Queste, forse più delle altre, debbono oggi accorrere spontaneamente per porsi nelle file delle lavoratrici, animando, con il loro esempio, le compagne umili le quali, spronate dalla adesione delle sorelle più favorite dalla fortuna, lavoreranno più serene perchè confortate dalla certezza che tutta la Patria è unita in un solo, profondo, ardente anelito di volontà.
compagne umili le quali, spronate dalla adesione delle sorelle più favorite dalla fortuna, lavoreranno più serene perchè confortate dalla certezza che tutta
Quindi, donne d'Italia, in piedi! Dalla più umile alla più favorita dalla sorte; tutte in linea senza esitazioni di sorta. La studentessa vicino alla operaia; la intellettuale a fianco della contadina. Tutte con i cuori fusi in un solo palpito e le mani allacciate in modo da formare una catena formidabile le cui maglie ness'un'arma nemica, per quanto potente, riuscirà a spezzare!
Quindi, donne d'Italia, in piedi! Dalla più umile alla più favorita dalla sorte; tutte in linea senza esitazioni di sorta. La studentessa vicino alla
FRITTELLINE DI POMODORO. — Scegliete dei pomodori dalla superficie liscia, polposi e non troppo maturi, lavateli, sbucciateli esponendoli prima per un solo istante alla fiamma ardente (li terrete perciò infissi in una forchetta), tagliateli in due parti per traverso, fatene uscire la semenza con tutta l'acquosità e, premuti nel miglior modo, salateli dolcemente e riponendoli possibilmente dentro un lino per farveli prosciugare mentre darete loro nel contempo una forma appiattita, li accoppierete con le parti esterne del frutto al di fuori. Qualche ora dopo infarinateli, avvolgete pezzo per pezzo i pomidori in una pastellina, quindi nel pangrattato, badando che esso vi aderisca bene dattorno. Cuoceteli adagino affinchè si formi una bella crosta dorata ciò che avverrà più facilmente se li farete rosolare in una teglietta con grasso ricavato dalla cottura di carni col vino rosso.
FRITTELLINE DI POMODORO. — Scegliete dei pomodori dalla superficie liscia, polposi e non troppo maturi, lavateli, sbucciateli esponendoli prima per
«... se si evapora del vino, sopratutto un vino vecchio e generoso, sotto uno strato di burro e grasso o meglio ancora di un amalgama di grasso e di sostanze vegetali che formino una emulsione di una certa consistenza, gli eteri che si sviluppano dalla concentrazione del vino si fissano in queste sostanze le quali acquistano il sapore ed il profumo del vino e lo conservano anche quando tutto l'alcole si è evaporato, mentre gli eteri, le essenze ed i profumi sono stati trattenuti dalle sostanze grasse che impregnano la pappa od emulsione soprastante.
sostanze vegetali che formino una emulsione di una certa consistenza, gli eteri che si sviluppano dalla concentrazione del vino si fissano in queste
FEGATO ALLA CHIANTIGIANA. — Qualora vi capitasse di dover ritirare dalla macelleria fettine di fegato di animale adulto, asportate da esse ogni pellicola e le parti dure (che getterete in un brodo); battetele quindi dolcemente a mezzo del batticarne bagnato, allargandole senza romperle, infarinatele. Ciò fatto passatele in una pastellina tenuta in un piatto, dopo averle leggermente infarinate acciò la pastella aderisca come ho indicato precedentemente e gettatele nella padella con garbo usando le punte di una forchetta. In quanto all'unto sarà proprio quello del manzo che poneste in disparte, porfumato dal vino. Date alle bracioline una cottura rapidissima il più possibile, in modo che manchi loro il tempo d'indurirsi. Salatele in ultimo come è usanza per ogni fritto. Non è detto che non possiate staccare il fondo di cottura con due cucchiai di vino; in ogni caso unitevi un pesto finissimo d'aglio, rovesciando poi il succo sulla vivanda.
FEGATO ALLA CHIANTIGIANA. — Qualora vi capitasse di dover ritirare dalla macelleria fettine di fegato di animale adulto, asportate da esse ogni
MANZO IN UMIDO ALLA CACCIATORA. — Preparate un trito con tutti i ritagli di grasso tolti dalla carne che dovrete sottoporre a cottura, aggiungendovi possibilmente poco olio per ottenere un materiale con cui avvolgere la carne; ponete tutto nel recipiente che avanzerete sul fornello; aggiungetevi una buona tagliuzzata di odori di cucina, mazzetto aromatico con foglia d'alloro ed alquanti pomodori freschi non eccessivamente maturi. Dopo alcuni bollori ritirate dal fuoco, e riportato il composto a temperatura d'ambiente versatevi una certa dose di vino, a preferenza bianco, avvolgetevi la carne, ponetevi al di sopra un foglio di carta unto acciò si spandano meno gli odori, e lasciatevelo sopra fino a completa cottura della vivanda, che avverrà, come vedremo successivamente. Coprite regolarmente la stufaiola e ponete in fresco. Questa preliminare operazione devesi compiere possibilmente il giorno che precede la cottura della carne od almeno di buon mattino il dì successivo, per rosolare prima e cuocere la carne in tempo per il pasto serale.
MANZO IN UMIDO ALLA CACCIATORA. — Preparate un trito con tutti i ritagli di grasso tolti dalla carne che dovrete sottoporre a cottura, aggiungendovi
Olio minerale. — Una volta, immaginare che una signora, una madre di famiglia, potesse aver bisogno di togliere dalla biancheria o dagli abiti, propri o dei propri familiari, delle macchie d'olio minerale, poteva sembrare quasi impossibile.
Olio minerale. — Una volta, immaginare che una signora, una madre di famiglia, potesse aver bisogno di togliere dalla biancheria o dagli abiti
Le macchie si tolgono dalla biancheria ponendo un cucchiaino di sale ammoniaco (5 grammi), e un cucchiaio da tavola di sale comune (15 grammi), in un recipiente con tanta acqua quanta basti a farne una specie di poltiglia. Si stende questa sulla parte macchiata che si lava poi con sapone e acqua.
Le macchie si tolgono dalla biancheria ponendo un cucchiaino di sale ammoniaco (5 grammi), e un cucchiaio da tavola di sale comune (15 grammi), in un
ABBONATA LUCANA. — Il lievito di birra si chiama così ma non si estrae dalla birra. Sicchè lo potete trovare anche ora che la fabbricazione della birra è vietata. E ad ogni modo se volete potete fabbricarvelo da voi. Prendete dell'orzo tallito (che abbia, cioè, germogliato in un ambiente umido) e riducetelo in farina. Pesate 50 grammi di questa farina, aggiungetevi 2 grammi di cremor di tartaro, e 15 di miele: sciogliete tutto in 150 gr. di acqua e lasciate stare per qualche ora (3 o 4) in un recipiente. Dopo queste 3 o 4 ore ricoprite il recipiente e... non fate nulla fino a che il lievito non si sia formato da sè. Un altro lievito che potete prepararvi in casa, e di cui bastano 15 gr. per un chilogrammo di farina (beata voi che potete farvi il pane casalingo!) è il seguente:
ABBONATA LUCANA. — Il lievito di birra si chiama così ma non si estrae dalla birra. Sicchè lo potete trovare anche ora che la fabbricazione della
IDA DI BERNARDO. — Trovo, cara, un vostro biglietto vecchiotto, a cui ho l'impressione di non aver risposto: ma mi pare di aver però fatto provvedere dalla Amministrazione a quanto desideravate. Abbiate la compiacenza di rassicurarmi, e se foste ancora in attesa, ditemi che cosa desiderate, ora, visto che quello che desideravate allora vi sarebbe forse inutile adesso. La ricetta per la mostarda di Cremona è stata data varie volte. Ad ogni modo, come vedrete dalla rubrica «Corrispondenza per le abbonate», vi è chi la desidera ancora e viene dunque data di nuovo.
dalla Amministrazione a quanto desideravate. Abbiate la compiacenza di rassicurarmi, e se foste ancora in attesa, ditemi che cosa desiderate, ora
La serie delle turbe nervose, della dispepsia è eliminata dalla costellazione di sali e grassi fosforati-azotati che nutrono il protoplasma, il midollo spinale, i tessuti nervosi, i globuli rossi, e — stimolando gli enzimi — tengono mobilitati i fermenti intestinali che riducono nei termini finali i prodotti ingeriti.
La serie delle turbe nervose, della dispepsia è eliminata dalla costellazione di sali e grassi fosforati-azotati che nutrono il protoplasma, il
MELANZANE RIPIENE. — Si tagliano per metà e si lasciano per qualche ora nell'acqua fredda, poi si fanno scolare bene, si vuotano con un coltellino a punta rotonda e si fa cuocere questa parte interna. Si condisce con un poco, di formaggio, si aggiunge una grossa mollica di pane bagnata nel latte, una chiara d'uovo, e si riempiono le melanzane con questo ripieno. Si polverizzano di pane grattato e si cuociono al forno con pochissimo olio in fondo al tegame. Se invece si friggono bisogna metterle in padella dalla parte del ripieno.
al tegame. Se invece si friggono bisogna metterle in padella dalla parte del ripieno.
CAROTE RIPIENE. — Ripulite che avrete le vostre carote — che avrete scelto un po' grossette — svuotatele con un coltellino appuntito, lavorando, si intende, dalla parte del gambo. Nel buco così ottenuto potrete mettere un ripieno a piacere, perchè il sapore dolcigno della carota si sposa benissimo ad ogni genere di farcia: da quelle a base di carne pestata, o di salumeria mista con mollica di pane, al formaggio, alla crema densa fatta con latte e farina, alla semplice midolla di pane insaporita con aglio pestato, pepe e sale. Quando le carote sono pronte, chiudete il foro col pezzetto che avete tagliato per iniziare l'operazione di svuotamento, e cuocetele in una casseruola con sale e pepe, o peperoncino e abbondante brodo vegetale o di dadi. Le carote debbono essere ricoperte dal brodo. Bisogna che bollano lentamente, finchè il brodo non si sia tutto ritirato. Ora occorrerebbe preparare una salsetta dolce fatta così: del burro, e dello zucchero, messi a cuocere finchè non sieno diventati rossastri. Le carote ormai cotte dovrebbero essere rinvoltate in questa salsa, e subire un'altra breve cottura. Ma se il burro non c'è, e lo zucchero nemmeno... fate come potete.
intende, dalla parte del gambo. Nel buco così ottenuto potrete mettere un ripieno a piacere, perchè il sapore dolcigno della carota si sposa benissimo
Può accadere che un soggetto nato da genitori sani, per un periodo si lasci trasportare dalla preferenza d'una cucina alla francese, troppo raffinata (come dicono). Essendo un tipo sano non accuserà disturbi rilevanti, ma i figli di tale soggetto potranno ereditare i segni impressi nei tessuti dall'errore materno o paterno.
Può accadere che un soggetto nato da genitori sani, per un periodo si lasci trasportare dalla preferenza d'una cucina alla francese, troppo raffinata
Perciò un giorno provai timidamente a domandare alla padrona se non si fosse potuto ottenere della verdura e della carne altrimenti cucinate. — E come volete? — obiettò la padrona. — A cominciare dalla farina per la bescianella, tutto mi manca. Una volta, sì, che potevo contentare i clienti! —.
come volete? — obiettò la padrona. — A cominciare dalla farina per la bescianella, tutto mi manca. Una volta, sì, che potevo contentare i clienti! —.
L'ape operaia o nutrice ha un suono (che sprigiona dalla trachea per la tensione muscolare quando vola) sommessamente stridulo. La Regina (cioè la madre) ha un tui-tui meno cupo. Il fuco (maschio delle api) ha un rombazzo fragoroso da scapestrato.
L'ape operaia o nutrice ha un suono (che sprigiona dalla trachea per la tensione muscolare quando vola) sommessamente stridulo. La Regina (cioè la
C'è da prospettarsi che pure il vomito possa essere stato provocato non tanto dai componenti della vivanda ingerita quanto dalla più o meno latente alterazione gastrica e umorale dovuta alla intimidazione d'un castigo imminente, assai più irritante se perpetrata in presenza di estranei.
C'è da prospettarsi che pure il vomito possa essere stato provocato non tanto dai componenti della vivanda ingerita quanto dalla più o meno latente
Le sardelle si friggono come al solito, indi si tolgono dalla padella e si mettono sopra un piatto, mentre si colerà via gran parte dell'olio, e si lascerà in padella solamente quello più denso.
Le sardelle si friggono come al solito, indi si tolgono dalla padella e si mettono sopra un piatto, mentre si colerà via gran parte dell'olio, e si
Quando l'anguilla è cotta, la si levi temporaneamente dalla casseruola, e nel sugo si mettano a cuocere i piselli. Quando questi saranno cotti, si rimetta l'anguilla, lasciandola pochi momenti fino a tanto che si riscaldi.
Quando l'anguilla è cotta, la si levi temporaneamente dalla casseruola, e nel sugo si mettano a cuocere i piselli. Quando questi saranno cotti, si
In un decilitro di olio scaldato a bollore si rosolerà una mezza cipolla che si toglierà tosto dalla padella, soffriggendovi poi tre cucchiaiate di farina, e versando, appena questa sarà bionda, il tutto nella pentola.
In un decilitro di olio scaldato a bollore si rosolerà una mezza cipolla che si toglierà tosto dalla padella, soffriggendovi poi tre cucchiaiate di
Si taglino per il lungo a metà da dieci a dodici zucchine medie e si vuotino dalla polpa. Si lascino le mezze zucchine vuotate per un'ora su un piatto con sale, affinchè rimandino la propria acqua. Poi si friggano nell'olio bollente.
Si taglino per il lungo a metà da dieci a dodici zucchine medie e si vuotino dalla polpa. Si lascino le mezze zucchine vuotate per un'ora su un
Si taglino a metà per il lungo alcune melanzane piccole, si immergano per qualche minuto nell'acqua bollente e poi si vuotino dalla polpa con un cucchiaino.
Si taglino a metà per il lungo alcune melanzane piccole, si immergano per qualche minuto nell'acqua bollente e poi si vuotino dalla polpa con un
Si mondino dalla buccia una decina di patate. Sarà bene che tutte sieno della stessa grandezza. Si pratichi, col coltellino apposito per vuotare le verdure, un foro sulla parte superiore e si vuoti un bel po' dell'interno. Si riempia questo buco con un intingolo di fegatini di pollo e di salsiccia, restringendo il sugo quanto sarà necessario.
Si mondino dalla buccia una decina di patate. Sarà bene che tutte sieno della stessa grandezza. Si pratichi, col coltellino apposito per vuotare le
Si lavi in varie acque un chilogramma di vongole (che nella Venezia Giulia vengono chiamate « caperozzoli »), badando di liberarle dalla sabbia, e si mettano a bollire per alcuni minuti, affinchè si aprano. L' acqua, nella quale hanno bollito, viene messa da parte e servirà per il risotto.
Si lavi in varie acque un chilogramma di vongole (che nella Venezia Giulia vengono chiamate « caperozzoli »), badando di liberarle dalla sabbia, e si
Si levino prima le scaglie o squame, mettendo il pesce sopra un tagliere, e passando il dorso di un coltello dalla coda verso la testa ripetutamente, badando però di non ledere la pelle.
Si levino prima le scaglie o squame, mettendo il pesce sopra un tagliere, e passando il dorso di un coltello dalla coda verso la testa ripetutamente