Ricerca libera

38 risultati per paolo
dal Prof.  Paolo  Mantegazza.
 PAOLO  CARRARA
Ricordiamo, a caso, gli scritti di Massimo Bontempelli,  Paolo  Monelli, Paolo Buzzi, Arturo Rossato, Angelo Frattini,
a caso, gli scritti di Massimo Bontempelli, Paolo Monelli,  Paolo  Buzzi, Arturo Rossato, Angelo Frattini, Salvatore di
all'alchechingio (formula dell'aeropoeta futurista  Paolo  Buzzi)
IGIENICO POPOLARE DEL Dott.  PAOLO  MANTEGAZZA ANNO DECIMOSETTIMO 1882 PICCOLO DIZIONARIO DELLA
contessa Maria Fantoni, ora vedova dell'illustre professor  Paolo  Mantegazza, mi fece la inaspettata sorpresa di onorarmi
non ricorda ad esempio i monumentali panettoni di  Paolo  Biffi e dei figli Francesco e Natale, panettoni di 15 a 25
25, e Marco  Paolo  Veneziano al 120 lib. c. 38. Presso i Romani serviva anche
un uomo di genio a perorar la mia causa. Il professor  Paolo  Mantegazza, con quell'intuito pronto e sicuro che lo
onorato: nel 1600 erano celebri quelli di Ostia. Il Papa  Paolo  II morì per indigestione di melone. Clemente VII li
critico, collaboratore del Corriere della Sera; 4. Gr. uff.  PAOLO  BUZZI, poeta, scrittore, Segretario Generale della
insegnava a mangiare le olive col pane, e fino dal tempo di  Paolo  Egineta mettevano appetito e si mangiavano per antipasto.
bocca; anzi, Plinio insegna a cocerli nel miele, Galeno e  Paolo  Egineta lo magnificano come migliore delle poma, e non solo
 Paolo  Monelli, nella difesa della pastasciutta la dichiara
Avere la palma, conquistare la palma. Del dattero ne parla  Paolo  Egineta e Zenofonte nel 2° libro della spedizione di Ciro,
in bocca, anzi Plinio insegna a cocerli nel miele. Galeno e  Paolo  Egineta lo magnificano come migliore delle poma, e non solo
onorato: nel 1600 erano celebri quelli di Ostia. Il papa  Paolo  II morì per indigestione di melone. Clemente VII li
Avere la palma, conquistare la palma. Del dattero ne parla  Paolo  Egineta e Senofonte nel 2.° libro della Spedizione di Ciro,
insegnava a mangiare le olive col pane, e fino dal tempo di  Paolo  Egineta mettevano appetito e si mangiavano per antipasto.
c. 7. Ne parlò Lodovico Romano al G.° lib., c. 25, e Marco  Paolo  Veneziano al 12.° lib., c. 38. Presso i Romani serviva