La ragione è semplice. Si sa che il vento e la pioggia diffondono il polline, ma questa diffusione sarebbe insufficiente se non intervenisse l'ape. La brava visitatrice entra nel fiore e, dondolando gli stami, riceve dalle antere i granellini di polline che le cadono sul corpo. Formatine dei grumoletti, l'ape li comprime con le sue cestelle degli zampini posteriori e l'accomoda in due pallottoline.
grumoletti, l'ape li comprime con le sue cestelle degli zampini posteriori e l'accomoda in due pallottoline.
Quando, rientrando in casa, l'ape sale sul favo ed introduce le zampine posteriori coi cestelli avvolti da pallottoline fragili, opache, essa depone il polline raccolto: roseo se raccolto da reseda, porporino se di pioppetto, aranciato se di croco o di ciliegio, giallo zolfo se di salvia, verdino se di mela, bianchissimo se di lino.
Quando, rientrando in casa, l'ape sale sul favo ed introduce le zampine posteriori coi cestelli avvolti da pallottoline fragili, opache, essa depone
Con le zampine anteriori stacca le pallottoline e le deposita nelle celle prossime a quelle covate. Con la testa preme, distende il polline nel fondo delle cellette: riempitele vi sovrappone un pochino di miele e la sigilla con una scaglietta di cera che trasuda dagli anelli addominali. (E' superfluo dire che il polline serve per la «chitina», indispensabile allo sviluppo dei tessuti).
Con le zampine anteriori stacca le pallottoline e le deposita nelle celle prossime a quelle covate. Con la testa preme, distende il polline nel fondo