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La cucina italiana. Giornale di gastronomia per le famiglie e per i buongustai
177024 1929 , Milano , Società Anonima Notari (Istituto Editoriale Italiano) 28 occorrenze

Il popolo italiano è un popolo sobrio, il che non toglie che esso non desideri e non voglia mangiar bene.

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Non c'è antitesi fra sobrietà e gusto; non c'è incompatibilità fra palato ed economia; non c'è dissociazione fra cucina e civiltà. Anzi.

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— Nutrire i convitati non vuol dire riempire il loro ventre. È nell'affinare i piatti non nel moltiplicarli che si mostra di sapere ospitare a tavola.

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E qui bisogna allontanarsi un po' dalla tradizione poichè doverla rispettare non vuol dire accettarla con tutte le sue leggi. Non rideremmo noi di

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Un consimile patrimonio prezioso non deve disperdersi; ma dilatarsi, estendersi, assurgere a comprensione e utilità nazionale.

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Non so ancora decidere quale parte mi spetti nel consesso di cotali amici: psicologo, fisiologo, medico (che tuttavia non classifica affatto fra i

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Gli altri membri del Comitato hanno espresso adesioni verbali, non meno calorose di quelle scritte che abbiamo più sopra riprodotte.

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Non esistono, dunque, soltanto una fisiologia, una estetica e una dinamica: esiste anche una politica della cucina; una politica sociale ed economica.

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Perchè le fettine di prosciutto non possono aprire che la colazione e questa si chiude col dolce, mentre il pranzo — la sera! — col gelato?

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ogni tanto io mi dico: — vediamo di indovinare quale sarà la prossima trovata di Umberto Notari. — E non ci imbrocco mai. È sempre al lato opposto

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una missione nel mondo. E questo non accade tutti i giorni.

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Oggi che il caro-vita squilibria il nostro bilancio domestico, non sarebbe possibile pretendere che il nostro ospite ci presenti le ricche

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Non si può stabilire una legge rigorosa che fissi l'ordine dei piatti, quale deve essere portato in tale momento e quale in tal'altro: sta alla

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fatto grandi progressi nei ristoranti, è in assoluta decadenza nelle famiglie. E' molto esiguo il numero delle signore moderne che ancora non disdegnano

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Non c'è che un modo di scegliere: provare, degustare. Funzione quanto mai delicata e complessa che si estende dall'esame intrinseco del prodotto

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, dove ordine del giorno e lista delle vivande sono una cosa istessa, e dove dovrebbe regnare il silenzio, perchè la bocca non sarà, come al solito, l

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Volete mangiar la trippa davvero buona? Cuocetela da voi: non la comprate già cotta.

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Tale ricettario, come si è detto, varia ogni mese, sì da offrire alla massaia intelligente la possibilità di non ripetere nemmeno una volta in tutto

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Vivanda ordinaria, se volete, ma nelle famiglie che non hanno fumi di cucina raffinata, piace. Se vi rimane della polenta, fatene fette sottili ed

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non vi rimanga più acqua; grattuggiate una mezza libbra di groviera e parmigiano, mescolateli ai maccheroni, aggiungete altri 30 grammi di burro e

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Potete adoperare l'odore dell'aglio invece dello scalogno, l'olio invece del burro e un poco di aceto invece del vino. Non disdice un poco di sapore

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Fate un pane piuttosto sodo e passatelo pei buchi di un ferro apposito o nella siringa se non avete il ferro. Ne farete così tanti cilindretti del

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Avendo dei cardi cotti rimasti, ma non spappolati, passerete alla macchinetta trita-carne la quantità di tonno sott'olio che sia proporzionata ai

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legumi e continuerete così fino a che la forma di pasta non sia ripiena.

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senza pietà; toglietela man mano che si vien formando di modo che non ne resti l'ombra. Poi aggiungete tre porri accuratamente tagliati della grandezza

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richiesto, in modo che possano posare da una parte. E, dalla parte opposta, si fa un piccolo vuoto. Non gettate via quel tritume, che ne togliete: anzi

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le foglie come un sigaro più o meno grosso. Legate con un filo rimboccando le estremità perchè alla cottura il ripieno non esca fuori. Disponete questi

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Dopo mondata, e lavata bene, si lessa, ma non troppo cotta e si fa sgrondare perfettamente. Intanto si pone un po' d'olio in una padella con un poco

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