Per terminare al riguardo dei filtri di compenso col ricordo di un ripiego ingegnoso, citerò il filtro improvvisato dal Maggiore medico Panara a Massaua, nei primi tempi della nostra occupazione militare di quel paese, quando una delle indicazioni igieniche più urgenti che si presentava era quella di filtrar l'acqua infetta e ripugnante che sola offriva la località. «Bisognava cercare, dice il Panara nella sua relazione già citata, un mezzo di filtrazione semplice, pratico e che desse acqua abbondante per 2,500 uomini……..Noi non avevamo botti, nè mastelli, ma avevamo trovato delle grosse anfore piriformi, con la base in alto, con l'apice che si poteva forare. Riempite di sostanze filtranti, messe sopra un tripode di legno, onde collocarvi al disotto un recipiente da raccogliere l'acqua filtrata, era quello che meglio potesse corrispondere ai nostri bisogni.
di filtrar l'acqua infetta e ripugnante che sola offriva la località. «Bisognava cercare, dice il Panara nella sua relazione già citata, un mezzo di
Vennero sformati da Prampolini e Fillìa: una snella velocità slanciatissimo «lazo» di pasta frolla, sintesi di tutte le automobili affamate di curve lontane e una leggerezza di volo che offriva alle bocche guardanti 29 argentee caviglie di donna miste di mozzi di ruote e d'ali d'eliche tutte formate con soffice pasta lievitata.
lontane e una leggerezza di volo che offriva alle bocche guardanti 29 argentee caviglie di donna miste di mozzi di ruote e d'ali d'eliche tutte
Sfido! Non costava che 2 lire e m'offriva l'occasione di allestire un piatto che ogni brava massaia dovrebbe sempre fare, almeno una volta all'anno, per portar così alla mensa giornaliera una nota, sia pur piccola, di varietà.
Sfido! Non costava che 2 lire e m'offriva l'occasione di allestire un piatto che ogni brava massaia dovrebbe sempre fare, almeno una volta all'anno