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La cucina italiana. Giornale di gastronomia per le famiglie e per i buongustai
177110 1929 , Milano , Società Anonima Notari (Istituto Editoriale Italiano) 29 occorrenze

La prima riunione avrà luogo nel venturo Gennaio.

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Di ogni seduta conviviale verrà redatto un sintetico verbale che sarà pubblicato nel nostro giornale.

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— Nutrire i convitati non vuol dire riempire il loro ventre. È nell'affinare i piatti non nel moltiplicarli che si mostra di sapere ospitare a tavola.

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una missione nel mondo. E questo non accade tutti i giorni.

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schidionate di uccelletti che erano pure tanto comuni nel Settecento quando i polli costavano due carlini il paio!

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, diciamo meglio, quelle «specialità» per usare una parola corrente, che i produttori alimentari italiani, immettono nel commercio.

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Siciliani — che hanno e conservano tradizioni gloriose di maestrìa e di raffinatezza nella manipolazione delle vivande; e sono i nuclei più adulti nel

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Non so ancora decidere quale parte mi spetti nel consesso di cotali amici: psicologo, fisiologo, medico (che tuttavia non classifica affatto fra i

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somma di attributi di particolare finezza nel palato, di idonee nozioni conferite dalla scienza e dall'esperienza.

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Come abbiamo già detto nel nostro Programma, con l'arte e la scienza dell'alimentazione si collegano numerosi e notevoli problemi della produzione

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di abbandono non ci deve far perdere il ricordo delle nostre tradizioni gastronomiche. Se nel secolo XIX ed al principio del nostro necessità

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Questi, se mai, si riverberano più nella scelta delle vivande che nel numero delle portate.

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Pestate i torli nel mortaio, aggiungendovi burro e eguale quantità di ricotta e parmigiano gratuggiato, poco sale e pepe.

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Quando sieno ben assodate, tagliatele nel mezzo: levate i torli con molta cautela, lasciando intatte le due metà vuote di ogni uovo.

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Sacrificate piccole cipolle, bruciatele senza pietà e varatele nel brodo: esse daranno un bel colore bruno che riesce molto grato anche al gusto.

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Di questa minestra si compiacque, in special modo, Giuseppe Verdi e spesso si serviva nel palazzo Doria a Genova, o nella villa di Sant'Agata.

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Ricoprite la forma con un coperchio della stessa pasta, in cui avrete praticato un buco nel mezzo. Mettete in forno. Finita la cottura, levate il

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un'ora o nel fornello o al forno con brace sul coperchio della casseruola.

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Basta un 250 grammi di questo ripieno. Aggiungete: 100 grammi di midolla di pane, spremuta nel latte; due torli d'uovo; 100 grammi di prosciutto; 100

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il ripeno, che vi rimanga lo distenderete sul fondo del vassoio, nel quale disporrete con simmetria le mezze uova ripiene. In una casseruola mettete

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rinvenire midolle di pane nel burro. Aggiungere aceto, scalogni, e prezzemolo tritati, un po' di mostarda, funghi, sale, pepe. Versare il tutto, quando è

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' di mollica di pane e alquanto pepe. Pestate ogni cosa nel mortaio, poi con quel ripieno colmate il bianco dell'uova e chiudetelo.

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cipolle con funghi freschi, puliti, fa[…] soffriggere, con tutti gli ingredienti: uova, mollica di pane nel latte e ritagli delle cipolle, che abbiamo

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minuti nel brodo bollente. ———

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pezzetti uguali e getterete nel brodo bollente.

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grande, lasciando assai solide le pareti. Empite il vuoto con un tritato composto di carne, di salsiccia, di pane inzuppato nel latte, di burro, rossi

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del riso condito nel modo che abbiamo detto. ———

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servite nel recipiente stesso. ———

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su per giù di un dito. Legateli. Liberi, essi vagherebbero a destra e a sinistra nel brodo. Aggiungete ancora due carote rosse, un navone naturale

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