Per ingrassare un gallinaccio non vi vuole che una regola esatta, ed un poco di pazienza, per lo spazio di due mesi. Prendete un gallinaccio giovane, più grosso che sarà possibile, due mesi precisi prima che lo vogliate mangiare; fate provvisione di noci, che principiarete a dargliene una la prima mattina, la seconda due, la terza tre, la quarta quattro, e cosi di mano in mano fino a trenta, aggiungendone ogni giorno una; esso le digerisce a meraviglia; non gli fate mai mancare da bere; per ingoiargli le noci prendete il gallinaccio tra le gambe, apritegli la bocca, e a una per volta mandategliela giù, averete la precozione fino al settimo, o ottavo giorno di tenergli pronto del tritello, o farina d'orzo impastate con acqua calda, o brodo, o latte, e qualche acino di grano d'India se ne volesse, e cosi quando sarete verso la fine; mentre giunto che sarete al trentesimo giorno, e che datogli averete trenta noci, bisogna allora retrocedere, cioè ogni giorno diminuirne una, fintantochè alla fine di sessanta giorni gli darete una sola noce, come avete praticato il primo giorno, ed il giorno susseguente l'ucciderete, e lo farete infrollire almeno due giorni. Questi gallinacci ordinariamente s'ingrassano per mangiarli il Carnevale. Non si dà sapore più esquisito di un gallinaccio ingrassato in questa maniera; ma nello stesso tempo non si può negare, che richiede molta fatica, precisione, e pazienza.
noce, come avete praticato il primo giorno, ed il giorno susseguente l'ucciderete, e lo farete infrollire almeno due giorni. Questi gallinacci
Antrè = Mettete dell'acqua in una marmitta con sale, una cipolla con tre garofani, un grosso mazzetto d'erbe diverse, e odorifere, un pezzo di butirro, due fette di limone; allorchè bolle tagliate la testa, la coda, e le zampe a tre Tartarughe, fategli sortire bene il sangue, ponetele nel brodo suddetto, fatele bollire un momento, poscia scolatele, distaccategli le conchiglie, tagliate le Tartarughe in quarti, mettete a parte le uova, ed i fegati alli quali levarete bene il fiele; ponete il tutto in una cazzarola sopra il fuoco con acqua, quando principia a bollire, passate all'acqua fresca, nettate i pezzi di Tartarughe dalla pelle, e appropiatele come se fossero coscie di pollastri per una Fricassè, lavate, e asciugate bene ogni cosa. Passate la sola carne in una cazzarola sopra il fuoco con un pezzo di butirro, un mazzetto d'erbe diverse, una fetta di prosciutto se sarà di grasso, un pugno di prugnoli freschi, o funghi freschi, secondo la stagione, condite con sale, e pepe schiacciato; indi sbruffateci un pizzico di farina, bagnate con un bicchiere di vino di Carcavello, o di Sciampagna, o altro vino bianco, consumato per metà, e brodo bianco di grasso, o di magro, quanto basti; fate cuocere a picciolo fuoco. Quando sarà quasi cotto aggiungeteci le uova, ed i fegati tagliati in grossi dadi; fate dare ancora qualche bollo; indi levate il prosciutto, e mazzetto, digrassate, e legate ben bollente con una liason di tre, o quattro rossi d'uova stemperata con sugo di limone o di agresto, e servite. Non sarà che bene, se ucciderete le Tartarughe la sera per la mattina, acciò non siano coriacee.Tartarughe terrestri all'Etuvè.
di agresto, e servite. Non sarà che bene, se ucciderete le Tartarughe la sera per la mattina, acciò non siano coriacee.Tartarughe terrestri all'Etuvè.
Per ingrassare un gallinaccio non vi vuole che una regola esatta, ed un poco di pazienza, per lo spazio di due mesi. Prendete un gallinaccio giovane, più grosso che sarà possibile, due mesi precisi prima che lo vogliate mangiare; fate provvisione di noci, che principiarete a dargliene una la prima mattina, la seconda due, la terza tre, la quarta quattro, e cosi di mano in mano fino a trenta, aggiungendone ogni giorno una; esso le digerisce a meraviglia; non gli fate mai mancare da bere; per ingoiargli le noci prendete il gallinaccio tra le gambe, apritegli la bocca, e a una per volta mandategliela giù, averete la precozione fino al settimo, o ottavo giorno di tenergli pronto del tritello, o farina d'orzo impastate con acqua calda, o brodo, o latte, e qualche acino di grano d'India se ne volesse, e cosi quando sarete verso la fine; mentre giunto che sarete al trentesimo giorno, e che datogli averete trenta noci, bisogna allora retrocedere, cioè ogni giorno diminuirne una, fintantochè alla fine di sessanta giorni gli darete una sola noce, come avete praticato il primo giorno, ed il giorno susseguente l'ucciderete, e lo farete infrollire almeno duegiorni. Questi gallinacci ordinariamente s'ingrassano per mangiarli il Carnevale. Non si dà sapore più esquisito di un gallinaccio ingrassato in questa maniera; ma nello stesso tempo non si può negare, che richiede molta fatica, precisione, e pazienza.
noce, come avete praticato il primo giorno, ed il giorno susseguente l'ucciderete, e lo farete infrollire almeno duegiorni. Questi gallinacci
Antrè = Mettete dell'acqua in una marmitta con sale, una cipolla con tre garofani, un grosso mazzetto d'erbe diverse, e odorifere, un pezzo di butirro, due fette di limone; allorchè bolle tagliate la testa, la coda, e le zampe a tre Tartarughe, fategli sortire bene il sangue, ponetele nel brodo suddetto, fatele bollire un momento, poscia scolatele, distaccategli le conchiglie, tagliate le Tartarughe in quarti, mettete a parte le uova, ed i fegati alli quali levarete bene il fiele; ponete il tutto in una cazzarola sopra il fuoco con acqua, quando principia a bollire, passate all'acqua fresca, nettate i pezzi di Tartarughe dalla pelle, e appropiatele come se fossero coscie di pollastri per una Fricassè, lavate, e asciugate bene ogni cosa. Passate la sola carne in una cazzarola sopra il fuoco con un pezzo di butirro, un mazzetto d'erbe diverse, una fetta di prosciutto se sarà di grasso, un pugno di prugnoli freschi, o funghi freschi, secondo la stagione, condite con sale, e pepe schiacciato; indi sbruffateci un pizzico di farina, bagnate con un bicchiere di vino di Carcavello, o di Sciampagna, o altro vino bianco, consumato per metà, e brodo bianco di grasso, o di magro, quanto basti; fate cuocere a picciolo fuoco. Quando sarà quasi cotto aggiungeteci le uova, ed i fegati tagliati in grossi dadi; fate dare ancora qualche bollo; indi levate il prosciutto, e mazzetto, digrassate, e legate ben bollente con una liason di tre, o quattro rossi d'uova stemperata con sugo di limone o di agresto, e servite con crostini fritti intorno. Non sarà che bene, se ucciderete le Tartarughe la sera per la mattina, acciò non siano coriacee.
di agresto, e servite con crostini fritti intorno. Non sarà che bene, se ucciderete le Tartarughe la sera per la mattina, acciò non siano coriacee.