LA PANATA DELLA BUONA MASSAIA Spezzate il pane secco e mettetelo in una casseruola, imbevetelo d'acqua, conditelo con sale, pepe, odore di noce moscata e un pizzico di zucchero. Lasciate inzuppare il pane per venti minuti, poi mettete la casseruola al fuoco, rimovendo il contenuto con un cucchiaio di legno fino ad ebullizione. Aggiungete alquanto burro e lasciate crogiolare a fuoco dolce per un'ora circa. Allora la panata, che deve esser ridotta come una pappa, è pronta per essere servita, ma in ultimo bisogna aggiungere ancora un pezzo di burro, un paio d'uova e un pugno di parmigiano.
di legno fino ad ebullizione. Aggiungete alquanto burro e lasciate crogiolare a fuoco dolce per un'ora circa. Allora la panata, che deve esser ridotta
450. Uova ai tartufi. Fate soffriggere del prosciutto sottilmente trinciato con un pezzo di burro; rovesciate questo soffritto nel piatto che dovete servire; aggiungetevi una cucchiajata di sugo di carne (n. 34) ed una di buon vino bianco; ponete il piatto sopra un treppiede con fuoco sotto, e quando questa salsa bolle mettetevi le uova senza romperne il tuorlo; condite con un poco di sale, pepe e noce moscata grattata, e quando le uova saranno cotte, ritirate il piatto e versatevi sopra un intingolo, già preparato a parte, fatto di tartufi sottilmente tagliati e scaldati quasi all'ebullizione con burro.
613. Altra gelatina di ribes. Ponete in una calderuola 2 chilogr. di zucchero in polvere, e versatevi sopra a gocce a gocce un piccolo bicchier d'acqua, rimestando con una spatola, acciò l'umettazione sia uniforme. Mettete la calderuola sul fornello a fuoco lento, e continuate a rimestare fino a che lo zucchero siasi perfettamente rasciugato. Versate allora, senza togliere la calderuola dal fuoco, 2 chilogr. di succo preparato nel modo stesso che per la gelatina precedente (n. 612); rimestate senza posa, e al primo segno di ebullizione ritirate dal fuoco la gelatina e mettetela in vasi. Questa gelatina ritiene assai meglio la fragranza ed il sapore del frutto.
che per la gelatina precedente (n. 612); rimestate senza posa, e al primo segno di ebullizione ritirate dal fuoco la gelatina e mettetela in vasi
612. Gelatina di ribes. Prendete 2 chilogr. di ribes rosso, un chilogr. di ribes bianco e mezzo chilogr. di lamponi, il tutto ben maturo. Pigiate tutte queste frutta colle mani in un vaso di terra verniciato; ritiratene i grappoli e la feccia, poneteli in un pannolino, e comprimete fortemente onde farne uscire il succo che ancora contenevano, e che unirete all'altro. Mettete tutto questo succo a bollire in una calderuola sopra fuoco gagliardo, schiumando ben bene, e dopo un quarto d'ora circa d'ebullizione, aggiungete lo zucchero nella proporzione di 75 gram. per ogni ettogr. di succo; fate cuocere ancora per mezz'ora, e continuate a schiumare. La gelatina è abbastanza cotta allorchè, versandone una cucchiajata sur un piatto, essa vi aderisce. Allora si versa entro appositi vasi, i quali si chiudono soltanto dopo due giorni.
, schiumando ben bene, e dopo un quarto d'ora circa d'ebullizione, aggiungete lo zucchero nella proporzione di 75 gram. per ogni ettogr. di succo; fate
Ogni chilogr. di carne vuole tre litri di acqua. Osservate che la pentola non bolla mai troppo forte, nè cessi mai la sua ebullizione, e che il calore sia regolato in modo di farla bollire lentamente. Si può mettere nella pentola, secondo i gusti, una cipollina abbrustolita nel fuoco e steccata con garofani.
Ogni chilogr. di carne vuole tre litri di acqua. Osservate che la pentola non bolla mai troppo forte, nè cessi mai la sua ebullizione, e che il
31. Per fare un eccellente brodo. Prendete un buon pezzo di carne magra, tagliata in quadrato più che sarà possibile; mettetelo in una pentola con acqua fredda, ed appena principia a bollire la schiumerete assai bene, dipoi salatela pochissimo, ed in poco più di mezz'ora di bollitura avrete un brodo assai sostanzioso; lo che non conseguireste mettendo la carne ad acqua bollente. La carne però, se si vuol servirla in tavola per lesso, ha bisogno di circa quattro ore di ebullizione.
Quando i funghi sono cotti, unitevi il vostro battuto di ostriche o arselle, fatelo riscaldare all'ebullizione: dipoi mettetevi alcuni rossi d'uova e pan grattato, e servitevene pei bisogni.
Quando i funghi sono cotti, unitevi il vostro battuto di ostriche o arselle, fatelo riscaldare all'ebullizione: dipoi mettetevi alcuni rossi d'uova e
84. Battuto di tartufi e raviggiuolo. Prendete alcuni tartufi, puliteli bene e trinciateli sottilmente; mettete in un mortaio un poco di eccellente raviggiuolo o formaggio tenero di buona qualità, una mollica di pane inzuppata nel brodo di pesce (n. 46), pepe, sale, un mezzo spicchio di scalogno, e poche foglie di prezzemolo: pestate bene il tutto, aggiungete due rossi d'uova e parmigiano grattato: quando sarà il tutto stemperato, mescolate i tartufi, unitamente a un poco di pane grattato. Questo ripieno non vi sembri troppo duro, perchè nello scaldarlo il raviggiuolo si liquefà, e perciò non ha bisogno di molta cottura, ma di essere portato soltanto al grado di ebullizione.
ha bisogno di molta cottura, ma di essere portato soltanto al grado di ebullizione.
112. Farinata d'orzo. Fate ammollare l'orzo nell'acqua fredda; il giorno dopo fatelo bollire con poco brodo, tanto che lo ricopra, fino al punto che sia bene scoppiato, aumentando a poco a poco il brodo; fate aumentare l'ebullizione perchè il brodo abbia luogo di ricevere tutto ciò che è dissolubile dell'orzo; passatelo poscia per un pannolino bianco con molta forza, e rimettete dipoi il passato al fuoco, perchè se è troppo liquido prenda una maggiore consistenza, e in ciò seguite il vostro gusto.
sia bene scoppiato, aumentando a poco a poco il brodo; fate aumentare l'ebullizione perchè il brodo abbia luogo di ricevere tutto ciò che è
158. Essenza di condimento. Mettete in una casseruola di terra una bottiglia di vin bianco, una mezza bottiglia di aceto, il sugo di quattro limoni, 1 ettogr. di pepe in polvere, 10 gram, di garofani, 10 gram, di macis, 50 gram, di prugnole secche, sei foglie d'alloro, un piccolo pugno di timo e basilico, trenta scalogni schiacciati, 25 gram. di prezzemolo secco, tre spicchi di aglio; fate scaldare il tutto quasi all'ebullizione; in seguito mettetelo sopra la cenere calda e tenetelo caldo senza bollire per sette od otte ore, tenendo ben coperto il vaso: indi passatelo per colatoio con forza, filtratelo, e conservate l'essenza in piccoli fiaschi ben turati. Pochissima essenza basta per condire ogni specie di salsa che debba essere piccante.
basilico, trenta scalogni schiacciati, 25 gram. di prezzemolo secco, tre spicchi di aglio; fate scaldare il tutto quasi all'ebullizione; in seguito
Per ogni chilogrammo di carne occorre circa 4 litri d'acqua, la quale si lascia prima bollire, e indi vi si unisce la carne, salando poco, poichè si è sempre a tempo ad aggiungere altro sale, quando ne abbisogni, prima di ritirare il brodo dal fuoco: d'altronde dovendo il liquido consumarsi alquanto per la prolungata ebullizione, ove si salasse giustamente da principio, rimarrebbe troppo salato al momento di servirsene. Alcuni, trattandosi di carne di manzo usano metterla nella pentola ad acqua fredda; ma in questo caso è necessario, tosto che comincia a bollire, di togliere la densa schiuma che a scapito della bontà del brodo si va formando alla sua superficie; per cui consigliamo di non mettere la carne nella pentola se non quando l'acqua bolle. Poco più di mezz'ora di ebullizione basta per ottenere un brodo discretamente buono; ma la carne che si vuol servire in tavola per lesso deve cuocerò da 3 a 4 ore. Anche il brodo, continuando a bollire, diviene più sostanzioso.
alquanto per la prolungata ebullizione, ove si salasse giustamente da principio, rimarrebbe troppo salato al momento di servirsene. Alcuni, trattandosi di
Fate bollire l'acqua, mettetevi il pezzo di manzo compreso l'osso della giunta, salate convenientemente e lasciate continuare l'ebullizione a fuoco moderato finchè sia cotta la carne. Passate poi per colatojo il brodo ottenuto, e servitevene a piacere.
Fate bollire l'acqua, mettetevi il pezzo di manzo compreso l'osso della giunta, salate convenientemente e lasciate continuare l'ebullizione a fuoco
Per ottenere in pochi minuti un brodo abbastanza buono e sugoso, prendete un pezzo di carne di manzo senza grasso, tritatela minutamente, indi pestatela nel mortajo, in modo da ridurla come una pasta, e mettetela al fuoco con poc'acqua e giusta dose di sale. Dopo 10 o 12 minuti di ebullizione colate il brodo per pannolino, spremendo con forza la carne, e servitevene per l'uso richiesto.
pestatela nel mortajo, in modo da ridurla come una pasta, e mettetela al fuoco con poc'acqua e giusta dose di sale. Dopo 10 o 12 minuti di ebullizione
Sbattete sei tuorli d'uova unitamente ad un buon bicchiere di consommé (num. 23) tiepido, e versate il liquido a poco a poco in una scodella, dove avrete messo 300 grammi circa di farina e 50 grammi di parmigiano grattato, mescolando ed assimilando il tutto, in modo da ottenerne una pastina non troppe liquida. Mettete intanto al fuoco in una marmitta il brodo che vi abbisogna, e quando bolle gettatevi il composto suddetto, facendolo passare lentamente a traverso un crivello di metallo o colabrodo di latta, affinchè cadendo nel brodo bollente si rappigli tosto forma di vermicelli. Dopo 8 o 10 minuti d'ebullizione versate nella zuppiera e servite.
minuti d'ebullizione versate nella zuppiera e servite.
Se volete che i fiocchi d'uovo non riescano troppo grossi, aggiungete alle uova medesime, mentre le frullate, mezza tazza circa di brodo tiepido, e indi versatele cosi diluite nella pentola in cui bolle il brodo. Cinque minuti d'ebullizione sono sufficienti.
indi versatele cosi diluite nella pentola in cui bolle il brodo. Cinque minuti d'ebullizione sono sufficienti.
Un quarto d'ora di ebullizione dovrebbe essere la giusta cottura del riso; in ogni caso però non si dovrà oltrepassare i 20 minuti, giacchè una cottura prolungata lo rende meno saporito. Taluni per altro lasciano bollire il riso per un'ora e più, nella falsa supposizione che altrimenti possa riescire indigesto!
Un quarto d'ora di ebullizione dovrebbe essere la giusta cottura del riso; in ogni caso però non si dovrà oltrepassare i 20 minuti, giacchè una
Per regola generale le paste, come il riso, si mettono a cuocere nel brodo quando questo bolle, procurando che l'ebullizione non ne sia interrotta che per pochi istanti; altrimenti il brodo stesso si fa farinoso.
Per regola generale le paste, come il riso, si mettono a cuocere nel brodo quando questo bolle, procurando che l'ebullizione non ne sia interrotta
Prendete una cipolla, una carota, sedano, basilico e prezzemolo; tritate il tutto sul tagliere e mettetelo indi in una pentola con 3 litri d'acqua e sale in proporzione, nonchè 5 o 6 pomidori spezzati. Dopo tre ore circa d'ebullizione, passale allo staccio tutto il contenuto della pentola, schiacciando e premendo bene le erbe ed i pomidori acciò diano tutto il loro sugo, e rimettete poscia al fuoco il liquido ottenuto aggiungendovi 2 ettogr. di burro, e lasciando bollire per altri 10 o 12 minuti. Allora versate questa sorta di brodo in una zuppiera, nella quale avrete preparato il pane tagliato a fette ed abbrustolito, e servite con parmigiano grattato.
sale in proporzione, nonchè 5 o 6 pomidori spezzati. Dopo tre ore circa d'ebullizione, passale allo staccio tutto il contenuto della pentola
Se volete mangiarli al brodo, non avete che a farli cuocere come le altre minestre, avvertendo solo che per ogni 4 dozzine di agnellotti occorre un litro di brodo: se invece volete farli al sugo, li lesserete prima nell'acqua, gettandoveli a pochi per volta quando questa è in piena ebullizione; indi ne li ritirerete con una mestola bucherata, a fine di farli sgocciolare, e mettendoli a strati in un gran piatto, li condirete con buon parmigiano grattato e sugo di carne, come abbiamo detto per le paste al sugo (num. 90).
litro di brodo: se invece volete farli al sugo, li lesserete prima nell'acqua, gettandoveli a pochi per volta quando questa è in piena ebullizione
Devesi procurare di mantener caldo il piatto in cui si condiscono i taglierini, onde questi non si raffreddino di troppo: gioverà pertanto tenere il piatto stesso, durante l'operazione, sur una marmitta in cui sia dell'acqua in ebullizione.
piatto stesso, durante l'operazione, sur una marmitta in cui sia dell'acqua in ebullizione.
o due piccioni, già vuotati delle interiora e lavati, e nell'interno de' quali abbiate messo giusta dose di sale ed un pezzetto di burro. Ciò fatto, sovrapponete alla pignatta il suo coperchio, e lasciate così c le i vostri piccioni cuocino in forza del vapore che si sviluppa dal liquido bollente, solo avvertendo di rivoltarli dopo mezz'ora di ebullizione, ricoprendo subito la pignatta.
, solo avvertendo di rivoltarli dopo mezz'ora di ebullizione, ricoprendo subito la pignatta.
Tre quarti d'ora d'ebullizione sono necessari per cuocere una grossa arigusta; ma per quelle più piccole basta mezz'ora. Quando è cotta, ritiratela dall'acqua; apritela in mezzo per lo lungo con un cotello robusto, dal mezzo della schiena al mezzo del ventre; toglietele la vescichetta dello stomaco (di solito piena di grossa sabbia) ed il budellino che da questo va sino al foro anale, e indi servitela così aperta in un piatto, calda o fredda a piacere, condita con olio, limone, sale e pepe, ed anche, se vi aggrada, alcuni capperi.
Tre quarti d'ora d'ebullizione sono necessari per cuocere una grossa arigusta; ma per quelle più piccole basta mezz'ora. Quando è cotta, ritiratela
chilogr. di ribes rosso, un chilogr. di ribes bianco e mezzo chilogr. di lamponi ben maturi; passate il tutto a traverso un pannolino, spremendo con forza i grappoli e le fecce onde cavarne quanto più succo sia possibile; mettete questo in una calderuola sopra fuoco gagliardo; schiumatelo quando occorre, e dopo un quarto d'ora d'ebullizione aggiungetevi 2 chilog. di zucchero. Fate cuocere ancora per mezz'ora, continuando a schiumare, e versate poi in vasi o alberelli di terraglia, che chiuderete soltanto dopo due giorni. La gelatina è al suo punto di cottura quando versandone una cucchiajata in un piatto essa vi aderisce.
occorre, e dopo un quarto d'ora d'ebullizione aggiungetevi 2 chilog. di zucchero. Fate cuocere ancora per mezz'ora, continuando a schiumare, e versate
Prendete dunque 3 chilogr. di queste susine, apritele in mezzo, toglietene il nòcciolo, pigiatele e passatele attraverso uno staccio, facendo che in questo rimangano soltanto le bucce. Mettete in una calderuola la poltiglia o succo così ottenuto; fate cuocere a fuoco gagliardo, tramenando col mestolo, e dopo 15 o 20 minuti d'ebullizione aggiungete circa 2 chilogr. di zucchero, mescolate ben bene, e lasciate sul fuoco ancora per mezz'ora rimestando sempre e schiumando quando occorre. Infine mettete la vostra gelatina in barattoli o alberelli, e quando sia raffreddata turate i vasi.
mestolo, e dopo 15 o 20 minuti d'ebullizione aggiungete circa 2 chilogr. di zucchero, mescolate ben bene, e lasciate sul fuoco ancora per mezz'ora
Procuratevi 2 chilogr. di more (frutto del rovo), che non siano troppo mature, e senza schiacciarle ponetele al fuoco in una calderuola con 2 chilogr. di zucchero in polvere. Il calore farà tosto screpolare le more, le quali allora renderanno tutto il loro succo, che sarà perfettamente limpido; mentre se aveste schiacciato la frutta esso riescirebbe torbido. Discioltosi indi lo zucchero, pochi minuti di ebullizione basteranno perchè il sciroppo sia fatto. Allora lo colerete attraverso uno staccio di crine, sul quale rimarranno le more spappolate, che vi guarderete dal premere, onde non intorbidare il vostro sciroppo, che così non avrà bisogno d'essere chiarificato.
; mentre se aveste schiacciato la frutta esso riescirebbe torbido. Discioltosi indi lo zucchero, pochi minuti di ebullizione basteranno perchè il sciroppo
Prendete la quantità di frutta che può abbisognarvi, siano ciriege, fragole, lamponi, ribes, albicocche, pesche, ecc., purchè in istato di perfetta maturità: togliete il nòcciolo a quelle che lo hanno, pigiatele (ogni specie separatamente), passatele allo staccio crude, e riempitene tante bottiglie nere fortissime, le quali indi turerete a forza legandone il turacciolo con un laccio di spago o di fil di ferro in croce. Mettete poscia queste bottiglie in una gran caldaja, avvolgendole con paglia o con stracci onde non cozzino insieme e si rompano; versate nella caldaja stessa tant'acqua fredda quanta ne abbisogna per sommergere tutte le bottiglie; ponete sul fuoco, ed appena l'acqua sarà in ebullizione, ritirate la caldaja in un angolo e lasciate freddare. Dopo ciò levate dall'acqua le vostre bottiglie, trasportatele in cantina, e serbatele per l'uso.
quanta ne abbisogna per sommergere tutte le bottiglie; ponete sul fuoco, ed appena l'acqua sarà in ebullizione, ritirate la caldaja in un angolo e
Prendete un buon pezzo di carne magra, tagliata in quadra più che sarà possibile; mettetelo in una pentola con acqua fredda, ed appena principia a bollire la schiumerete assai bene, dipoi salatela pochissimo, ed in poco più di mezz'ora di bollitura avrete un brodo assai sostanzioso; lo che non conseguireste mettendo la carne ad acqua bollente. La carne però, se si vuol servirla in tavola per lesso, ha bisogno di circa tre ore di ebullizione.
conseguireste mettendo la carne ad acqua bollente. La carne però, se si vuol servirla in tavola per lesso, ha bisogno di circa tre ore di ebullizione.
Ogni chilogrammo di carne vuole tre litri di acqua. Osservate che la pentola non bolla mai troppo forte, nè cessi mai la sua ebullizione, e che il calore sia regolato in modo di farla bollire lentamente. Si può mettere nella pentola secondo i gusti una cipollina abbrustolita nel fuoco e steccata con garofani.
Ogni chilogrammo di carne vuole tre litri di acqua. Osservate che la pentola non bolla mai troppo forte, nè cessi mai la sua ebullizione, e che il
Per avere in poco tempo un brodo buono e sugoso, prendete un pezzo di carne di manzo senza grasso, tritatela minutamente, poi pestatela nel mortajo, riducetela come pasta, e mettetela al fuoco con poc'acqua e giusta dose di sale. Dopo 10 o 12 minuti di ebullizione colate il brodo per pannolino, spremendo con forza la carne, e servitevene per l'uso richiesto.
, riducetela come pasta, e mettetela al fuoco con poc'acqua e giusta dose di sale. Dopo 10 o 12 minuti di ebullizione colate il brodo per pannolino
Nella preparazione della carne e del brodo per il soldato non sarebbero pratici questi estremi, non conciliando nessuno dei due una bontà discreta del brodo con la maggiore nutritività possibile della carne bollita, ciò che appunto si mira ad ottenere. Per raggiungere questo scopo intermedio si consiglia piuttosto di metter la carne ad acqua calda, ma non bollente (a + 50°C), di spingere quindi lentamente l'ebullizione e di mantenere in seguito una temperatura vicino a + 100° (+ 90°) per 4 o 5 ore, o meglio, secondo il Baranski, una temperatura a circa + 75° per due o tre ore soltanto. Così operando potrà ottenersi ad un tempo un brodo abbastanza buono e della carne bollita non troppo spoglia di principii sapidi e nutritivi.
consiglia piuttosto di metter la carne ad acqua calda, ma non bollente (a + 50°C), di spingere quindi lentamente l'ebullizione e di mantenere in seguito
Si adatta un tubo di comunicazione D fra il pallone ed il refrigerante C, col mezzo di due turaccioli di gomma, e si colloca la provetta sotto al refrigerante stesso. Si accende la lampada e si riempie di acqua fredda il refrigerante, al quale, per garentirvi un continuo rinnuovamento di questa durante la distillazione, si soprappone il vaso II pure ripieno di acqua, che, per mezzo della gamba g perforata, può far passare lentamente l'acqua stessa nel fondo del refrigerante, mentre per il beccuccio li può sfuggirne quella già riscaldata che tende a portarsi alla superficie. Cosi montato l'apparecchio, il vino non tarda ad entrare in ebullizione. L'alcool essendo più volatile dell'acqua, passa naturalmente pel primo a condensarsi nel serpentino e cade nella provetta sottostante.
'apparecchio, il vino non tarda ad entrare in ebullizione. L'alcool essendo più volatile dell'acqua, passa naturalmente pel primo a condensarsi nel
Un altro modo, fra i tanti escogitati, per valutare la ricchezza alcoolica del vino, che ricordo perchè di comune uso e tale da offrire risultati molto esatti, si è quello della determinazione del punto d'ebullizione del vino stesso.
molto esatti, si è quello della determinazione del punto d'ebullizione del vino stesso.
È bene stabilito che alla normale pressione atmosferica di 0,76 l'acqua distillata bolle a + 100° C, l'alcool assoluto a +78°; ne conseguirà che una miscela di acqua e di alcool, alla quale si può assimilare il vino, avrà il suo punto di ebullizione a temperature intermedie fra quei due estremi, e tanto più vicino a 100°, quanto più acqua conterrà il miscuglio e, viceversa, tanto più vicino a 78°, quanto più questo sarà ricco di alcool.
miscela di acqua e di alcool, alla quale si può assimilare il vino, avrà il suo punto di ebullizione a temperature intermedie fra quei due estremi, e
Per una simile valutazione servono appunto gli ebullioscopi, fra i quali i più conosciuti e perfezionati sono quello del Malligand e l'ebullimetro del Salleron, la cui descrizione e modo di servirsene si trovano nelle istruzioni che li accompagnano. Dei due apparecchi però sembra preferibile il secondo, perchè elimina alcune cause di errore inerenti all'uso del primo, e perchè allo strumento va unito un regolo calcolatore che serve a tradurre prontamente in ricchezza alcoolica la temperatura d'ebullizione osservata per il vino od altro liquore alcoolico sottoposto ad esame, senza bisogno di calcolo o di tavole calcolate.
prontamente in ricchezza alcoolica la temperatura d'ebullizione osservata per il vino od altro liquore alcoolico sottoposto ad esame, senza bisogno di
8° Non intorbidatone sensibilmente per la ebullizione. Per questa i bicarbonati terrosi che trovansi disciolti nell'acqua, perdendo un equivalente di acido carbonico, sono ridotti a carbonati insolubili e precipitano, producendo nell'acqua maggiore o minore intorbidamento a seconda della proporzione più o meno grande in cui vi si trovano.
8° Non intorbidatone sensibilmente per la ebullizione. Per questa i bicarbonati terrosi che trovansi disciolti nell'acqua, perdendo un equivalente di
Tutto considerato è da ritenersi perciò preferibile a questo scopo l'uso del tricloruro di oro, che, soprattutto a caldo, è decomposto dalle sostanze organiche, con riduzione dell'oro metallico. Difatto, aggiungendo in un tubo d'assaggio a 25 o 30 cc. di acqua da esaminare un cc. circa di una leggera soluzione del cloruro ricordato e scaldando fino all'ebullizione, qualora l'acqua sia polluta per sostanze organiche, i reflessi aurei che impartì alla medesima il reattivo, si cambieranno in una tinta violetta d'intensità proporzionale al grado della polluzione. Altrettanto non avverrà qualora l'acqua sia scevra o quasi di avanzi organici; essa rimarrà con i suoi reflessi aurei inalterati o quasi.
leggera soluzione del cloruro ricordato e scaldando fino all'ebullizione, qualora l'acqua sia polluta per sostanze organiche, i reflessi aurei che impartì
A questo scopo sono da ritenersi più che sufficienti il 1° ed il III0 dei saggi idrotimetrici (Vedi la lett. a del paragrafo precedente). Col 1° si può misurare la durezza totale dell'acqua, quella cioè che le deriva da tutti i sali terrosi (carbonati, solfati, cloruri, ecc. di calcio e di magnesio), e che non dovrebbe oltrepassare i 22° idrotimetrici. Col III0 saggio si misura invece la durezza permanente dell'acqua, quella cioè che vi persiste dopo la ebullizione, e che è dipendente dai sali terrosi non allo stato di bicarbonato, e perciò non precipitabili pei; l'azione del calore. Questa durezza non dovrebbe oltrepassare nell'acqua potabile i 12° idrotimetrici. La differenza poi fra la durezza totale e la permanente rappresenta la durezza transitoria, quella cioè che sparì nell'acqua mediante la ebullizione e che è costituita dai bicarbonati terrosi. Delle due durezze, permanente e transitoria, è facile comprendere qualmente la prima sia la più grave e più meritevole di attenzione, come quella che è costituita il più delle volte dai solfati terrosi che rendono prontamente l'acqua grave, selenitosa ed impropria agli usi domestici; come quella che non è suscettibile di correzione a mezzo dell'ebullizione.
dopo la ebullizione, e che è dipendente dai sali terrosi non allo stato di bicarbonato, e perciò non precipitabili pei; l'azione del calore. Questa
1° Evaporare almeno un litro d'acqua in una capsula a bagno-maria scaldato in guisa da mantenere una ebullizione leggera. Continuare a scaldare per 4 ore ancora dopo la disseccazione completa, e pesare il residuo al milligrammo almeno.
1° Evaporare almeno un litro d'acqua in una capsula a bagno-maria scaldato in guisa da mantenere una ebullizione leggera. Continuare a scaldare per 4
b) Determinazione del grado idrolimetrico. Si prepara prima di tutto un liquore di prova, o soluzione saponosa, sciogliendo 100 grammi di sapone di Marsiglia in 1,600 grammi di alcool a 90°, coll'aiuto del calore portato fino alla ebullizione. A questo liquido filtrato si aggiungono grammi 1000 di acqua distillata: si ottiene così 2700 grammi di liquido. Per determinarne esattamente il titolo si fa uso di una soluzione di gr. 0,25 di cloruro di calcio fuso, o di gr. 0,59 di azotato di barite in un litro di acqua distillata.
Marsiglia in 1,600 grammi di alcool a 90°, coll'aiuto del calore portato fino alla ebullizione. A questo liquido filtrato si aggiungono grammi 1000 di
Il miscuglio è portato quindi alla ebullizione, mantenuta esattamente durante 10 minuti, a partire dal momento in cui il liquido principia a bollire. La colorazione del miscuglio, bruno-violacea al principio, un poco più rossa alla ebullizione, non deve mai girare al giallo;
Il miscuglio è portato quindi alla ebullizione, mantenuta esattamente durante 10 minuti, a partire dal momento in cui il liquido principia a bollire
1° Ebullizione protraila per alquanti minuti. È mezzo efficace di depurazione dell'acqua; ne espelle i gas nocivi che può contenere in dissoluzione, in specie l'idrogeno solforato; decompone in parte il carbonato d'ammoniaca di cui l'acqua può essere impura; precipita gran parte dei suoi sali (carbonati) terrosi, attenuandone cosi la durezza; coagula l'albumina delle materie organiche; uccide i microrganismi che possono contaminarla, ad eccezione forse dei vibrioni e di vari bacteri che possono resistere a tem-perature superiori a + 100° e fino a +110° C.
1° Ebullizione protraila per alquanti minuti. È mezzo efficace di depurazione dell'acqua; ne espelle i gas nocivi che può contenere in dissoluzione
La correzione dell'acqua mediante la ebullizione esigerebbe sempre un'altra correzione successiva, la diligente aereazione, inquantochè l'acqua bollendo, come fu già detto, si fa grave per perdita dei gas atmosferici che tiene normalmente disciolti (gas di aereazione).
La correzione dell'acqua mediante la ebullizione esigerebbe sempre un'altra correzione successiva, la diligente aereazione, inquantochè l'acqua
I diplomatici, gli ambasciatori e simili mangiano bene e vogliono piatti fini. Per ciò qui ci vuole un sugo o consumato (coulis) di gamberi. Mettete dunque in una casseruola burro, cipolla trita, carote, prezzemolo, funghi e passate sul fuoco. Aggiungete un po' di farina sino ad ebullizione, indi lasciate bollire adagio per tre quarti d'ora. Aggiungete allora la stessa quantità di coulis di gamberi e fate ridurre mescolando col cucchiaio fino che la salsa sia liscia e ben legata. Mettete allora il pezzo di lesso intero a cuocere per mezz'ora in questo intinto, che farete legare ancora con burro e prezzemolo trito e servite caldo. Perchè la salsa riesca più vellutata, sarà bene in fine aggiungere un cucchiaino di estratto Liebig.
dunque in una casseruola burro, cipolla trita, carote, prezzemolo, funghi e passate sul fuoco. Aggiungete un po' di farina sino ad ebullizione, indi
Spezzate il pane secco e mettetelo in una casseruola, imbevetelo d'acqua, conditelo con sale, pepe, odore di noce moscata e un pizzico di zucchero. Lasciate inzuppare il pane per venti minuti, poi mettete la casseruola al fuoco, rimovendo il contenuto con un cucchiaio di legno fino ad ebullizione. Aggiungete alquanto burro e lasciate crogiolare a fuoco dolce per un'ora circa. Allora la panata, che deve esser ridotta come una pappa, è pronta per essere servita, ma in ultimo bisogna aggiungere ancora un pezzo di burro, un paio d'uova e un pugno di parmigiano.
. Lasciate inzuppare il pane per venti minuti, poi mettete la casseruola al fuoco, rimovendo il contenuto con un cucchiaio di legno fino ad ebullizione
Mettete in una casseruola quattro o cinque pugni di mollica polverizzata, scioglietela con latte caldo lasciandola inzuppar bene per mezz'ora ed aggiungete zucchero in polvere e odore di scorza di limone. Rimescolate sul fuoco sino ad ebullizione, ma dopo due tre bollori, tirate indietro ed aggiungete due uova intere e due rossi.
aggiungete zucchero in polvere e odore di scorza di limone. Rimescolate sul fuoco sino ad ebullizione, ma dopo due tre bollori, tirate indietro ed
Mettete in un vaso di terraglia e pigiate coi pugni 2 chilogrammi di ribes rosso, un chilogrammo di ribes bianco e 500 grammi di lamponi ben maturi; passate il tutto traverso un pannolino, pigiate con forza i grappoli e le fecce, onde cavarne quanto più sugo sia possibile; mettete questo in una cazzaruola sopra fuoco gagliardo; schiumatelo quando occorre, e dopo un quarto d'ora d'ebullizione aggiungetevi 2 chilogrammi di zucchero. Fate cuocere ancora per mezz'ora, continuando a schiumare, e versate poi la gelatina in vasi, o alberelli di terraglia, che chiuderete soltanto dopo 2 giorni.
cazzaruola sopra fuoco gagliardo; schiumatelo quando occorre, e dopo un quarto d'ora d'ebullizione aggiungetevi 2 chilogrammi di zucchero. Fate cuocere
Prendete la quantità di frutta che può abbisognarvi, come per esempio: ciliege, fragole, lamponi, ribes, albicocche, pesche, purché in stato di perfetta maturità: togliete loro il nocciolo, se lo hanno, pigiatene ogni specie separatamente e passatele allo staccio crude; poi riempitene tante bottiglie nere fortissime, le quali turerete a forza, legandone il turacciolo con un laccio di spago, o fil di ferro in croce. Mettete poscia queste bottiglie in una gran caldaia, avvolgendole con paglia, o con stracci, onde non cozzino insieme e si rompano; versate nella caldaia stessa tant'acqua fredda quanta ne abbisogna per sommergere tutte le bottiglie: indi ponetela sul fuoco, ed appena l'acqua sarà in ebullizione, ritiratela in un angolo, lasciando freddare il contenuto. Dopo ciò levate dall'acqua le vostre bottiglie, trasportatele in cantina, e serbatele per l'uso.
quanta ne abbisogna per sommergere tutte le bottiglie: indi ponetela sul fuoco, ed appena l'acqua sarà in ebullizione, ritiratela in un angolo