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69 risultati per vino
Dottor Antonio
Il re dei cuochi della cucina vegetariana
196867 1896 , Milano , Premiata Ditta Editrice Paolo Carrara 50 occorrenze

in una bottiglia di vino bianco ordinario, ma secco, fino che sia ridotto alla metà. Passate allo staccio, mettete in bottiglia ben chiusa

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digeribile, dicono, conviene sputarne fuori la parte stopposa, è utile accompagnarlo con vino generoso o liquori. Dall'America, ne arriva una

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Dagli antichi mangiavasi cotte con senape, vino, pepe e fava. E però Marziale, dopo aver detto: A stitico ventre giovan le biete, aggiunge: Ventosam

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Ut sapiant fatas fabrorum prandis betae O quant saepe potet vino piperque coquus!

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I Trojani la mettevano nel vino, il che secondo loro ne aumentava il sapore e v' infondeva allegrezza ed esilarava il cuore. Apulejo scrive che i

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vino bianco. La scuola, di Salerno ci raccomanda:

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Il cardo ama il vino. Al contrario del carciofo, del cardo fu cantato:

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In umido. — Tagliate, fate cocere in acqua per un quarto d'ora le carote, mettetele in casseruola, con burro, poco brodo, vino bianco, erbe odorose

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pezzetto di burro e gettatevi dentro la puree di carote. Dopo cinque minuti di cottura aggiungetevi un bicchiere di vino bianco, due cucchiai di zuccaro

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Oca, castagne e vino

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E eminentemente farinosa, dà una sana ed abbondante nutrizione. La lessata è più digeribile, irroratela di vino generoso, se non confà al vostro

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cotte nel vino con zuccaro e droghe, si versano sul pane. Facendole fermentare, se ne ottiene una specie di vino, non forte, ma gradevole

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Vino di ciliegie nere. — Ogni chilo di ciliege occorrono 800 grammi di zuccaro e 6 litri d'acqua. Si pestano le ciliege col nocciolo in un mortaio

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. Cioè, di bergli sopra del vino, tutto all'apposto del nostro proverbio: al fico l'acqua ed alla pera il vino. La tradizione vuole che la calata dei

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Tra due mele il finocchio e un centellin di vino, ti fa il fiato e il celabro divino.

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foglie di lauro. Lo stesso si opera pei tartufi, soltanto che invece di scottarli nell'aceto, si fanno bollire per un quarto d'ora nel vino bianco e non

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, di sapore gratissimo. È suscettibile di fermentazione vinosa, acida alcoolica. Contiene un olio essenziale solubile nell'alcool e nel vino, ma non

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. Parlando di vino aromatico e prelibato, i milanesi dicono: L'è ona fambrosa. Sorella del Fàmbros è:

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aveva bevuto vino, rispose: «Perchè sono della natura dei lupini, quanto più stanno a molle, vengono più dolci.» La sua acqua amarissima combatte molte

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denti e movono l'appetito. Dal succo, espresso e fermentato, se ne fa una specie di vino che una volta si chiamava: vino del Palladio. Se ne compongono

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, versatevi un quarto di vino rosso e fate consumare il tutto fino a una consistenza sciropposa. Ritirate le nespole e spolverate di zucchero.» Ricetta

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. Infondendole nel vino bianco con erbe amare ed aromatiche, se ne ottiene una particolare, delicata varietà di wermouth, e, dietro infusione

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Adde pyro potum, nux est medicina veneno Fert pyra nostra pyrus, sine vino sunt pyra virus. Si pyra sunt virus, sit maledicta pyrus. Dum coquis

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Il che, in due parole, vuol dire: che la pera è migliore cotta che cruda e che bisogna inaffiarla di vino. Dagli scrittori greci sappiamo, che il

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La duracina e le sue varietà, cotta nel vino e zuccaro, sono alimento eccellente per gli stomachi delicati e, sciroppata, il toccasana pel catarro

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e ne insegnò a spremerne il succo nel vino. Si disse che la pesca fosse venefica in Persia, e che dal re Ciro trasportata in Egitto, poi passata in

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'aggiungono una ventina di goccie di laudano. Coi frutti ben maturi, che passano facilmente alla fermentazione, se ne può ricavare un vino leggero, assai

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. Altri invece sostengono che non siano nocivi dopo gli altri cibi, purchè siano tagliati a pezzi quadrati ed immersi nel vino. Vi faccio grazia

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Petre, quid, est pesca? Cum vino nobilis esca.

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La pesca va mangiata, appena dall'albero è spiccata. Al fico l'acqua e alla pesca il vino. All'amico monda il fico, al nemico la pesca.

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Pesche ripiene. — Aperte in due le pesche, levatene la ghianda e mettetele a cocere fino a metà cottura in pentola di terra, con vino bianco, canella

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Sidro, celebre quello di Normandia. È bevanda che può supplire il vino, e, al pari di questo, contiene dell'alcool, ma giammai del tartaro. Se ne

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Charlotte di poma. — Pelate le poma, levatene il torso (caruspi) e lasciatele cocere con vino bianco, un pezzo di burro, zuccaro (sulla dose di un

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nella mostarda. Un buon credenziere li serve in mille maniere, li coce nell'aqua, nel vino, li abbrustolisce sotto la cenere, ne fa torte, pasticci ed

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ghiottoni lo mangiano con zuccaro e pepe, il che ne facilita la digestione; è utile l'accompagnarlo con vino generoso o rhum. Si serve a tavola, per

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Aqua ai melloni e vino ai maccheroni.

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bicchiere di vino bianco e consumato il vino mettetevi lo zafferano che basti a renderlo d'un bel colore dorato e a poco a poco del brodo, lasciandolo

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dicono che il riso nasce nell'acqua e deve morire nel vino. Si dice che il riso come viene va, viene dall'aqua e in aqua va. Il riso è la ricchezza

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giorni nel vino. Fateli bollire in caldaia nel medesino vino a che siano disfatti. Se abbisogna aggiungetevi vino. Ridotti in poltiglia passateli allo

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che con quelli dà un sapore di moscatello al vino, principalmente al bianco, e all'aceto. Con essi si aromatizzano altresì le acque. I frutti, quando

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sidro ed il vino, anzi a fabbricarne una specie che chiamasi piquette in Francia, Scheleckenwein in Germania; seccate al sole ed infuse in vero vino

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rinverdire per un'ora. Cocete poi le susine in un bicchiere di vino rosso con 200 grammi di zuccaro, canella e qualche chiodo di garofano e una

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Conservazione dei tartufi all'olio. — Si fanno bollire per un quarto d'ora nel vino bianco, si chiudono in un vaso di vetro coprendoli d'olio d'oliva

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da vino. La vite dopo quarant' anni comincia a deperire. Fiorisce in maggio e matura, a seconda della qualità e particolari condizioni, da agosto ad

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vino — essa si mangia allo stato fresco, allegra la tavola, serve al cuoco nella cucina, al pasticciere per la credenza e la dispensa. I fiori ànno

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, sono di uso molto popolare nelle nevralgie, paralisi, reumatiche, affezioni nevralgiche, ecc. Dall'uva e dal vino, mercè una fermentazione acida, se ne

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primaticcie, quelle di Sant'Anna, per esempio, perchè queste non sono atte come le altre a far vino. Delle quali uve dice Ovidio nel II libro: De

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Aceto speditivo. — Per convertire in poco tempo il vino in aceto:

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° Gettate nel vino un poco di sale pesto, con pepe e lievito — l'effetto è prontissimo.

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pure pesa sciroppo, pesa liquori, vino, acidi, pesa latte, ecc.

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