Per sei persone prendete un paio di libbre di baccalà (650 gr. circa), ma di qualità superiore, possibilmente quella che i salumieri chiamano Labrador. Tutta l'importanza dell'operazione si basa sulla qualità di baccalà che si adopera, senza ciò il fiasco è sicuro. Dev'essere del baccalà tenero, di doppio spessore, bianchissimo, bene ammollato e non stopposo. Con un baccalà stopposo non farete che un ammasso sfilaccioso ed immangiabile.
Labrador. Tutta l'importanza dell'operazione si basa sulla qualità di baccalà che si adopera, senza ciò il fiasco è sicuro. Dev'essere del baccalà tenero, di
Su questi carciofi c'è tutta una leggenda di difficoltà, assolutamente immaginarie, poichè non c' è forse una preparazione più semplice. Uno solo è il punto su cui si basa la riuscita: la quantità d'olio necessaria per friggere. Chi ha paura di mettere olio nella padella rinunzi a fare i carciofi «alla giudìa» in casa, e si accontenti di andarli a mangiare in uno dei tanti locali romani che la moda ha consacrato. I carciofi vengono mondati, leggermente battuti sulla tavola per allargarne un po' le foglie, spolverizzati di sale nell'interno, e messi in padella, col torsolo in alto, in modo che l'olio li ricopra quasi interamente. Man mano che cuociono si schiacciano leggermente, e se ce n'è bisogno, si voltano. Debbono diventare color d'oro scuro, e ben croccanti all'esterno. Come vedete, una cosa di una semplicità primordiale. Del resto la questione dell'olio è in gran parte apparente. Adoperando infatti una discreta quantità d'olio, questo non si brucierà come accade quando ce n'è troppo poco ma vi servirà per molte volte, permettendovi, a rigor di logica, di realizzare anzi una piccola economia.
il punto su cui si basa la riuscita: la quantità d'olio necessaria per friggere. Chi ha paura di mettere olio nella padella rinunzi a fare i carciofi
Qualunque sia il processo di conservazione, bisogna tener presente: 1° le uova di galline sane e ben nutrite, si manterranno meglio di quelle di una gallina malaticcia e tenuta in cattive condizioni igieniche; 2° la conservazione riuscirà tanto meglio quanto più fresche saranno state le uova; 3° le uova fecondate si mantengono meno bene delle non fecondate. Il principio su cui si basa la conservazione delle uova è quello di impedire quanto più si può l'evaporazione interna, evitare l'accesso dell'aria con relativa introduzione di microrganismi, evitare l'umidità, e, infine, tenerle in luogo asciutto e fresco, poichè la temperatura elevata favorisce l'evaporazione e la decomposizione degli albuminoidi. Il problema della conservazione delle uova è uno di quelli che maggiormente ha preoccupato gl'industriali, cosicchè i metodi sono innumerevoli. Essi si possono raggruppare in quattro categorie: 1° conservazione per via secca; 2° conservazione per via umida; 3° conservazione per riscaldamento e raffreddamento; 4° conservazione pneumatica. Esamineremo brevemente i principali di questi metodi, fermandoci specialmente su quelli che possono avere una reale applicazione pratica nelle famiglie.
uova fecondate si mantengono meno bene delle non fecondate. Il principio su cui si basa la conservazione delle uova è quello di impedire quanto più
È su questi fatti anzi e su molti altri, ma non egualmente sicuri, che si basa il così detto criterio malacologìco per la determinazione della potabilità dell'acqua, il di cui principio fondamentale è che un'acqua è sana, quando gli animali ed i vegetali dotati di un'organizzazione superiore possono viverci, e che invece è in fetta quando li fa perire, e non può nutrire che infusori e crittogame.»
È su questi fatti anzi e su molti altri, ma non egualmente sicuri, che si basa il così detto criterio malacologìco per la determinazione della
Il filtro Maignen originale, rappresentato dalla fig. 55, potrebbe essere ottimamente utilizzato nelle istallazioni militari stabili (caserme, ospedali, ecc.), e specialmente in tempo di gravi epidemie, nella diffusione delle quali sia ormai convinzione vi entri per molto l'infezione dell'acqua potabile (cholera). Il principio su cui si basa questo filtro è lo stesso di quello che governa il precedente, solo la disposizione delle parti ed il materiale vi sono alquanto cambiati. A rappresenta un imbuto rovesciato in porcellana, crivellato di fori e rivestito della tela di amianto a; B è lo spazio nel quale si versa l'acqua da filtrare nel vaso V; C è lo spazio occupato dalla polvere carbo-calcare; R il recipiente raccoglitore dell'acqua già filtrata, la quale può esser presa, mediante l'apertura della cannella a rubinetto r.
potabile (cholera). Il principio su cui si basa questo filtro è lo stesso di quello che governa il precedente, solo la disposizione delle parti ed il