Basta immergere per quindici secondi un alimento in questo liquido, che non lascia alcun odore, per preservarlo dalla putrefazione. Solo la superficie della carne resta leggermente annerita; ma nell'interno le fibre conservano il loro bel colore naturale. Dopo disseccato il liquido, la carne o l'altro alimento che vi fu immerso, si ricopre di una specie di strato antiputrido che impedisce al bactero-termo di continuare la sua opera di distruzione e di cedere il posto a quella serie numerosa di micro-organismi, che provocano la putrefazione.
superficie della carne resta leggermente annerita; ma nell'interno le fibre conservano il loro bel colore naturale. Dopo disseccato il liquido, la carne o l
223. Dolce a freddo. — Fate inzuppare nel rosolio di vaniglia 5 amaretti e 5 savojardi; altrettanti degli uni e degli altri nel marsala. Con questi amaretti e savojardi foderate alternandoli, uno stampo. A parte preparate una crema formata con 350 grammi di burro, sbattuto a crema, 300 grammi di zucchero in polvere vanigliato e 3 uova intiere. Il composto si sbatte vigorosamente per un quarto d'ora, e per ultimo vi si aggiunge una tazza di caffè molto forte e s'incorpora di bel nuovo. Il composto si versa nello stampo già preparato e si ricopre con altri amaretti e savojardi, inzuppati nel rosolio e nel marsala, si comprime il tutto leggermente e si mette a diacciare. La pasta o crema si rende meno densa coll'unirvi 4 amaretti e 4 savojardi al naturale, sbricciolati.
Lo si addimanda pure agresto; stuzzica l'appetito col suo sapore agro e si prepara in insalata; oppure si serve naturale ed allora figura come ornamento intorno alle carni arrostite. Le due varietà che più si confanno alla cucina, sono: il crescione di fontana e quello gentile.
Lo si addimanda pure agresto; stuzzica l'appetito col suo sapore agro e si prepara in insalata; oppure si serve naturale ed allora figura come
Il fegato di majale si frigge al naturale, a fettine sottili sottili, come Falstaff quand'era paggio, e si frigge nel lardo vergine e mescolato con lo stomachino (che altro non è se non l'animella del fegato, il pancreas) fatto a pezzetti.
Il fegato di majale si frigge al naturale, a fettine sottili sottili, come Falstaff quand'era paggio, e si frigge nel lardo vergine e mescolato con
250. Come si mangiano le fragole fresche. — Le fragole si mangiano al naturale, oppure: 1° condite con crema e con zucchero alla vainiglia; 2°» con cognac o con rhum e zucchero; 3°» con marsala e zucchero; 4°» con vino rosso comune e zucchero; 5°» con latte e zucchero; 6°» con sugo di arancio e zucchero; 7°» con Capri bianco e zucchero; 8°» con Asti spumante e zucchero; 9°» con champagne e zucchero; 10°» con sugo di limone e zucchero, e questa è la maniera preferita dai deboli di stomaco; 11°» oppure condite semplicemente con maraschino di Zara, con caracao, con kummel, o soli o con un po' di zucchero, et similia.
250. Come si mangiano le fragole fresche. — Le fragole si mangiano al naturale, oppure: 1° condite con crema e con zucchero alla vainiglia; 2°» con
Frittata al naturale. — La frittata si fa in padella e in tegame, come qualcuno vorrebbe che si facesse; e si cuoce nell'olio, quand'è buono, o nel burro, se non è cattivo.
Frittata al naturale. — La frittata si fa in padella e in tegame, come qualcuno vorrebbe che si facesse; e si cuoce nell'olio, quand'è buono, o nel
257. Frittata alle cipolle. — Ch'è la più indigesta della specie. Quando la cipolla bianca e grossa, affettata sottilmente, si è ingentilita con un'ora di bagno nell'acqua fresca, dopo averla asciugata, si mette al fuoco, nel burro o nell'olio, e quando comincia a prendere il colore, si aggiungono le uova e si pratica come per la frittata al naturale.
le uova e si pratica come per la frittata al naturale.
265. Frittata dolce e zuccherata. — Il processo è eguale a quello che si mette in opera per la frittata naturale; ma in luogo del sale, si mette un po' di zucchero in polvere, poca scorza di limone grattugiata e l'odore di vainiglia. Al momento di servire, la frittata si cosparge di zucchero in polvere.
265. Frittata dolce e zuccherata. — Il processo è eguale a quello che si mette in opera per la frittata naturale; ma in luogo del sale, si mette un
Così insegna la pratica gastronomica, che in quel grasso più che naturale, trova quella delicatezza e quella benevolenza, che formano le delizie delle tavole più raffinate.
Così insegna la pratica gastronomica, che in quel grasso più che naturale, trova quella delicatezza e quella benevolenza, che formano le delizie
2. Frittata al naturale o con carciofi. carne. zucchini. punte d'asparagi prezzemolo. cipolla. formaggio, ecc. Sogliola al gratin. Filetti di vitello in casseruola. Frutta. Formaggio.
2. Frittata al naturale o con carciofi. carne. zucchini. punte d'asparagi prezzemolo. cipolla. formaggio, ecc. Sogliola al gratin. Filetti di vitello
351. Lenti al naturale. - Una volta cotte si fanno sgocciolare. In una casseruola si mette un pezzo di burro o del grasso, che si fa riscaldare. Vi si aggiungono poi le lenti con un cucchiajo da minestra di farina; si dimena, e dimenando si allunga con latte o con brodo.
351. Lenti al naturale. - Una volta cotte si fanno sgocciolare. In una casseruola si mette un pezzo di burro o del grasso, che si fa riscaldare. Vi
379. Costolette di majale al naturale. - Mondate accuratamente le costolette di majale; mortificatele, salatele leggermente e impepatele con molta parsimonia. Ponetele sulla graticola a fuoco vivace. Si servono senza condimento, o accompagnate da pomidoro, o con uri po' di senape.
379. Costolette di majale al naturale. - Mondate accuratamente le costolette di majale; mortificatele, salatele leggermente e impepatele con molta
524. Conserva di prugne. - Scegliete delle prugne ancora un po' verdi, pungetele con uno spillo per sette od otto volte; tagliate metà del gambo; fatele rinvenire per un istante nell'acqua bollente ond'abbiano a conservare il loro colore naturale: fatele sgocciolare; riponetele in boccali o vasi, che riempirete con sciroppo a 22 gradi. Chiudete i recipienti e metteteli a bollire per 25 minuti di bagno-maria.
; fatele rinvenire per un istante nell'acqua bollente ond'abbiano a conservare il loro colore naturale: fatele sgocciolare; riponetele in boccali o vasi
Questo procedimento ha il vantaggio di conservare al salmone il suo colore naturale e tutto il sapore suo, ed è preferibile di ammannirlo in questa guisa semplicissima, piuttosto che con vino e spezie differenti.
Questo procedimento ha il vantaggio di conservare al salmone il suo colore naturale e tutto il sapore suo, ed è preferibile di ammannirlo in questa
Per cacciagione, o semplicemente caccia, s'intende designare i volatili buoni da mangiare, che vivono nelle campagne e nei boschi allo stato di libertà naturale.
726. Vitello al naturale. — Si preferisca la parte del rognone o la noce del coscio. Si passa alla casseruola con burro caldissimo, perchè la carne prenda un bel colore. Poi si aggiungono alcune fette di cipolla, un mazzetto guarnito, sale, pepe, un bicchiere di brodo sgrassato, e si fa cuocere a piccolo fuoco durante un'ora e mezza o due, mettendo un po' di fuoco anche sul coperchio della casseruola. Qualora piacciano, si possono aggiungere alcune carote affettate e già cotte a metà.
726. Vitello al naturale. — Si preferisca la parte del rognone o la noce del coscio. Si passa alla casseruola con burro caldissimo, perchè la carne
746. 1° Si trattano come si tratta in generale la testa, e quando sono lessate si servono o al naturale calde, o fredde con scalogni e prezzemolo battuti, sale, pepe, olio e aceto.
746. 1° Si trattano come si tratta in generale la testa, e quando sono lessate si servono o al naturale calde, o fredde con scalogni e prezzemolo
Frutti dell'albicocco (prunus armenica) della tribù delle amigdalee, di sapore aggradevolissimo; ma di digestione non facile. Si mangiano allo stato naturale e cotte.
Marmellata di albicocche. — Sbucciate due chilogrammi di albicocche, e dividetele ciascuna in quattro parti. Mettetele in un recipiente con 1500 grammi di zucchero in polvere. Rivoltatele con un mestolo per obbligare lo zucchero a sciogliersi, e, quand'è sciolto, mettete tutto in un pajuolo, o in una casseruola abbastanza grande, sul fuoco, e dimenate costantemente con la schiumarla o col mestolo, avendo cura che l'uno o l'altro non si riscaldi. Ciò si ottiene cambiandoli di frequente. Dopo dieci minuti circa di ebollizione, accertatevi se la marmellata è granulosa. Se lo è, vuol dire ch'è cotta. Oppure, mettete un pezzo grosso come una nocciuola di questa marmellata sopra un piatto; se non si spande, è cotta. Allora versatela nei vasi, lasciatela diacciare e copritela con fogli di carta inzuppati nell'acquavite; ricopritela con un secondo pezzo di carta al naturale e conservate la marmellata in luogo secco e non troppo caldo.
, lasciatela diacciare e copritela con fogli di carta inzuppati nell'acquavite; ricopritela con un secondo pezzo di carta al naturale e conservate la
Con questa parola, qui si vogliono specialmente indicare gli animali pennati, che vivono nei boschi e nelle campagne allo stato di libertà naturale. E per non confondere, addimanderemo selvaggina, gli animali a pelo, che egualmente allo stato di libertà naturale vivono e si moltiplicano nelle boscaglie e nei campi nostrani.
Con questa parola, qui si vogliono specialmente indicare gli animali pennati, che vivono nei boschi e nelle campagne allo stato di libertà naturale