In un altro campo, è degno di nota anche l'articolo del Dott. Alamanno Guercini, RedattoreCapo del «Giornale Vinicolo Italiano» (che si occupò intelligentemente, in molti scritti, della cucina futurista) il quale affronta il problema dell'arredamento dei locali in cui si consumano vini e bevande italiane. Ecco i punti più significativi del suo articolo:
italiane. Ecco i punti più significativi del suo articolo:
Durante la «Mostra d'Arte Futurista» al Circolo degli Amici dell'Arte di Novara, venne organizzato, per volontà del Dott. Rosina, Presidente della Federazione dei Commercianti, un banchetto diretto dai futuristi Fillìa e Ermanno Libani. Ecco come lo stesso direttore del giornale «L'Italia Giovane» ha descritto in un arguto articolo l'avvenimento:
Federazione dei Commercianti, un banchetto diretto dai futuristi Fillìa e Ermanno Libani. Ecco come lo stesso direttore del giornale «L'Italia Giovane
Del pollofiat taccio a titolo di protesta. Per rabbonirci, Fillìa tesse l'elogio della donna dell'avvenire calva con gli occhiali: ecco una combinazione fortunata, donne calve e pollofiat!
Del pollofiat taccio a titolo di protesta. Per rabbonirci, Fillìa tesse l'elogio della donna dell'avvenire calva con gli occhiali: ecco una
Ed ecco apparire i camerieri con grandi vassoi recanti il «servovolatine di prateria» consistente in un impasto discretamente diabolico dove fette di barbabietola e fette di arancio facevano comunella insieme alleate da olio ed aceto e pizzichi di sale. Molti dei pranzanti avevano già, a questo punto, il loro apparato digerente in condizioni non del tutto normali, cosicché non si possono rimproverare se non seppero reprimere un istintivo gesto di terrore allorché apparve la guantiera sorreggente la «cibarie conclusiva». Cibarie che si gloriava d'un nome oltremodo dinamico: «Elettricità atmosferiche candite». Queste care ed indimenticabili «elettricità» avevano la forma di coloritissime saponette di finto marmo, contenenti nel loro interno una pasta dolciastra formata con ingredienti che solo sarebbe possibile precisare con una paziente analisi chimica. Dobbiamo dire, per scrupolo di cronisti, che solo una minima parte dei banchettanti osò recare queste saponette alla bocca: di coloro che osarono non si conoscono sventuratamente i nomi. Diciamo sventuratamente perchè un simile manipolo di eroi meriterebbe di vedersi, per lo meno, eternato in una lapide di bronzo.
Ed ecco apparire i camerieri con grandi vassoi recanti il «servovolatine di prateria» consistente in un impasto discretamente diabolico dove fette di
Carissimo, Ricordi? Hai scritto, una volta, che io, Marco Ramperti, appartengo all'estrema destra del parlamento futurista. Tu sei l'amabilità in persona, mio caro Marinetti, con tutti i pugni e schiaffi della tua dialettica d'assalto, e non potevi dire con più grazia d'uno che, essendoti attento ed amico, ha però le sue idee, che non sono sempre quelle del tattilismo e delle parole in libertà. Volevi essermi gentile, e m'hai fatto un posticino alla tua destra, fra i convertibili, mentre potevi benissimo lasciarmi fuori dell'uscio, fra i passatisti senza rimedio e senza diritti. Da quel giorno, ti confesso, più volte i tuoi decreti-legge m'hanno posto nel crudele dilemma di rassegnarti le mie dimissioni, ovvero di domandare le tue, tanto il disparere era sensibile, e faceva insopportabile la mia presenza nella tua assemblea. Quand'ecco la tua insurrezione conviviale, il tuo manifesto contro la pasta asciutta: ed ecco che, rianimato, illuminato, rifatto in un momento pieno d'audacia fedele, il tuo pallido futurista ad honorem passa d'un balzo dall'estrema destra all'estrema sinistra delle tue assisi, e, per Dio, ti grida il suo consenso pieno, assoluto, fanatico, disperato.
il disparere era sensibile, e faceva insopportabile la mia presenza nella tua assemblea. Quand'ecco la tua insurrezione conviviale, il tuo manifesto
Non importa. Vinceremo meglio, vincendo tardi, come in tutte le buone rivoluzioni. La nostra, intanto, esprime il suo verbo, stabilisce la sua legge. Poiché gli Italiani hanno consentito al principio futurista di farsi quanto più possibile agili, desti, veloci, elettrici, furibondi, verrà bene il giorno in cui si persuaderanno che, a raggiungere un tale stato di grazia, nulla può meglio giovare del mangiar poco e scelto, del limitare i propri pasti alla stilla essenziale e alla briciola leonina. In verità quest'ultima propaganda tua, o Marinetti, è la più conseguente e logica fra tutte quelle derivate dal tuo manifesto cardinale di vent'anni fa: e non si capirebbero tante resistenze, se non ripensando, appunto, alla tenacia e caparbietà di certe abitudini dello stomaco. Non è la prima volta che un popolo c'insegna di saper rinunziare a tutto, fuorché a una ghiottoneria. Un francese che stimava i Tedeschi, il conte di Gobineau, soleva dire che di là dal Reno nessuno saprebbe commettere una viltà, fuorché per una salsiccia con crauti. È un giudizio che mi torna a mente, ripensando a quel Pulcinella che resisteva a tutto, fuorché a una manciata di vermicelli. Questo grande amore della pasta asciutta è una debolezza degli Italiani, e tu hai cento ragioni di batterla in breccia. C'è il tallone d'Achille, e c'è il palato del futurista. Ora, fra tutti i cibi ingozzanti e paralizzanti che contraddicono al tuo programma di rapidità, elasticità ed energia, la pasta asciutta è precisamente il più diffuso e calamitoso. Ma essendo il più nefasto, é anche il meno maledetto. Ed ecco la molla della tua rivolta riparatrice. Che vuol dire, quest'altra abitudine, quest'altro vizio, quest'altra abbiezione? Liberiamoci anche dalla pasta asciutta, ch'è anch'essa una schiavitù. Che ci gonfia le ganasce, come a mascherotti da fontana; che ci intoppa l'esofago, come a tacchini natalizi; che ci lega le interiora con le sue funi mollose; e ci inchioda alla scranna, repleti e istupiditi, apoplettici e sospiranti, con quella sensazione dell'inutilità che, a seconda degli individui, può dar piacere o vergogna, ma in ogni caso deve essere aborrita da chi vanti un'anima futurista, o soltanto giovine e sveglia.
precisamente il più diffuso e calamitoso. Ma essendo il più nefasto, é anche il meno maledetto. Ed ecco la molla della tua rivolta riparatrice. Che vuol dire
Per poco, nell'ultimo stadio del rinascimento, la maledetta pietanza non fu sepolta nell'oblio. Quando non se ne parlava quasi più, ecco quel cialtrone rumoroso dell'Aretino che viene a rimetterla sugli altari: e quale mezzo di propaganda che fosse migliore delle sue muse in carne e ossa procacissime?
Per poco, nell'ultimo stadio del rinascimento, la maledetta pietanza non fu sepolta nell'oblio. Quando non se ne parlava quasi più, ecco quel
Voglio però credere che questa vittoria, per quanto notevolissima, non faccia dormire sugli allori. Altre pietanze vi sono che, a un rigoroso vaglio, si mostrano indegne di ricevere le lodi dei nostri buongustai e degli onesti padri di famiglia e della prole studiosissima. Anzi è mia convinzione che sui vecchi ricettari si debbano fare sfreghi grossi così. Le nostre massaie continuano a preparare i cibi all'antica maniera perchè non saprebbero come prepararli altrimenti. Esse sentono oscuramente che questo e quel modo non vanno, ma ignorano a quale altro santo votarsi. Ed ecco che è già sorto il primo nucleo di studiosi che cerca di dare una cucina aderente ai tempi. Il compito intanto, è colossale: per distruggere basta una sola mano che accenda una miccia, ma per riedificare occorrono migliaia e migliaia di mani.
come prepararli altrimenti. Esse sentono oscuramente che questo e quel modo non vanno, ma ignorano a quale altro santo votarsi. Ed ecco che è già sorto