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Dottor Antonio
Il frutteto a tavola ed in dispensa
188844 1887 , Milano , Guigoni 31 occorrenze

volete dei tartufi seminate delle ghiande di quercia.» Questo aforismo dal Conte de Gasparin riassume l'esperienza di oltre 60 anni. Nel 1834 un botanico

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al tartufo. Fu nel medio Evo e in Italia, che si incominciò a impiegarvi il porco. Il Platina del secolo XVI nel suo libro De honesta Voluptate dice

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Rumpimuis altricem tenero de cortice terram Tubera, boletis poma secunda sumus.

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Bevagna doveva nascere di lì a poco Alfonso Ceccarelli celebre autore dell'opuscolo sui tartufi. E il tartufo che era già comparso ai fius soupers de la

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De remedio amoris: Est tibi, rure bono generosæ fertilis uvæ Vinea, ne nascens uva sit usta time.

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Ma pare servisse solo in medicina (Galeno. De Simpl. Med. Fac. cap. 120). L'epoca vera della prima introduzione dello zuccaro in Europa è oscura. Era

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Pommgranaa Melograno Ribes Ribes Sciresa Ciliegia Stacchett de Garofen Garofano Tè Tè Triffol Tartufo Uga Uva Uga spina Uva Ughetta Uva Vaniglia Vaniglia

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-Savarin questa maniera di far la cioccolatta: «Quand vous vou» drez prendre du bon chocolat, faitez-le faire dès » la veille, dans une cafetière de

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nel 1669 lo portò in Francia. Un Armeno della sua Ambasciata fu il primo che apri una bottega da Caffè sulla Foire S.t Germain, Quai de l'ècole.

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'aime mieux souffrir que de ne pas sentir.» Parini lo cantò nel Mattino:

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Ma se nojosa ipocondria t'opprime E troppo intorno alle vezzose membra Adipe cresce, de' tuoi labbri onora La nettarea bevanda, ove abbronzato Fuma

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bocca. Quel sudore non deve escire assolutamente. Non lasciatelo scappare — ritirate il vostro caffè che sia di un biondo foncè — color tabacco de' frati

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, viens donc, inspire-moi: Je ne veux qu'un desert, mon Antigone, et toi! A peine j'ai senti ta vapeur odorante. Soudain de ton climat la chaleur

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, ciliegiola, marenella de' nostri monti. La ciliegia è il primo sorriso della Primavera. Si la ciliegia, che l'amarasca, mature sono sanissime

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proverbio: Il fico vuol avere collo da impiccato e camicia di furfante, che nel nostro dialetto suona così: El figh per vess bell el dev vess lung de

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di fragrantissime pesche, di fichi dolcissimi, di prelibati lamponi e ti bea coi mille sorrisi d'oro e di rubino de' suoi pampini.

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'ambrosia degli Dei era il sugo del fico. Ippocrate nel lib. 2 De Dieta, dice: Est et ficus cum cibis bona et meracum vinum abipsa. Cioè di bergli

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il tartaro dei denti, che egli stesso guarì dalla gotta col suo uso e ne scrisse una dissertazione De fragaria vesca. Ma lo svedese Cullen non gliela

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ultimo sviluppo. L'assenza della luce e un'atmosfera tranquilla accelerano singolarmente la loro moltiplicazione. Pervenuti alla maturità emettono de

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Garofano. — (Cariophyllus aromaticus, Eugenia Cariophyllata, Myrtus Cariophyllus). Mil. Garofen - Stacchett de Garofen. - Fi. Girofle. Ted

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La Mora (Rubus fructicosus vulgaris). Mil. Môra. - Fr. Mure de ronce.-Ted. Brombeere.-Ingl. Blackberry) prugnola del rovo il cui arbusto, ovunque

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fragranza de' suoi fiori, ci annuncia il prossimo arrivo della Primavera. Si trova copioso nelle siepi che difende, col viluppo de' suoi rami intricati e

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punicus, rosso scarlatto, il colore de' suoi fiori — e granatum dalla quantità dei grani. Onde da noi è detto melagranata e à dato pure il nome al rosso

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compare allegra al dessert. Pan e nôs, mangia de spôs dice un proverbio. Immatura ed intera, vien confettata collo zuccaro ed il miele e forma uno

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Ateneo ne scrisse lungamente de' suoi vizi e delle sue virtù. A Brinzio sul Varesotto, avvi un noce che si vuole sia tre volte secolare. Il suo

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mangiano tali e quali sono, o si condiscono a foggia d'insalata. Orazio, in uno de' suoi accessi d'amore per l'aurea mediocrità, non desiderava altra cosa

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el pever, veg sù el pever, rincarire — essere caro. Vess una grana de pever, piccino di corpo, ma d'intelletto acutissimo.

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una virtù purgativa, se ne fà infusione e sciroppo, perdono molto coll'essicazione. In caso di avvelenamento coi fiori, foglie o mandorle de' suoi

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tingersi in giallo, mandare un po' della sua fragranza, e a cadere spontaneamente — indizio più sicuro è il colore nero de' suoi acini. Il raccolto è da

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innoltrata. Il cogliere un melone a suo tempo non è abilità di tutti — da qui il nostro proverbio: De melon ghe nè pocch de bon. Se si coglie acerbo non à

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melangolo. Le qualità del buon melone sono descritte nella seguente epistola di Antonio Bauderon, de Senecè, poeta famoso e dottore illustre della

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