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Ferraris Tamburini, Giulia
Come posso mangiar bene?
167025 1913 , Milano , Hoepli 11 occorrenze

Carni guaste. — Come si conoscono. — Se le carni sono guaste o putrefatte, non c'è cottura che valga a salvarci dall'influenza deleteria dei veleni

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Un fattore non meno importante per la buona riescita di un pranzo, è la maniera di presentare in tavola le varie pietanze. C'è bisogno d'insistere

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limone. Quando sono freddi metteteli in bottiglie, o vasi, insieme a una parte del sugo c'hanno dato nel cuocere, e fate bollire per mezz'ora a bagno

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in una casseruola, insieme a un bicchier di latte; e, ripresentate al fuoco, si lasciano cuocere completamente. Se cuociono troppo, non c'è da darsene

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Omero, c'erano tutti raffigurati. Però lo storico, non dice se quel monumentale plumcake fu trovato buono.

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poco arieggiati e poco illuminati, a temperatura di 5° a 8° C.

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dirà quanto c'è di esagerato nei: «si dice».

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c) brasata. La lingua dell'agnello si larda leggermente e quindi si pone a brasare; si scola e si serve col sugo, nel quale venne cotta, passato allo

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sensibilità dell'olfatto, non c'è verso: la bocca non si apre, e lo stomaco rifiuta il cibo dal quale emana un odore disaggradevole.

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, non c'è più bisogno di legarle (fig. 6).

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Oh, non c'è da spaventarsi! L'esigenze del gusto si accontentano con la misura giusta dei vari condimenti affinchè nessuno predomini; ma tutti si

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