Con ciò, per quanto possano arrivare le forze private del nostro paese si crederebbe di aver raggiunta la soluzione del problema di provvedere convenientemente il nostro Esercito di un prestabilito sistema di Evacuazione e dispersione dei malati e feriti in guerra, quale è indicato dallo stato odierno della civiltà.
Con ciò, per quanto possano arrivare le forze private del nostro paese si crederebbe di aver raggiunta la soluzione del problema di provvedere
Fate cuocere, per esempio, 4 chilog. di belle e scelte castagne, o marroni, per cinque ore, ma senza lasciarle bollire troppo forte, acciocchè non gli s'infranga la pelle e non vi penetri l'acqua; raggiunta tosto la cottura, procurate di aver preparato un bacino d'acqua al medesimo grado di calore, e cambiategliela.
gli s'infranga la pelle e non vi penetri l'acqua; raggiunta tosto la cottura, procurate di aver preparato un bacino d'acqua al medesimo grado di calore
In una pentola, si fanno rosolare in 30 grammi di burro e 25 grammi di lardo, una costola di sedano, qualche foglia di salvia, una carota: tutto tritato finemente, avendo cura che il soffritto non si colori troppo in fretta. Si tagliano a dadi circa 200 grammi di patate e si gettano nel soffritto con 150 grammi di piselli sbucciati freschi (oppure secchi, fatti prima rinvenire nell'acqua fredda per qualche ora) e si unisce il sale e il pepe necessario. Si aggiunge allora circa un litro e mezzo di acqua, avendo cura di coprire il recipiente col coperchio. Dopo venti minuti circa, raggiunta l'ebollizione, si riduce il calore, prolungando la cottura per mezz'ora.
necessario. Si aggiunge allora circa un litro e mezzo di acqua, avendo cura di coprire il recipiente col coperchio. Dopo venti minuti circa, raggiunta l
Si disossa il coniglio, si passa tutta la carne alla macchina, ci si aggiunge formaggio, un uovo, sale, pepe, 3 o 4 pistacchi e se piace un piccolissimo trito di magro di pancetta di maiale. Si lavora l'impasto con tutta la calma necessaria ad ottenere un composto ben legato e formarne poi un bel salame che si fascerà strettamente con garza velata e si metterà a lessare, per un'ora e mezzo o due ore insieme a tutti gli odori. A cottura raggiunta, si toglie il salame di coniglio dal suo brodo e si fa freddare fra due piatti sotto un peso, perchè prenda più bella forma.
salame che si fascerà strettamente con garza velata e si metterà a lessare, per un'ora e mezzo o due ore insieme a tutti gli odori. A cottura raggiunta
Si prende un pezzo di merluzzo, o di palombo, o di altro pesce ben spinato e spellato, si fa cuocere al tegame con un po' di burro e sale, poi quando è freddo, si tagliuzza minutamente, si finisce con raggiunta della besciamella come si è detto più innanzi.
è freddo, si tagliuzza minutamente, si finisce con raggiunta della besciamella come si è detto più innanzi.
Le olive che voglionsi conciare per gli usi della tavola e della cucina, devono scegliersi di bella qualità, fra le più grosse e carnose, ed esser raccolte alcuni giorni prima che abbiano raggiunta una completà maturità. La prima operazione da farsi è di tenerle per ventiquattrore in una forte lisciva, onde toglier loro l'asprezza del sapore: il ranno dei tintori e de' saponaj è il più adatto ed insieme il più facile a procurarsi con tenue spesa dalle officine di questi industriali. Si mettono le olive in un orciuolo e vi si versa tanto ranno da ricoprirle: per impedire però che esse vengano a galleggiare ed obbligarle a rimanere intieramente immerse, e bene allargarvi sopra un fascetto di scopa e sovrappone a questa un leggiero peso. Il giorno appresso si cola tutto il ranno, e ad esso si sostituisce acqua fresca, la quale vuolsi cambiare successivamente più volte, finchè cioè le olive siansi purgate d'ogni traccia o residuo del ranno stesso. Si abbrevia la durata di questa seconda operazione mettendo le olive sotto la cannella d'una fontana, ovvero in un'acqua corrente racchiuse in fitta rete; perocchè il continuo rinnovarsi dell'acqua permetterà di lasciarvi le olive non più di dodici ore.
raccolte alcuni giorni prima che abbiano raggiunta una completà maturità. La prima operazione da farsi è di tenerle per ventiquattrore in una forte
È preferibile mettere a cuocere il pesce di mare, da servirsi lesso, con acqua fredda e qualche legume, portando l'acqua pian piano fino all'ebollizione. Raggiunta questa si tira indietro la pesciera e si continua la cottura col recipiente coperto e sull'angolo del fornello, di modo che l'acqua pur essendo caldissima non debba più levare il bollore. Questa permanenza sull'angolo del fornello si prolungherà più o meno a seconda della grossezza del pesce e potrà variare da pochi minuti, per i pesci piccoli, a qualche ora, per i pesci di grandissime dimensioni.
'ebollizione. Raggiunta questa si tira indietro la pesciera e si continua la cottura col recipiente coperto e sull'angolo del fornello, di modo che l'acqua pur
Comprenderete benissimo che vi sarà facile preparare sollecitamente una «vellutata» con burro e farina operando come per una besciamella, e sostituendo al latte un po' di brodo; e che aggiungendo a questa salsa uno o due rossi d'uovo e una cucchiaiata di crema avrete ottenuto in pochi minuti la alemanna. Ci si potrà obiettare che la estrema finezza delle salse classiche non sarà raggiunta; e su questo possiamo anche essere d'accordo; ma il risultato che si otterrà senza eccessiva perdita di tempo sarà ugualmente buono, in ispecie ove si tenga presente che la preparazione classica di queste salse deve essere fatta molto in grande, ciò che esorbita dai bisogni limitatissimi di una piccola cucina. Dunque delle quattro grandi salse fondamentali, la sola che dal nostro punto di vista ha una reale importante è la salsa besciamella, che troverete più appresso. Le stesse ragioni, di praticità ci hanno consigliato a non includere nel presente capitolo un elenco interminabile di salse, le quali differiscono per particolari insignificanti. Abbiamo solamente notato le più utili, e ne abbiamo inserite altre man mano che una data ricetta richiedeva una speciale salsa.
alemanna. Ci si potrà obiettare che la estrema finezza delle salse classiche non sarà raggiunta; e su questo possiamo anche essere d'accordo; ma il
L'arrow-root è una fecola, gradevole e digestiva. Se ne calcola circa un cucchiaio a persona. Si stempera nel brodo freddo, che si porta all'ebolizione, sempre mescolando. Quando l'ebollizione sarà raggiunta si mette il recipiente sull'angolo del fornello e si lascia bollire pian piano per un quarto d'ora.
'ebolizione, sempre mescolando. Quando l'ebollizione sarà raggiunta si mette il recipiente sull'angolo del fornello e si lascia bollire pian piano per un
In possesso di una certa quantità di lumache, preferibilmente di vigna, si raccolgono in un grande recipiente, che può essere anche un cesto di vimini, e si copre il recipiente badando che l'aria possa comodamente circolare. In questo recipiente, o nel cesto, si mettono dei pezzi di mollica di pane bagnata nell'acqua e spremuta e, avendone a disposizione, qualche foglia di vite. Si lasciano così in riposo le lumache per due giorni, trascorsi i quali si procede alle prime operazioni. Si versano le lumache in una grande catinella contenente acqua con un pugno di sale e un bicchiere d'aceto e s'incomincia con le mani a mescolare le lumache, che sotto questo lavaggio caveranno abbondantissima schiuma. Lavate a lungo, rinnovando un paio di volte l'acqua con l'aceto e il sale, fino a che constaterete che le lumache non fanno più schiuma. Risciacquatele allora accuratamente in acqua fresca, che cambierete più volte, e poi mettete le lumache così nettate in un piccolo caldaio con acqua fredda. Ponete il caldaio su fuoco debole. Man mano che l'acqua intiepidisce, le lumache incomincieranno a metter fuori la testa dalla loro casetta. È questo il momento di intensificare il fuoco, affinchè le bestiole possano passare a miglior vita senza rientrare nel guscio. Raggiunta l'ebollizione lasciate bollire le lumache per una diecina di minuti, poi prendetele su con una grossa mestola bucata e passatele nuovamente nella catinella con acqua fredda, per un definitivo ed ultimo lavaggio. Prendete ora un largo tegame di terraglia, metteteci dell'olio e qualche spicchio d'aglio e quando l'aglio avrà soffritto, toglietelo via, aggiungendo tre o quattro alici lavate, spinate e fatte a pezzetti. Appena le alici saranno sfatte mettete nel tegame una quantità di pomodoro proporzionato alla quantità delle lumache, ricordando che per questa pietanza il sugo deve essere piuttosto abbondante. Il pomodoro va spellato, privato dei semi e fatto in pezzi. Quando la salsa avrà preso un bel colore conditela con sale, abbondante pepe e un pizzico di foglie di menta dei campi, conosciuta a Roma col nome di mentuccia. Generalmente si usa rendere più piccante la salsa aggiungendo anche qualche pezzetto di peperoncino. Se la salsa sarà troppo spessa diluitela con un pochino di acqua. Mettete nel tegame le lumache e lasciatele insaporire su fuoco moderato per una buona mezz'ora.
le bestiole possano passare a miglior vita senza rientrare nel guscio. Raggiunta l'ebollizione lasciate bollire le lumache per una diecina di minuti
Le olive che si vogliono conciare per i bisogni della tavola e della cucina si devono scegliere di bella qualità, fra le più grosse e carnose, ed esser raccolte alcuni giorni prima che abbiamo raggiunta una completa maturità. La prima operazione che si deve fare è di tenerle per ventiquatt'ore in una forte lisciva, per toglier loro l'asprezza del sapore; il ranno dei tintori e de' saponaj è il migliore ed insieme il più facile a procurarsi con tenue spesa. Si mettono le olive in un vaso e vi si versa tanto ranno da ricoprirle, però per impedire che esse vengano a galla ed obbligarle a rimanere intieramente immerse, è bene allargarvi sopra un fascetto di scopa e sovrapporre a questo un leggiero peso. Il giorno dopo si cola tutto il ranno, e ad esso si costituisce acqua fresca, che bisogna cambiare successivamente più volte, finchè le olive siano purgate d'ogni traccia o resto del ranno stesso. Si abbrevia questa seconda operazione mettendo le olive sotto ad una fontana o in un'acqua corrente racchiusa in fìtta rete; perchè il continuo rinnovarsi dell'acqua permetterà di lasciarvi le olive non più di dodici ore.
esser raccolte alcuni giorni prima che abbiamo raggiunta una completa maturità. La prima operazione che si deve fare è di tenerle per ventiquatt'ore in
Per tali riflessioni, il mezzo migliore per riconoscere la presenza di sostanze minerali di adulterazione nella farina resta sempre quello dell'accurata incenerazione di un determinato peso della medesima e consecutiva valutazione ponderale delle ceneri ottenute. Per le diligenze da adoprarsi perchè la incenerazione riesca a dovere, rimando al § 9, II, nella trattazione delle falsificazioni del pane del commercio. Quello che occorre ora ben notare si è, che qualora le ceneri fornite da una farina sorpassino la proporzione del 2 % in peso, non mai raggiunta dalle ceneri della farina di frumento genuina, c'è di che entrare in sospetto fondato della falsificazione in discorso.
notare si è, che qualora le ceneri fornite da una farina sorpassino la proporzione del 2 % in peso, non mai raggiunta dalle ceneri della farina di
d) Acqua di pozzo. Intorno a quest'acqua occorre fare subito una importantissima distinzione: se il pozzo è scavato in terreni immuni o quasi di depositi organici, e prende alimento dall'acqua che scorre profondamente su strati inclinati, impermeabili, sui quali si rinnuova costantemente; oppure se il pozzo è alimentato dalla mappa d'acqua del sottosuolo, stagnante a poca profondità, ed è scavato per soprappiù in terreni contaminati di avanzi organici. Nel primo caso l'acqua di pozzo sarà assimilabile in tutto e per tutto a quella di sorgente, con i molti suoi pregi ed i pochi suoi difetti, un pozzo potendosi riguardare allora come una sorgente artificialmente raggiunta a rilevante profondità mediante scavi od appositi tubi insinuati nel suolo (pozzi artesiani); nel secondo caso invece l'acqua di pozzo sarà da caratterizzarsi fra le più impure, come subordinata all'inquinamento di sostanze organiche in via di decomposizione. La nota saliente di quest'acqua sarà la presenza di composti nitrosi, nitrici ed ammoniacali derivanti appunto dalle sostanze in putrefazione, che ci si immischiarono per infiltrazioni impure e deleterie di ogni sorta.
, un pozzo potendosi riguardare allora come una sorgente artificialmente raggiunta a rilevante profondità mediante scavi od appositi tubi insinuati nel
I microbi dunque, fermati sulla superficie interna dell'ampolla, non ne avevano per nulla raggiunta la superficie esterna, dopo 13 giorni di filtrazione continua animata da una caduta di acqua di 9 metri.
I microbi dunque, fermati sulla superficie interna dell'ampolla, non ne avevano per nulla raggiunta la superficie esterna, dopo 13 giorni di
L'anitra selvatica e la farchetola, più piccola della prima e di carni più delicate, si apparecchiano allo stesso modo sia arrosto che per antipasto, coll'osservazione però, che ogni selvaggiume pennuto, di carni rossiccie, dev'essere cotto fresco, o tosto, come si voglia dire, che le carni cioè, nel tagliarle, sieno rubiconde alquanto e succose. È necessaria una certa esperienza ed attenzione per bene afferrare il momento di vera cottura; ma è duopo sempre che la selvaggina non languisca sullo spiedo, e per questo motivo il fuoco deve sempre essere molto intenso. Si può riconoscere che la selvaggina ha raggiunta la sua cottura allorquando si veggano cadere alquante stille di succo, e dalle carni emani qualche poco di fumo.
selvaggina ha raggiunta la sua cottura allorquando si veggano cadere alquante stille di succo, e dalle carni emani qualche poco di fumo.
Mettete in una casseruola un ettogramma di burro con poca farina e gettatevi entro un pollo tagliato a quarti. Quando è ben rosolato, bagnatelo con brodo aggiungendovi qualche fetta di lardo e di prosciutto, dei funghi secchi previamente sboglientati ed una cipolla in cui avrete confinato qualche chiodo di garofano. Raggiunta la cottura, digrassate la cozione e passatela allo staccio, per poi amalgamarvi due tuorli d'uova stemperati con panna. Aggiungete un poco di sugo di limone, versate la salsa sul pollo e ponete in tavola.
chiodo di garofano. Raggiunta la cottura, digrassate la cozione e passatela allo staccio, per poi amalgamarvi due tuorli d'uova stemperati con panna
Pollo alla villereccia. — Mettete in casseruola un ettogramma di burro con poca farina e gettatevi entro un pollo tagliato a quarti. Ben rosolato, bagnate con brodo, aggiungendovi qualche fetta di lardo e di prosciutto, de' funghi secchi previamente sboglientati, ed una cipolla in cui avrete confinato qualche chiovo di garofano. Raggiunta la cottura, digrassate la cozione e passatela allo staccio per poi amalgamarvi due tuorli d'uova stemperati con panna, aggiungete un poco di sugo di limone, versate la salsa sul pollo e ponete in tavola.
confinato qualche chiovo di garofano. Raggiunta la cottura, digrassate la cozione e passatela allo staccio per poi amalgamarvi due tuorli d'uova stemperati
Allorché il riso avrà raggiunta la mezza cottura, versa nella casseruola mezzo bicchiere di vino bianco secco (o, se in casa non ne avessi, di comune vino nero); sala, e aggiungi anche una presina di pepe.
Allorché il riso avrà raggiunta la mezza cottura, versa nella casseruola mezzo bicchiere di vino bianco secco (o, se in casa non ne avessi, di comune