Si sono escogitati processi per fabbricare il pane anche senza lievito, chiedendo lo sviluppo di gas in seno della pasta, anzichè al processo naturale della fermentazione panaria, alla reazione di un acido forte sopra un bicarbonato alcalino commisto alla farina. È per questa via, per esempio, che si ottiene il così detto pane chimico alla Liebig, l'impastamento del quale è fatto con farina aggiunta di bicarbonato di soda, ed acqua acidulata con acido cloridrico in determinate proporzioni. È chiaro che in questo modo di panificazione l'acido cloridrico, reagendo sul bicarbonato di soda, provoca svolgimento di anidride carbonica in seno della pasta, che ne produce la bucherellatura.
naturale della fermentazione panaria, alla reazione di un acido forte sopra un bicarbonato alcalino commisto alla farina. È per questa via, per esempio, che
Secondo il Boland (1860) in seno alla pasta che fermenta si effettuerebbero le seguenti modificazioni. Per influenza del glutine, a causa della umidità e del calore, dei globuli di amido si convertirebbero in destrina e glucosio; questo poi, unitamente a quello normalmente esistente nella farina, per influenza del lievito, subirebbe la fermentazione alcoolica, trasformandosi in acido carbonico ed alcool. Parte dell'alcool infine, seguitando la metamorfosi, si convertirebbe in acido acetico, il quale attaccherebbe una piccola parte di glutine, dando luogo alla sua decomposizione in acido carbonico, ammoniaca, acqua. Tutte queste produzioni gassose, reagendo sulla elasticità del glutine della pasta, per la massima parte rimasto inalterato, la farebbero gonfiare o, come suol dirsi, levare.
, per influenza del lievito, subirebbe la fermentazione alcoolica, trasformandosi in acido carbonico ed alcool. Parte dell'alcool infine, seguitando la
II.Ricerca dell'acido solforico (solfati), della calce (creta, marmo, alabastro), della magnesia (carbonato o dolomite), dell'allumina (allume), del rame (solfato di), dello zinco (solfato di), dell'acido borico (borace). Si pone a bollire con poco acido azotico puro diluito una porzione di pane (circa 150 grammi) ed in seguito la soluzione acida si filtra.
II.Ricerca dell'acido solforico (solfati), della calce (creta, marmo, alabastro), della magnesia (carbonato o dolomite), dell'allumina (allume), del
Il filtrato si evapora a consistenza di estratto ed una porzione si tratta con acido acetico assai diluito. Dallo sviluppo di anidride carbonica (effervescenza) trarremo il criterio della presenza di carbonati. Allora l'altra porzione stemperata con acqua acidulata leggermente con acido acetico si filtra e si esamina.
Il filtrato si evapora a consistenza di estratto ed una porzione si tratta con acido acetico assai diluito. Dallo sviluppo di anidride carbonica
Il filtrato si tira a secchezza in capsula di platino, poi si scalda fortemente, aggiungendo ancora qualche goccia di acido azotico. Il residuo cinereo ottenuto si discioglie in poca acqua distillata ed acido acetico; si filtra ed il filtrato si divide in varie parti e si esamina.
Il filtrato si tira a secchezza in capsula di platino, poi si scalda fortemente, aggiungendo ancora qualche goccia di acido azotico. Il residuo
1° Il Melampiro può riconoscersi nella farina per la colorazione rosso-violacea che offre la superficie di se-zione della sua pasta fatta con acido acetico allungato di 2/3 d'acqua e riscaldata, in un cucchiaio di argento, fino ad evaporazione completa dell'acqua e dell'acido acetico.
1° Il Melampiro può riconoscersi nella farina per la colorazione rosso-violacea che offre la superficie di se-zione della sua pasta fatta con acido
а) Ponendo grammi 10 di olio da saggiare in un bicchiere dà esperienza della capacità di circa 100 cc. ed aggiungendovi grammi 5 di acido azotico (a 40-42° Baumé), dopo aver agitato per due minuti con bacchetta di vetro e lasciato quindi il tutto in riposo, perchè l'olio salga a galla dell'acido, osserveremo, trattandosi d'olio d'oliva genuino, lo strato oleoso colorito in verdognolo o giallo-verdastro, lo strato acido leggermente giallo-sporco (vedi le colonne 5a, 6a e 7a della nota Tavola).
а) Ponendo grammi 10 di olio da saggiare in un bicchiere dà esperienza della capacità di circa 100 cc. ed aggiungendovi grammi 5 di acido azotico (a
A rigore di termine, ogni liquido alcoolico che abbia subito la fermentazione acetica, nel quale cioè l'alcool, per influenza dell'ossigeno dell'aria e di un particolare fermento chiamato Mycoderma aceti (torula ulvina, fiori dell'aceto), si sia trasformato in acido acetico, può ritenersi un aceto, ed è per questo che si conoscono, oltre che l'aceto di vino, quello di birra, di sidro, di pere, quello d'acquavite, di patate, di graminacee, ecc. Si dà ancora il nome di aceto a certi prodotti ricchi di acido acetico, quali l'aceto di legno od acido pirolegnoso (ottenuto per la distillazione secca di vegetali legnosi), e l'aceto radicale o aceto di verdetto (che è un acido acetica) più o meno
e di un particolare fermento chiamato Mycoderma aceti (torula ulvina, fiori dell'aceto), si sia trasformato in acido acetico, può ritenersi un aceto
[tabella] 55. — Forza dell'aceto. Acetimetria. Siccome la bontà dell'aceto sta in ragione diretta della quantità reale di acido acetico che contiene, occorre saperne misurare la forza o ricchezza in questo principio acido caratteristico.
[tabella] 55. — Forza dell'aceto. Acetimetria. Siccome la bontà dell'aceto sta in ragione diretta della quantità reale di acido acetico che contiene
L'aceto di vino può considerarsi un vino in cui la massima parte dell'alcool fu trasformato in acido acetico. Esso si compone di acido acetico allungato, di alcool in piccolissima quantità, di bitartrato di potassa, di tartrato di calce, di materie estrattive, di materie coloranti, di solfato di potassa in debole proporzione, e di poco cloruro di sodio e di potassio.
L'aceto di vino può considerarsi un vino in cui la massima parte dell'alcool fu trasformato in acido acetico. Esso si compone di acido acetico
1° Esso può intorbidarsi od indebolirsi straordinariamente e fino al punto di putrefare. Tale malattia dipende da ciò: quando tutto l'alcool vi fu convertito in acido acetico per opera del micoderma, questo, fino allora mantenutosi alla superficie del liquido a funzionare da fissatore dell'ossigeno dell'atmosfera necessario a quella trasformazione, cade al fondo del vaso e continua ad assorbire ossigeno, ma non più dall'aria con la, quale non trovasi altrimenti a contatto, bensì dall'acido acetico stesso dell'aceto, trasformandolo in acqua ed acido carbonico. Compiutasi anche questa trasformazione, l'aceto, che perse tutta la sua acidità, si fa sede di fermentazione putrida.
convertito in acido acetico per opera del micoderma, questo, fino allora mantenutosi alla superficie del liquido a funzionare da fissatore dell'ossigeno
3° Allo stesso scopo che sopra può essere adoprato anche l'acido cloridrico. Per riconoscere nell'aceto una tale falsificazione, occorre aver presente che l'aceto puro di vino non precipita, o s'intorbida appena, con una soluzione di nitrato d'argento, mentre precipiterà abbondantemente qualora sia adulterato con l'acido in questione.
3° Allo stesso scopo che sopra può essere adoprato anche l'acido cloridrico. Per riconoscere nell'aceto una tale falsificazione, occorre aver
V. Vini spumeggianti per ricchezza di acido carbonico che tengono disciolto; tutti i vini possono esser resi spumanti con aggiunta di poco zucchero ed occorrendo col riscaldamento.
V. Vini spumeggianti per ricchezza di acido carbonico che tengono disciolto; tutti i vini possono esser resi spumanti con aggiunta di poco zucchero
Le sostanze solubili del legno da cui più specialmente deriverebbero queste alterazioni sarebbero la quercina, il tannino, l'acido gallico, le sostanze coloranti estrattive e mucillagginose.
Le sostanze solubili del legno da cui più specialmente deriverebbero queste alterazioni sarebbero la quercina, il tannino, l'acido gallico, le
Per ritrovare l'alcool amilico in un vino se ne agita un dato volume con uno pari di etere, ed il doppio di acqua distillata; si decanta l'etere galleggiante e si lascia evaporare; si ottiene per residuo alcool amilico riconoscibile all'odore nauseoso caratteristico dell'acido valerianico, che esala quando si scalda con acido solforico e bicromato potassico.
galleggiante e si lascia evaporare; si ottiene per residuo alcool amilico riconoscibile all'odore nauseoso caratteristico dell'acido valerianico, che
a) Aggiunta di acido solforico. Allo scopo di ripristinare l'acidità ed il colore dei vini alterati per malattie (per subbollimento in specie) si usa aggiungervi piccole dosi di acido solforico.
a) Aggiunta di acido solforico. Allo scopo di ripristinare l'acidità ed il colore dei vini alterati per malattie (per subbollimento in specie) si usa
L'addizione di acido solforico al vino si può riconoscere anche per le macchie che esso lascia sulla biancheria di lino: sono bleu violacee quelle di vino naturale, color rosa ortensia quelle di vino falsificato con acido solforico.
L'addizione di acido solforico al vino si può riconoscere anche per le macchie che esso lascia sulla biancheria di lino: sono bleu violacee quelle di
Però, secondo gli studi accuratissimi del Pollacci, questo metodo dell'alcool suggerito dalla Istruzione non sarebbe esatto, poichè tutti i vini, anche i più genuini (molto più poi gli ingessati), conterrebbero del bisolfato di potassio che cede all'alcool dell'acido solforico libero; ciò che potrebbe indurre in inganno, e far giudicare per acido solforico libero aggiunto al vino, quello derivante dai suoi sali naturali. Ed è per questa ragione appunto che il ricordato chimico propone di sostituire, nella prova sopraccennata, all'alcool assoluto l'etere puro ed anidro, il quale non toglie traccia alcuna di acido solforico al bisolfato di potassio.
, anche i più genuini (molto più poi gli ingessati), conterrebbero del bisolfato di potassio che cede all'alcool dell'acido solforico libero; ciò che
3° L'acquavite può riscontrarsi alterata qualche volta per la presenza di acido acetico derivante da ossidazione dell'alcool. La reazione acida della medesima svelerà questa alterazione, come pure saturando l'acido acetico con potassa, evaporando di poi l'alcool è trattando il residuo (acetato di potassa) con acido solforico, se ne otterrà l'odore caratteristico dell'acido acetico, posto in libertà per azione di quell'acido potente.
3° L'acquavite può riscontrarsi alterata qualche volta per la presenza di acido acetico derivante da ossidazione dell'alcool. La reazione acida della
1° Qualche volta può essere aggiunto all'acquavite dell'acido solforico, allo scopo di svilupparvi un bouquet gradevole, analogo a quello dell'acquavite invecchiata. Si riconoscerà facilmente la frode trattando l'acquavite con cloruro di bario, che vi produrrà un precipitato bianco, insolubile nell'acido nitrico. Occorre appena aggiungere che un'acquavite cosi falsificata arrossirà fortemente la carta di tornasole.
1° Qualche volta può essere aggiunto all'acquavite dell'acido solforico, allo scopo di svilupparvi un bouquet gradevole, analogo a quello dell
2° L'acido cloridrico, aggiunto nello stesso intento, si riconoscerà nell'acquavite trattandola coll'azotato di argento, il quale produrrà un precipitato bianco di cloruro d'argento solubile nell'ammoniaca.
2° L'acido cloridrico, aggiunto nello stesso intento, si riconoscerà nell'acquavite trattandola coll'azotato di argento, il quale produrrà un
c) Acqua di sorgente. Il primo carattere di quest'acqua è l'aereazione limitata, per il poco contatto che ebbe con l'atmosfera, e conseguentemente la scarsezza di ossigeno in dissoluzione, sostituita dalla ricchezza in acido carbonico, derivante dai bicarbonati terrosi i quali, una volta giunti coll'acqua all'aria libera, cedono dell'acido carbonico che si discioglie nell'acqua stessa.
scarsezza di ossigeno in dissoluzione, sostituita dalla ricchezza in acido carbonico, derivante dai bicarbonati terrosi i quali, una volta giunti
Grammi 50 di acido acetico puro Gr. 60 di acido azotico R Gr. 60 di acido cloridrico R Gr. 50 di acido solforico R Gr. 40 di alcool assoluto Gr. 10 di alcoolito di campeggio Gr. 45 di Ammoniaca liquida pura Gr. 50 di azotato argentico cristallizzato 5 Gr. 50 di azotato baritico puro S Gr. 50 di cianuro ferrico potassico S Gr. 50 di cianuro ferroso potassico puro S Gr. 50 di cloruro mercurico S Gr. 50 di ossalato ammonico 5 Gr. 50 di soluzione titolata (2,14 per 0[0) di azotato baritico per idrotimetro (in bottiglie piccole).
Grammi 50 di acido acetico puro Gr. 60 di acido azotico R Gr. 60 di acido cloridrico R Gr. 50 di acido solforico R Gr. 40 di alcool assoluto Gr. 10
3° Un altro per scoprirvi l'acido nitroso (nitriti); ricerche troppo necessarie amendue, perchè ed acido nitrico ed acido nitroso, rappresentando prodotti azotati di decomposizione e' di riduzione delle sostanze organiche, come l'ammoniaca, sono al pari di questa, indizi preziosi di polluzione dell'acqua per materie organiche, ed in specie di natura animale.
3° Un altro per scoprirvi l'acido nitroso (nitriti); ricerche troppo necessarie amendue, perchè ed acido nitrico ed acido nitroso, rappresentando
L'acido solforico concentrato si deve provare prima di ogni saggio colla soluzione di brucina, per accertarsi della sua purezza (assenza di acido nitrico). In caso di bisogno, mediante il riscaldamento, si potrà remuovere dall'acido solforico l'acido nitrico che lo rende impuro.
L'acido solforico concentrato si deve provare prima di ogni saggio colla soluzione di brucina, per accertarsi della sua purezza (assenza di acido
c) Ricerca dell'acido nitroso. Questa ricerca è poggiata sulla proprietà che ha l'acido nitroso di separare l'iodio dall'acido jodidrico, e quando questa reazione avviene da sé in una soluzione concentrata, questa soluzione si fa azzurra per l'iodio reso libero, anche per la presenza di un decimilionesimo d'acido nitroso. Si eviterà in questa ricerca la luce diretta del sole, poichè questa sola può render libero l'iodio.
c) Ricerca dell'acido nitroso. Questa ricerca è poggiata sulla proprietà che ha l'acido nitroso di separare l'iodio dall'acido jodidrico, e quando
b) «Ricerca dell'acido nitrico. La sua determinazione qualitativa si fonda sulla proprietà dell'acido azotico concentrato di colorare distintamente in rosso una soluzione di brucina, anche grandemente diluita.
b) «Ricerca dell'acido nitrico. La sua determinazione qualitativa si fonda sulla proprietà dell'acido azotico concentrato di colorare distintamente
Si prendono circa 20 cc. di acqua da esaminare in un ordinario tubo d'assaggio. Quindi si aggiunge 1 cc. di soluzione concentrata di joduro di zinco e Va cc. di acido solforico allungato (3 cc. di acqua distillata per 1 cc. di acido solforico), si agita e si osserva il cambiamento di colore.
e Va cc. di acido solforico allungato (3 cc. di acqua distillata per 1 cc. di acido solforico), si agita e si osserva il cambiamento di colore.
2° Su questo residuo sarà utile ricercare la presenza dei nitrati a mezzo dell'acido solforico in presenza del sol-. fato ferroso. Cosi; se per l'addizione al residuo stesso di un cristallo di solfato di ferro e di un centimetro cubo di acido solforico puro si avrà una colorazione rossa, sarà svelata la presenza dei nitrati.
2° Su questo residuo sarà utile ricercare la presenza dei nitrati a mezzo dell'acido solforico in presenza del sol-. fato ferroso. Cosi; se per l
4° Questo residuo può essere utilizzato per ricercare quantitativamente se la proporzione dei solfati è considerevole. Il residuo salino sarà ridisciolto nell'acido cloridrico diluito e trattato con una soluzione di cloruro di bario che fornirà un precipitato di solfato di barite il di cui peso farà conoscere la quantità di acido solforico. La cifra trovata per l'acido solforico sarà trasformata col calcolo in solfato di calce: un'acqua contenente per litro più di grammi 0,150-0,200 di solfato di calce anidro deve essere rigettata per gli usi domestici, meno che non vi sia impossibilità conosciuta, come in certe contrade, di procurarsene della meno selenitosa.
ridisciolto nell'acido cloridrico diluito e trattato con una soluzione di cloruro di bario che fornirà un precipitato di solfato di barite il di cui peso
3° Creta, sotto forma di particelle arrotondate od angolose, talora brillanti, che si disciolgono con effervescenza negli acidi. Per l'aggiunta di acido solforico si formano aghi stelliformi di gesso. •
acido solforico si formano aghi stelliformi di gesso. •