivanda, nel rovesciarsi anch'essa
- «Amiamo le donne. Spesso ci siamo torturati con mille baci golosi nell'ansia di mangiarne una. Nude ci sembrarono sempre tragicamente vestite. Il loro cuore, se stretto dal supremo godimento d'amore, ci parve l'ideale frutto da mordere masticare suggere. Tutte le forme della fame che caratterizzano l'amore ci guidarono nella creazione di queste opere di genio e di lingua insaziabile. Sono i nostri stati d'animo realizzati. Il fascino, la grazia infantile, l'ingenuità, l'alba, il pudore, il furente gorgo del sesso, la pioggia di tutte le smanie e di tutte le svenevolezze, i pruriti e le ribellioni contro l'antichissima schiavitù, l'unica e tutte hanno trovato qui, mediante le nostre mani, un'espressione artistica tanto intensa da esigere non soltanto gli occhi e relativa ammirazione, non soltanto il tatto e relative carezze, ma i denti, la lingua, lo stomaco, l'intestino ugualmente innamorati.
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loro cuore, se stretto dal supremo godimento d'amore, ci parve l'ideale frutto da mordere masticare suggere. Tutte le forme della fame che
5. Esempio: se un commensale punta un dito sulla mammella sinistra della cameriera-listavivande dove è scritto CAIRO, uno dei camerieri si allontanerà silenziosamente e ritornerà subito portando la vivanda corrispondente a quella città. In questo caso: «Amore sul Nilo», piramidi di datteri senz'osso immerso in vino di palma. Attorno alla piramide maggiore, cubi di latticini di cannella ripieni di chicchi di caffè bruciato, e pistacchi.
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5. Esempio: se un commensale punta un dito sulla mammella sinistra della cameriera-listavivande dove è scritto CAIRO, uno dei camerieri si
6. Se un altro commensale segnerà col dito, sul ginocchio destro della cameriera-listavivanda, il nome ZANZIBAR, il cameriere gli servirà la «Vivanda Abibi»: mezza noce di cocco, ripiena di cioccolata e disposta sopra un fondo di carne cruda tritata minutamente e inaffiata di rhum della Giamaica.
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6. Se un altro commensale segnerà col dito, sul ginocchio destro della cameriera-listavivanda, il nome ZANZIBAR, il cameriere gli servirà la «Vivanda
Se i proprietarî e il personale dei ristoranti collaborassero, nel loro stesso interesse, a convincere sulle necessità di nutrirsi più modernamente, molti dubbi e molte ironie si potrebbero superare e i ristoranti perderebbero il grigiore delle abitudini quotidiane.
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Se i proprietarî e il personale dei ristoranti collaborassero, nel loro stesso interesse, a convincere sulle necessità di nutrirsi più modernamente
- «da oggi la nostra cucina elimina la pastasciutta. Siamo venuti a questa decisione perchè la pastasciutta è fatta di silenziosi lunghi vermi archeologici che, come i loro fratelli viventi nei sotterranei della storia, appesantiscono ammalano inutilizzano lo stomaco. Vermi bianchi che Lei non deve introdurre nel corpo se non vuole renderlo chiuso buio e immobile come un Museo.» -
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introdurre nel corpo se non vuole renderlo chiuso buio e immobile come un Museo.» -
Bada che se tu dormi non riesci a fare un antipasto impareggiabile; chi dorme, si sa ben, non piglia pesci mentre nel caso nostro è indispensabile esser talmente sveglio, anzi sottile, da prendere perfin pesci in barile onde avere (pagandole salate) due aringhe al latte e non affumicate.
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Bada che se tu dormi non riesci a fare un antipasto impareggiabile; chi dorme, si sa ben, non piglia pesci mentre nel caso nostro è indispensabile
35-40 datteri molto maturi e zuccherini, 500 grammi di ricotta romana. Si privano i datteri del nocciolo e si spappolano bene (meglio ancora se si passano al setaccio). La polpa così ottenuta si incorpora alla ricotta fino ad avere una poltiglia ben omogenea. Servire freddo, dopo aver tenuto il piatto in ghiacciaia per alcune ore.
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35-40 datteri molto maturi e zuccherini, 500 grammi di ricotta romana. Si privano i datteri del nocciolo e si spappolano bene (meglio ancora se si
Fin dall'inizio del Movimento Futurista Italiano, cioè 23 anni fa (Febbraio 1909) l'importanza dell'alimentazione sulle capacita creatrici, fecondatrici, aggressive delle razze, agitò i maggiori futuristi. Se ne discuteva spesso tra Marinetti, Boccioni, Sant'Elia, Bussolo, Balla. Vi furono in Italia e in Francia alcuni tentativi di rinnovamento cucinario. Subitamente il 15 Novembre 1930, l'urgenza di una soluzione s'impose:
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, fecondatrici, aggressive delle razze, agitò i maggiori futuristi. Se ne discuteva spesso tra Marinetti, Boccioni, Sant'Elia, Bussolo, Balla. Vi furono in
(Se si introdurrà lo stecchino nel bicchiere, appariranno sul liquido gli occhi di grasso depositati dal prosciutto: in questo caso la polibibita potrà essere intitolata «quel porco che fa l'occhietto»).
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(Se si introdurrà lo stecchino nel bicchiere, appariranno sul liquido gli occhi di grasso depositati dal prosciutto: in questo caso la polibibita
«Des artistes comme Marinetti avec le Futurisme semblent l'avoir pressenti. La fixation du Moment dans la Durée ne paraît plus indispensable. Au lieu de représenter l'Art immobile, les modernes tendent au contraire à exprimer l'Art mobile, vivant, l'Art de Changement. D'eux-mêmes il se placent «au centre du tableau» selon la formule des Futuristes et les impressions qu'ils révèlent sont comme autant de radiations variables et variées. Il faut voir sans parti pris l'Architecture, la Peinture et la Sculpture futuristes pour se rendre compte de l'innovation d'une telle Doctrine. Si vraiment l'Instabilité devient la formule de l'Avenir, Marinetti passera dans le suite des temps pour un grand Prophète». LAURENT CLARYS.
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de représenter l'Art immobile, les modernes tendent au contraire à exprimer l'Art mobile, vivant, l'Art de Changement. D'eux-mêmes il se placent «au
Non importa. Vinceremo meglio, vincendo tardi, come in tutte le buone rivoluzioni. La nostra, intanto, esprime il suo verbo, stabilisce la sua legge. Poiché gli Italiani hanno consentito al principio futurista di farsi quanto più possibile agili, desti, veloci, elettrici, furibondi, verrà bene il giorno in cui si persuaderanno che, a raggiungere un tale stato di grazia, nulla può meglio giovare del mangiar poco e scelto, del limitare i propri pasti alla stilla essenziale e alla briciola leonina. In verità quest'ultima propaganda tua, o Marinetti, è la più conseguente e logica fra tutte quelle derivate dal tuo manifesto cardinale di vent'anni fa: e non si capirebbero tante resistenze, se non ripensando, appunto, alla tenacia e caparbietà di certe abitudini dello stomaco. Non è la prima volta che un popolo c'insegna di saper rinunziare a tutto, fuorché a una ghiottoneria. Un francese che stimava i Tedeschi, il conte di Gobineau, soleva dire che di là dal Reno nessuno saprebbe commettere una viltà, fuorché per una salsiccia con crauti. È un giudizio che mi torna a mente, ripensando a quel Pulcinella che resisteva a tutto, fuorché a una manciata di vermicelli. Questo grande amore della pasta asciutta è una debolezza degli Italiani, e tu hai cento ragioni di batterla in breccia. C'è il tallone d'Achille, e c'è il palato del futurista. Ora, fra tutti i cibi ingozzanti e paralizzanti che contraddicono al tuo programma di rapidità, elasticità ed energia, la pasta asciutta è precisamente il più diffuso e calamitoso. Ma essendo il più nefasto, é anche il meno maledetto. Ed ecco la molla della tua rivolta riparatrice. Che vuol dire, quest'altra abitudine, quest'altro vizio, quest'altra abbiezione? Liberiamoci anche dalla pasta asciutta, ch'è anch'essa una schiavitù. Che ci gonfia le ganasce, come a mascherotti da fontana; che ci intoppa l'esofago, come a tacchini natalizi; che ci lega le interiora con le sue funi mollose; e ci inchioda alla scranna, repleti e istupiditi, apoplettici e sospiranti, con quella sensazione dell'inutilità che, a seconda degli individui, può dar piacere o vergogna, ma in ogni caso deve essere aborrita da chi vanti un'anima futurista, o soltanto giovine e sveglia.
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derivate dal tuo manifesto cardinale di vent'anni fa: e non si capirebbero tante resistenze, se non ripensando, appunto, alla tenacia e caparbietà di
Insomma tu hai capito perfettamente, mio caro Marinetti, il pericolo e il disdoro di questo mito dei maccheroni: macaroni che ci han fruttato, al di là dell'Alpi, qualche metafora indecorosa. Si diceva, un tempo, che gli spaghetti noi li mangiassimo con le mani: e forse il senso della maldicenza era che non potessero, da una siffatta golosità, andare disgiunte sciatteria e sudiciume. Poi ci concessero le forchette, forse per avere il diritto di dire a Ginevra che anche gli Italiani vanno armati fino ai denti: ma gli spaghetti non furono tolti dal nostro quadro folkloristico. Si sa oggi in tutta Europa quante porzioni ne mangi Primo Carnera, come nel 1894 si sapeva quante ne divorasse Francesco Crispi. L'italiano delle allegorie ha pur sempre l'avida bocca spalancata su un piatto di tagliatelle, quando non sia di vermicelli colanti sugo lungo le bramose canne. Ed è un'immagine offensiva: buffa, deforme, brutta. Vorrebbe insegnare la vanità di quel nostro appetito, insieme alla sua irruenza bestiale. In fondo, la pasta asciutta non nutre. Riempie: non risangua. La sua sostanza è minima in confronto al suo volume. Ma è appunto, vorrebbero dire le allegorie maligne, un vero cibo italiano. La nostra pasta asciutta è come la nostra retorica, che basta solo a riempirci la bocca. Il suo gusto sta tutto in quell'assalto a mascelle protese, in quel voluttuoso impippiarsene, in quell'aderenza totale della pasta al palato e alle viscere, in quel sentirsi tutt'uno con lei, appallottolati e rifusi. Ma è un gusto porcino. Ma è un gaudio da poco. Inghiottiti che siano, gli spaghetti infestano e pesano. E ci sentiamo, subito, impiombati come monete false. Qualche cosa ci trattiene, giù, come un ceppo. Non abbiamo più nè la sillaba facile nè l'immagine pronta. I pensieri sfilano l'uno dentro l'altro, si confondono, s'imbrogliano come i vermicelli assorbiti. Le parole s'appallottolano allo stesso modo. Il poco sugo che portano alle labbra è del sugo di pomodoro. Guai ad aver vicino, in quel momento, un interlocutore o una amante. Il madrigale è insulso, il frizzo è cretino, l'argomentazione è impossibile, interrotta com'è dai sussulti delle budella. Si sa che i peccati di gola sono i più rapidamente puniti dal Signore Iddio. Quello della pasta asciutta viene espiato all'istante. È la pancia che si gonfia a spese se del cervello. È l'incatenamento, o l'esilio, di tutti gli spiriti, concettosi od amorosi. Provatevi dunque, dopo una strippata di tagliatelle, a partire per una polemica. Oppure per Citera. Vi giuro che resterete fermi alla prima tappa, quando pure non sarete stronchi dalla partenza. Quanto paradiso perduto, per un attimo d'obliosa animalità! MARCO RAMPERTI
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. Quello della pasta asciutta viene espiato all'istante. È la pancia che si gonfia a spese se del cervello. È l'incatenamento, o l'esilio, di tutti gli
«Scusi se mi sono permesso di inviarLe queste affrettate note, suggeritemi dal Suo bellissimo Manifesto, ma ho pensato non dovesse riuscire discaro - tra i moltissimi che indubbiamente riceverà - l'entusiastico consenso di un modesto studioso di problemi dell'alimentazione. G. V. PENNINO
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«Scusi se mi sono permesso di inviarLe queste affrettate note, suggeritemi dal Suo bellissimo Manifesto, ma ho pensato non dovesse riuscire discaro
«Così la battaglia che Lei ha ingaggiato - se pur si presenta durissima, perchè deve cozzare contro tradizioni radicate e tenaci, contro interessi formidabili e contro l'ignoranza diffusa - dovrà trovare molti consensi nell'Italia d'oggi, perchè mentre mira a rinnovare un ambiente rimasto troppo fortemente abbarbicato al passato, ha una enorme importanza sociale ed economica, specie se l'invito alla chimica da Lei lanciato troverà tra gli scienziati italiani buone accoglienze. Un chimico francese - il prof. Mono - ha inventato degli «alimenti concentrati» di cui ho sperimentato l'efficacia, ma essi hanno il torto di essere stranieri innanzi tutto e assai cari. Auguriamoci che dei chimici italiani sappiano fare di più e meglio.
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«Così la battaglia che Lei ha ingaggiato - se pur si presenta durissima, perchè deve cozzare contro tradizioni radicate e tenaci, contro interessi
Fu solo nell'alto medioevo (Cordazio Camaldolese: Pietanzie in usaggio appo aliquante nostre terre et regioni et insule et peninsule et similia con spiegato lor modo di prepararle in cucina) che ai cetrioli si sostituirono i pomodori, la cui coltivazione si era già molto estesa da quando frate Serenio, al suo ritorno dalla Cina, portò il preziosissimo seme - e non seme di baco da seta, come comunemente si crede (cfr. a questo riguardo la definitiva opera di esegesi storica scritta da Valbo Scaravacio e intitolata «Verità e corbelleria»: Pirocchi, editori in contrada: Sant'Anselobio, carlin 8). Un biografo assai minuzioso, spesso prolisso, del Boccaccio informa che l'autore del Decameron si faceva dalla moglie condire i maccheroni con latte di mandorle amare: «ma, dice il biografo, l'egregio scriptore non poteva digerirli ugualmente». Forse perchè il Boccaccio, aggiungo io, aveva troppo buon gusto per accettare placidamente quel piatto: e, comunque se lo facesse preparare, il suo palato aristocratico vi si rifiutava. Tuttavia, di buona o di mala voglia che fosse, mandava giù i maccheroni poiché non dovette neanche passargli per la mente, tant'era radicata la tradizione, di poterne fare a meno.
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buon gusto per accettare placidamente quel piatto: e, comunque se lo facesse preparare, il suo palato aristocratico vi si rifiutava. Tuttavia, di
Per poco, nell'ultimo stadio del rinascimento, la maledetta pietanza non fu sepolta nell'oblio. Quando non se ne parlava quasi più, ecco quel cialtrone rumoroso dell'Aretino che viene a rimetterla sugli altari: e quale mezzo di propaganda che fosse migliore delle sue muse in carne e ossa procacissime?
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Per poco, nell'ultimo stadio del rinascimento, la maledetta pietanza non fu sepolta nell'oblio. Quando non se ne parlava quasi più, ecco quel
Doveva toccare alla nostra epoca la ventura di ripudiare definitivamente quest'usanza barbara. Siamo, noi figli del secolo, troppo spregiudicati per non mandare a quel paese maccheroni e accessori senza neanche il benservito: e nessuno avrà rimpianti o spargerà tenere lacrimucce, anche se quasi all'insaputa ha ingozzato maccheroni tre volte al giorno: mattina, mezzogiorno, sera. Puah. Che porcheria, i maccheroni: per dirla, sono scomparsi dalle case i dipinti, le oleografìe, le foto e ogni accidente che li raffigurava: e le case editrici hanno ritirato dal mercato librario tutte le loro edizioni per sottoporle a una rigorosa censura, cancellando senza pietà, ristampando addirittura quando è stato necessario. Tra qualche mese a sentirli solo nominare - i maccheroni, puah - la gente butterà fuori anche le budella.
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non mandare a quel paese maccheroni e accessori senza neanche il benservito: e nessuno avrà rimpianti o spargerà tenere lacrimucce, anche se quasi all
4) L'abolition de la répétition quotidienne des plaisirs du palais. Nous invitons la chimie à donner au plus tôt les calories nécessaires aucorps, grâce à l'absorption d'équivalents nutritifs gratuits, en poudre ou en pillules, de composés albumineux, d'hydrates de carbone, et de vitamines. On fera baisser ainsi le prix de la vie et les salaires, en réduisant les heures de travail. Les machines formeront bientôt un prolétariat servile, au service d'hommes presque allégés de toute occupation manuelle. Le travail quotidien se réduira à deux ou trois heures, et le reste du temps pourra être ennobli par la pensée, les arts, et la dégustation de repas parfaits.
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service d'hommes presque allégés de toute occupation manuelle. Le travail quotidien se réduira à deux ou trois heures, et le reste du temps pourra être
L'ensemble plastique comestible Equateur + + Pôle Nord créé par le peintre futuriste Enrico Prampolini, se compose d'une mer équatoriale de jaunes d'œufs arrosés de sel, de poivre et de jus de citron. Au centre, se dresse un cône de blancs d'œufs montés et piqués de quartiers d'orange, comme de juteuses sections de soleil. Le sommet du cône sera criblé de truffes, découpées en forme d'aéroplanes nègres à la conquête du zénith.
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L'ensemble plastique comestible Equateur + + Pôle Nord créé par le peintre futuriste Enrico Prampolini, se compose d'une mer équatoriale de jaunes d
«Sì, la pastasciutta è bene una dittatura dello stomaco, sì, essa porta con sè un torpore che confina colla beatitudine, essa è il succulento veleno che rovina il fegato per la più grande gioia dello stomaco. Noi non siamo di coloro che la disprezzano, e anche l'amiamo... ma ne diffidiamo sopratutto se preparata alla maniera della cucina romana, cioè cruda. Perchè la sua digestione è una ruminazione insidiosa, lenta, invitante alla molle fantasticheria, ai vuoti sogni, alla rinuncia scettica, al ritmo untuoso conciliante dei tardigradi.
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sopratutto se preparata alla maniera della cucina romana, cioè cruda. Perchè la sua digestione è una ruminazione insidiosa, lenta, invitante alla molle
«Si tratta oggi di rifare l'uomo italiano, poichè a che serve di fargli levare il braccio nel saluto romano, se può riposarlo senza sforzo sul suo grosso ventre? L'uomo moderno deve avere il ventre piatto, sotto il sole, per avere dei pensieri chiari, una pronta decisione, e un'azione energica: guardate il negro, guardate l'arabo. Il paradosso gastronomico di Marinetti mira all'educazione morale, come i suoi paradossi all'edu-cazione estetica: bisogna scuotere la materia per risvegliare lo spirito.
La cucina futurista
«Si tratta oggi di rifare l'uomo italiano, poichè a che serve di fargli levare il braccio nel saluto romano, se può riposarlo senza sforzo sul suo
1) Sono esterofili e quindi colpevoli di antitalianità, i giovani italiani che cadono in un'estasi cretina davanti a tutte le straniere anche ora che la crisi mondiale le impoverisce, se ne innamorano per snobismo e talvolta le sposano assolvendole da ogni difetto (prepotenza, maleducazione, antitalianità o bruttezza) soltanto perchè esse non parlano la lingua italiana e vengono da paesi lontani ignorati o poco conosciuti.
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la crisi mondiale le impoverisce, se ne innamorano per snobismo e talvolta le sposano assolvendole da ogni difetto (prepotenza, maleducazione
b) La cucina fino ad oggi non tenne conto se non per i dolci, del lato estetico. Il nostro raffinamento sensibile richiede invece uno studio completamente «artistico» della cucina. Si combattono così le pozzanghere delle salse, i frammenti disordinati di cibo, e sopratutto la molle e antivirile pastasciutta. Raggiungeremo pranzi ricchi di differenti qualità, dove per ognuno sarà studiata la vivanda che tenga conto del sesso, del carattere, della professione, della sensibilità».
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b) La cucina fino ad oggi non tenne conto se non per i dolci, del lato estetico. Il nostro raffinamento sensibile richiede invece uno studio
«non si tratta, criticando le vivande contenute nel manifesto della cucina futurista, di parlare di «tecnica»: quelle vivande come il mio carneplastico che fu erroneamente creduto in opposizione alla pastasciutta, sono i primi esempî di tutta una serie che creeremo. Avremo perciò le vivande economiche e le vivande di lusso - le vivande da paragonare in meglio alla pastasciutta e le vivande da vincere in concorrenza le vecchie ghiottonerie. E, come tecnica, il ristorante futurista di Torino, batterà senza dubbio la scienza dei cuochi accademici. Ma, in ogni modo, è lo spirito rivoluzionario del manifesto che deve importare: la necessità cioè di modificare la cucina perchè modificato è il nostro generale sistema di vita, perchè, rompendo le abitudini, bisogna preparare il palato alle future alimentazioni. Se i cuochi accademici ci combattono per pura ragione di tecnica sono vinti: la loro opposizione di artigiani non può vincere la nostra forza di artisti. E le creazioni futuriste raggiungeranno perfezioni tecniche, mentre le vivande antiche, tecnicamente perfette, non si potranno rinnovare».
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abitudini, bisogna preparare il palato alle future alimentazioni. Se i cuochi accademici ci combattono per pura ragione di tecnica sono vinti: la loro
«la Taverna Santopalato ha un proprietario e dei cuochi che la dirigeranno. Io e l'architetto Diulgheroff non ne curiamo che l'inaugurazione e il primo orientamento: siamo sicuri dell'intelligenza e della fede di modernità che animano quei cuochi. Ma se l'Accademia Gastronomica Nazionale insiste a contrastare il nostro sforzo che intende inventare delle vivande italianissime, fonderemo allora una Accademia Gastronomica Futurista alla quale aderiranno i cinquantamila artisti novatori e simpatizzanti della Nuova Italia».
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primo orientamento: siamo sicuri dell'intelligenza e della fede di modernità che animano quei cuochi. Ma se l'Accademia Gastronomica Nazionale insiste a