Per seguire la moda gli italiani — salvo le debite eccezioni — scrivono l'ordine del pranzo in francese, quasi che il nostro idioma non avesse termini appropriati alla bisogna. E ciò non solo è prova di deficienza di quell'alto senso di amor proprio e di decoro che dovrebbe essere il carattere principale di nostra gente, ma è vera e propria onta alla nostra Patria, la quale — anche nell'arte della tavola — fu maestra al mondo. È onta, è offesa all'Italia, codesto deplorevole vezzo, all'Italia nostra, brivido jeri, oggi e sempre, del mondo, che essa potente ha dominato col braccio e con la mente; che essa, schiava, ha dominato coll'intelletto e le inumerevoli invenzioni geniali dei suoi figli. Abituati ad essere servi, ancor oggi non sappiamo farla da padroni... nemmeno a casa nostra. Eppure, i nostri soldatini dicono col loro valore di tenacia, di coraggio, di intelletto all'universo attonito:
mente; che essa, schiava, ha dominato coll'intelletto e le inumerevoli invenzioni geniali dei suoi figli. Abituati ad essere servi, ancor oggi non
È di cattivo, anzi di pessimo gusto servire montagne di dolci e di frutta, da che nessuno accetta un pranzo o una colazione per prendersi una indigestione e la sovrabbondanza offende e produce rammarico negli invitati, i quali — se sono abituati a viver bene — sanno che un desinare è eccellente, quando tutto è preparato con arte e con misura e i convitati sono stati scelti con criteri opportuni per rendere piacevole con appropriati parlari il passatempo di un convivio.
indigestione e la sovrabbondanza offende e produce rammarico negli invitati, i quali — se sono abituati a viver bene — sanno che un desinare è eccellente