Ricerca libera

372 risultati per che
Dottor Antonio
Il re dei cuochi della cucina vegetariana
198137 1896 , Milano , Premiata Ditta Editrice Paolo Carrara 50 occorrenze

d'ogni sorta di carne. Invocano, in loro aiuto, la conformazione naturale dei denti e della mascella umana, e vogliono che l'uomo possa viver bene

Vedi tutta la pagina

Pagina 011


Il celebre Raspail, che era pure medico strapatentato, e conosceva i suoi polli, ebbe a dire che

Vedi tutta la pagina

Pagina 015


L'uso dell'aglio è più dei paesi meridionali che di quelli del nord. Il suo sapore è più acre nel clima freddo che nel caldo.

Vedi tutta la pagina

Pagina 020


Emundat visum stomacumque confortat anisum, fa bello il viso e conforta lo stomaco, dice la Scuola salernitana. Avicenna, dice che corregge il

Vedi tutta la pagina

Pagina 027


Comi, Roma, Perino, 1886), dice che il sugo dell'arancio sanguigno, citrus aurantium melitense, preso in tempo, riordina il disordine mentale della

Vedi tutta la pagina

Pagina 030


nei Promessi Sposi e del quale il Ripamonti, suo contemporaneo, dice che curava gratuitamente i poveri ed i letterati -pauperes et litteratos. Gli

Vedi tutta la pagina

Pagina 030


Che pel 1200 ve n'era nel convento di Santa Sabina a Roma, che quasi nello stesso tempo si diffuse nel napoletano e nell'isola di Sardegna, e che

Vedi tutta la pagina

Pagina 031


Erasmo, ci tramanda che Augusto ne era ghiottissimo, e pare che anche il cuoco di Giulio Cesare glieli apprestasse non molto stracotti, perch'egli ad

Vedi tutta la pagina

Pagina 034


Plinio suggerisce di condirla colla senape. Erano celebrate quelle di Aperea, che era un paesucolo della Beozia, e forse non aveva che quelle.

Vedi tutta la pagina

Pagina 036


Un proverbio nostro dice che il caffè per essere buono si deve prenderlo bollente, sedente e che costi niente.

Vedi tutta la pagina

Pagina 055


(Cap. IV, 14). — Plinio, dice che à ogni sua ricchezza nella corteccia «Omnem in vortice dotem habens.» Fu sempre ritenuto come un eccitante e

Vedi tutta la pagina

Pagina 057


— cibo di straordinaria celebrità — ma, soggiunge che va alla testa —

Vedi tutta la pagina

Pagina 068


; e che

Vedi tutta la pagina

Pagina 069


. Bello! quelle castagne che vanno alla testa... invece! Galeno, si capisce che non poteva digerirle e ne dice corna:

Vedi tutta la pagina

Pagina 069


Il che vuol dire: comunque le ammaniate, sono porcherie. Plinio invece, di visceri a prova di bomba, dopo aver detto che dai Greci i marroni erano

Vedi tutta la pagina

Pagina 069


Tale il parere di Galeno che asseriva:

Vedi tutta la pagina

Pagina 073


Plinio li maltratta e Catone ne canta le lodi. I Romani, un bel dì cacciarono da Roma tutti i medici che rimasero esiliati per lunghissimo tempo e

Vedi tutta la pagina

Pagina 073


Oggi, la foglia del cavolo non serve più che come cataplasma, e il suo gambo è molto usato a far correre le celebrità che si squagliano.

Vedi tutta la pagina

Pagina 074


Nei Vespri Siciliani, coloro che non sapevano pronunciar ceci, si uccidevano; era il riconoscimento di un francese, che rispondeva: sesì.

Vedi tutta la pagina

Pagina 077


Quello che gatto non mangia, io non mangio.

Vedi tutta la pagina

Pagina 082


Ad indicare un individuo che si posa a uomo serio e d'importanza, il popolo milanese dice: el par quel che gh' à taccaa el piccol ai sciresE dalle

Vedi tutta la pagina

Pagina 085


Varrone dice che cucumis viene da

Vedi tutta la pagina

Pagina 089


filosofia, non voleva che i suoi scolari ne mangiassero, onde avere il silenzio necessario nella scuola. Lionbruno, graminaceo, nella sua Cronica, dice

Vedi tutta la pagina

Pagina 099


, però soggiunge che fa venire la pancia obesa e cita ad esempio i custodi delle vigne, gli ortolani, onde forse l'altro proverbio: salvare la pancia

Vedi tutta la pagina

Pagina 106


. Tutti gli scrittori greci ebbero pure lodi per il fico. Era tradizione che fosse la passione di Ercole. Platone era sopranominato l'amante delle

Vedi tutta la pagina

Pagina 106


. Cioè, di bergli sopra del vino, tutto all'apposto del nostro proverbio: al fico l'acqua ed alla pera il vino. La tradizione vuole che la calata dei

Vedi tutta la pagina

Pagina 107


E meglio cacciarsi un occhio, che mangiare il verme del finocchio.

Vedi tutta la pagina

Pagina 110


Altri sono eduli, altri velenosi. Teoricamente è impossibile dare una ragione, un indizio che distingue sicuramente gli eduli, dai velenosi. Bisogna

Vedi tutta la pagina

Pagina 120


Il giuggiolo è un arboscello a foglia caduca, che di-

Vedi tutta la pagina

Pagina 129


Colui le estati, che con nere môra

Vedi tutta la pagina

Pagina 133


Dall'albor colte, pria che il sol s'infochi

Vedi tutta la pagina

Pagina 133


Ante lentem augere ollam — cioè preparare un'olla più grande che la quantità delle lenti, d'onde ne venne il nostro: pussee grand l'oeucc ch'el

Vedi tutta la pagina

Pagina 140


finisce coll'assicurare il prossimo che egli preferisce

Vedi tutta la pagina

Pagina 141


. Si vuole che l'odore aromatico della maggiorana allontani le serpi.

Vedi tutta la pagina

Pagina 149


Il che vuol dire, che essi, aperta una màndorla, vi scrivevano alcun che, e rinchiusala di nuovo la seminavano ben concimata, e le màndorle che

Vedi tutta la pagina

Pagina 153


La calunnia sta nell'affibbiare a questo frutto delle proprietà eccitanti che non à mai avuto, e la bugia nel dire che è frutto cattivo. Se

Vedi tutta la pagina

Pagina 157


Che nespola! che pocca nespola! esclamano i Milanesi ad una battosta quasi fosse una grandinata. Proverbi:

Vedi tutta la pagina

Pagina 164


Si racconta che un professore di latino, una sera d'inverno, si divertì a tirare una palla di neve ad un villano, il quale con un nodoso bastone di

Vedi tutta la pagina

Pagina 171


fatelo sgocciolare, mettetelo a cuocere in buon brodo finchè sia tutto scoppiato. Da principio non vi metterete che quel tanto di brodo che basti a

Vedi tutta la pagina

Pagina 181


. Gli Inglesi vogliono che le pastinacche troppo vecchie cagionino il delirio e la follia, onde le chiamano allora Pastinacche matte. Questa

Vedi tutta la pagina

Pagina 182


Var pussee una grana de pever che una zucca.

Vedi tutta la pagina

Pagina 192


Il che, in due parole, vuol dire: che la pera è migliore cotta che cruda e che bisogna inaffiarla di vino. Dagli scrittori greci sappiamo, che il

Vedi tutta la pagina

Pagina 196


lo assaporò. Teocrito Siracusano e Naptolemo Pariano assicurano che il primo ritrovatore del pomo sia stato Dionisio. Aldovrando assicura invece che

Vedi tutta la pagina

Pagina 210


È meglio mangiare veleno, che mele nate in cattivo terreno.

Vedi tutta la pagina

Pagina 214


spesso, perchè diceva che i porri lo facevano cantar bene. Taddeo, medico fiorentino insignissimo, che li mangiava crudi con sale, dice che purgano lo

Vedi tutta la pagina

Pagina 224


Il nome di rosa dal greco rhodon, rosa, o dal celtico roag che significa rosso. La rosa è la regina dei fiori, la figlia del cielo, il sorriso della

Vedi tutta la pagina

Pagina 238


Raccontasi che Cinea di Tessaglia, filosofo ed oratore, discepolo di Demostene e ambasciatore di Pirro, colui che à fatto dire a Pirro di aver preso

Vedi tutta la pagina

Pagina 278


(libro 3). Era tanta la venerazione che gli antichi portavano allo zafferano, che lo chiamavano il re dei vegetali. I Romani lo credevano atto a

Vedi tutta la pagina

Pagina 288


CHE

Vedi tutta la pagina

Pagina V


CHE LA PATERNA MENSA

Vedi tutta la pagina

Pagina V