Il pane da munizione francese invece è fabbricato, fino dal 1853, con farina al blutâge del 20 %, qualora derivi da grani gentili, ed è questo l'abburattamento più generoso che si adoperi oggi per pane destinato alle truppe.
Il pane da munizione francese invece è fabbricato, fino dal 1853, con farina al blutâge del 20 %, qualora derivi da grani gentili, ed è questo l
La cottura deve durare da 40 a 55 minuti per le grosse pagnotte del pane da munizione, e nei nostri panifici militari la si compie in forni ordinari, o di munizione, stabili, adatti ad eseguire fino a 10-12 fornate nelle 24 ore, qualora siano serviti da tre squadre di operai lavoranti a turno, ciascuna per 8 ore. In tali forni da munizione la temperatura si eleva in media oltre a 300° e fino a 350° C.
, o di munizione, stabili, adatti ad eseguire fino a 10-12 fornate nelle 24 ore, qualora siano serviti da tre squadre di operai lavoranti a turno
Volendo determinare il quantum di questo difetto, si potrà ricorrere alla essiccazione di un determinato peso del pane fatta scrupolosamente secondo le norme che verranno indicate al § 9, I. La perdita di peso ad essiccazione compiuta, rappresenterà la quantità d'acqua di idratazione della porzione di pane soggetta ad esperimento, la quale, trattandosi appunto di pane da munizione nostro, sarà da giudicarsi soverchia ed anormale qualora oltrepassi il 36 o il 37%.
di pane soggetta ad esperimento, la quale, trattandosi appunto di pane da munizione nostro, sarà da giudicarsi soverchia ed anormale qualora
Il pane infestato di loglio si riconoscerà trattandone la mollica essiccata e polverizzata con alcool a 85°, e fil-trando la tintura alcoolica ottenuta; questa presenterà un colore giallo-verdognolo ed avrà un sapore acre ed ingrato sui generis, qualora realmente esista loglio nel pane saggiato; l'alcool invece resterà limpido o leggermente giallastro, quando l'alterazione non esista.
ottenuta; questa presenterà un colore giallo-verdognolo ed avrà un sapore acre ed ingrato sui generis, qualora realmente esista loglio nel pane saggiato; l
II. Un segno generico della falsificazione del pane mediante le sostanze minerali registrate nei gruppi 3, 4 e 5 Fig. 9. Stufa di rame a doppia parete di Gay-Lussac. è l'eccesso delle ceneri del pane, le quali, normalmente, nel buon pane bianco del commercio, diligentemente essiccato alla maniera detta di sopra, non devono oltrepassare il 2 %. La incenerazione di gr. 5 o 10 di pane per tale determinazione potrà farsi con diligente pazienza in capsula di platino, di cui sia noto il peso, procurando che l'azione del fuoco principi lenta e seguiti gradatamente più gagliarda fino a che il pane, passato prima per la carbonizzazione, non abbia lasciato un residuo cinereo, perfettamente bianco. La incenerazione ora detta sarà molto agevolata quando si possa disporre della speciale lampada ad alcool del Berzelius rappresentata dalla fig. 10. Per facilitare l'incenerazione tornerà utile anche il seguente artifizio: a carbonizzazione incominciata si toglierà la capsula di platino dal fuoco e, quando sarà un poco raffreddata, si aggiungerà qualche poco di acido azotico puro e si scalderà di nuovo lentamente e poi più forte, e qualora il residuo cinereo dopo l'azione forte del fuoco non riesca ancora completamente spoglio di sostanza carbonosa, si ripeterà l'aggiunta di acido nitrico fino ad intento ottenuto.
qualche poco di acido azotico puro e si scalderà di nuovo lentamente e poi più forte, e qualora il residuo cinereo dopo l'azione forte del fuoco non
Il vastissimo argomento mi trarrebbe certamente troppo per le lunghe, qualora di bel principio non mi prefiggessi un compito tutto pratico: quello cioè di additare pochi e facili mezzi di indagine, più comunemente ritenuti valevoli per raggiungere lo scopo sopra indicato. Eliminando dalla trattazione di questo soggetto ogni lusso soverchio di cognizioni, ogni prova, o di valore discutibile, o non accessibile alle abilità più comuni, o non realizzabile con un limitatissimo patrimonio di mezzi, potrò restringerla in limiti assai modesti, e nello stesso tempo renderla di una pratica utilità per chi nell'esercito è incaricato della sorveglianza sulle incette, spesso vistosissime, di queste importanti derrate.
Il vastissimo argomento mi trarrebbe certamente troppo per le lunghe, qualora di bel principio non mi prefiggessi un compito tutto pratico: quello
d) Il grano può essere immondo per polveri minerali, ghiaiuzze, sabbia, calcinacci, larve d'insetti, escre-menti di topi, di galline, pula, ecc. ecc., cose tutte che lo deprezzano, e possono alterare la farina che ne deriva, qualora non vengano eliminate mediante la vagliatura, la ventilazione, la lavatura del frumento stesso; oltre a questo il grano può essere contaminato dalle così dette mondiglie, o semi estranei di piante che sogliono vegetare unitamente al frumento, le quali tutte concorrono a scemare la buona produzione della farina, e varie riescono anche nocive e venefiche addirittura.
., cose tutte che lo deprezzano, e possono alterare la farina che ne deriva, qualora non vengano eliminate mediante la vagliatura, la ventilazione, la
2° Nel riporlo in magazzini che abbiano i requisiti voluti. Questi magazzini possono distinguersi subito in due categorie: in quelli che mantengono il frumento al libero contatto dell'aria e sotto l'influenza della luce, ed in quelli che tendono a privarlo dell'una e dell'altra. I primi, i più generalmente adottati in Italia e nei nostri panifici militari, sono stabiliti in fabbricati comuni e per essere atti alla buona conservazione del grano devono essere asciutti, ben ventilati, freschi, con pareti ben intonacate, od a stucco, e pavimenti bene intavolati, o meglio lastricati. Debbono essere esposti a tramontana, ricevere luce diffusa, essere influenzati da venti freschi e non umidi e caldi, difesi dall'accesso di animali nocivi per il grano, come topi, piattole, ecc., ecc. Dovrebbe curarsi che ogni magazzino fosse provveduto di un termometro, per potere avvertire quando la temperatura vi sale oltre + 10° C ed in tal caso provvedere con ogni mezzo a che vi ridiscenda a + 10° C, o sotto. Per saggiare poi se i magazzini sono anormalmente umidi, si può provvedere lasciandovi un pezzo di cartapecora, la quale accennerà a secchezza del locale se si manterrà rigida e coriacea, ad umidità soverchia se diventerà umida e pieghevolissima. Questa dell'umidità è la più esiziale condizione per il frumento e va ad ogni costo eliminata, qualora si verifichi nei magazzini.
Nei magazzini militari il frumento è mantenuto steso sul pavimento, a strati non più spessi di un metro ed isolati dal muro, ed è prescritto che venga rimuginato almeno ogni otto giorni, ed all'occorrenza vagliato e ventilato con cura. Qualora si tratti di conservazione precaria, il frumento può esser mantenuto anche insaccato, avendo cura di disporre le sacca in modo che l'aria vi circoli attorno.
venga rimuginato almeno ogni otto giorni, ed all'occorrenza vagliato e ventilato con cura. Qualora si tratti di conservazione precaria, il frumento può
Qualora si scorgano di questi segni di incipiente fermentazione od invasione di insetti nel frumento, si dovrà senza indugio smuoverlo, paleggiarlo, crivellarlo, distenderlo al sole, trasportarlo in altri magazzini, disponendolo in strati sottili, e fare il possibile per promuovere nei locali un abbassamento di temperatura.
Qualora si scorgano di questi segni di incipiente fermentazione od invasione di insetti nel frumento, si dovrà senza indugio smuoverlo, paleggiarlo
Però anche questi serbatoi, se costrutti in modo primitivo non risponderanno allo scopo, e nei panifici militari di Verona e di Firenze dovettero essere abbandonati; saranno invece ottimi qualora vengano fabbricati con cure speciali e dotati di meccanismi che vi permettano la periodica circolazione e ventilazione del grano.
essere abbandonati; saranno invece ottimi qualora vengano fabbricati con cure speciali e dotati di meccanismi che vi permettano la periodica circolazione
con farina di segala, quando è viscoso, nerastro, senza omogeneità, disgregabile facilmente, di difficile essiccazione; con farina d'orzo, quando è secco, di color bruno-rossastro e quasi in filamenti vermicolari o spirali; con farina d'avena, quando è giallo-nerastro, niente elastico, disgregabile, leggermente aromatico e sparso di punti bianchi; con farina di maiz, quando è di colore giallastro pronunziato, viscoso, non serrato, non estensibile od almeno poco; con farina di grano saraceno (o grano nero o fraina) quando è omogeneo, ma grigio-nero che diviene nero-cupo con l'essiccazione; con farina di leguminose (vecce, fave, fagiuoli, ecc.), qualora sia senza legame nè elasticità alcuna, estremamente diviso, non cedente alla pressione, di odore speciale.
farina di leguminose (vecce, fave, fagiuoli, ecc.), qualora sia senza legame nè elasticità alcuna, estremamente diviso, non cedente alla pressione
Qualora poi si avesse l'opportunità di poter disporre di un microscopio provvisto di micrometro e di apparecchio a polarizzazione, sarebbe preferibile per lo speciale esame dell'amido, perchè si potrebbe allora misurare anche le dimensioni delle sue cellule e vedere le figure che esse presentano alla luce polarizzata, secondo suggerisce il Maitessier. (Un microscopio di tal genere, che ho provato molto adatto per queste ricerche, è l'acromatico di P. W. Schiek).
Qualora poi si avesse l'opportunità di poter disporre di un microscopio provvisto di micrometro e di apparecchio a polarizzazione, sarebbe
Per tali riflessioni, il mezzo migliore per riconoscere la presenza di sostanze minerali di adulterazione nella farina resta sempre quello dell'accurata incenerazione di un determinato peso della medesima e consecutiva valutazione ponderale delle ceneri ottenute. Per le diligenze da adoprarsi perchè la incenerazione riesca a dovere, rimando al § 9, II, nella trattazione delle falsificazioni del pane del commercio. Quello che occorre ora ben notare si è, che qualora le ceneri fornite da una farina sorpassino la proporzione del 2 % in peso, non mai raggiunta dalle ceneri della farina di frumento genuina, c'è di che entrare in sospetto fondato della falsificazione in discorso.
notare si è, che qualora le ceneri fornite da una farina sorpassino la proporzione del 2 % in peso, non mai raggiunta dalle ceneri della farina di
Qualora poi la pasta trattata ripetutamente con alcool rimanga colorita e si faccia bruna per l'aggiunta di solfuro d'ammonio, avremo a che fare con l'artificiale tintura mediante il cromato di piombo.
Qualora poi la pasta trattata ripetutamente con alcool rimanga colorita e si faccia bruna per l'aggiunta di solfuro d'ammonio, avremo a che fare con
o d'argento una porzione del sedimento fattosi in fondo all'acqua. Qualora lo spolverizzamento del riso sia stato fatto con polveri minerali (ciò che più importa saper conoscere), il sedimento calcinato lascierà un'abbondante quantità di ceneri.
o d'argento una porzione del sedimento fattosi in fondo all'acqua. Qualora lo spolverizzamento del riso sia stato fatto con polveri minerali (ciò che
In ultimo, quale causa grave di alterazione delle patate è da annoverarsi la Peronospora infestans, fungo microscopico che le invade, costituendo la ormai nota malattia che fino dal 1843 si diffuse in tutta Europa con rapidità maravigliosa. Le patate infette da questo microfita, spaccate si mostrano macchiate in rosso. Se l'uso di patate siffattamente ammalate non è molto dannoso quando sia limitato, potrebbe riescire addirittura pernicioso qualora fosse copioso. Come cause di questa malattia si segnalano: la soverchia umidità del terreno, la piantagione e la rincalzatura ritardata delle piante, la cattiva sementa, la ger-minazione prematura prima che i tuberi siano affidati alla terra, l'uso del concime fresco e non abbastanza scomposto.
qualora fosse copioso. Come cause di questa malattia si segnalano: la soverchia umidità del terreno, la piantagione e la rincalzatura ritardata delle
Fra tutti i caratteri accennati nella tavola ora riportata, certo che quelli offerti dalle ossa sarebbero i più preziosi e meno dubbi per la differenziazione della carne dei bovini da quella di cavallo, semprechè l'ingenuità dei fornitori giungesse a tanto da presentare pezzi dell'animale di tali dimensioni da permettere il riconoscimento di quei caratteri stessi. Ma siccome è ben raro che ciò accada, all'atto pratico quei segni diventano quasi lettera morta. Riguardo ai caratteri della carne muscolare, qualora soccorra molta pratica nell'apprezzarli, sono da ritenersi pregevolissimi; però da soli, a meno che molto accentuati, non varranno mai a determinare per un giudizio reciso. I caratteri offerti dal tessuto connettivo sono forse anche
lettera morta. Riguardo ai caratteri della carne muscolare, qualora soccorra molta pratica nell'apprezzarli, sono da ritenersi pregevolissimi; però da
Qualora infine le carni si presentino pallide, flaccide o rosso-scure, tenaci, asciutte, incapaci di rammollirsi a dovere con la cottura, con tessuto connettivo privo di grasso e imbibito di liquido sieroso, con midolla delle ossa gialliccia, gelatinosa, untuosa al tatto, si riveleranno di animali vecchi ed estenuati dalla fatica e perciò improprie ad un'alimentazione sana ed efficace.
Qualora infine le carni si presentino pallide, flaccide o rosso-scure, tenaci, asciutte, incapaci di rammollirsi a dovere con la cottura, con tessuto
Queste nozioni sono indispensabili sempre quando si tratti di incetta di bovi per uso militare, essendo stabilito per massima, come fu accennato al paragrafo precedente, che i buoi destinati alla macellazione militare non possono accettarsi, qualora, oltre a non essere perfettamente sani, non promettano almeno kilog. 250 di carne distribuibile. È solo in circostanze speciali ed in qualche località che potrà esser permesso derogare a questa legge, accettando buoi del presumibile rendimento inferiore a kilogr. 250. Ciò infatti si verificò, per esempio, nella campagna di Crimea ed anche nelle campagne d'Italia del 1859 e 1866.
paragrafo precedente, che i buoi destinati alla macellazione militare non possono accettarsi, qualora, oltre a non essere perfettamente sani, non
Si potrà sospettare un cacio siffatto, qualora sia sgradevole per gusto oltremodo rancido e per odore troppo pungente, e quando si presenti di colore grigio-rossastro.
Si potrà sospettare un cacio siffatto, qualora sia sgradevole per gusto oltremodo rancido e per odore troppo pungente, e quando si presenti di colore
a) Adulterazione con polpa di patate decuticolate, amido, fecola, ecc. Questa frode potrà facilmente riconoscersi, bollendo un poco di formaggio sospetto con acqua iodata. Qualora il formaggio sia adulterato con sostanze feculente si avrà tosto la nota colorazione violetta dell'ioduro d'amido. Anche l'osservazione microscopica potrà scuoprire nel cacio cosi falsificato i granuli della sostanza amilacea e dalla loro forma e dimensione potrà arguirsene anche la provenienza.
sospetto con acqua iodata. Qualora il formaggio sia adulterato con sostanze feculente si avrà tosto la nota colorazione violetta dell'ioduro d'amido
In tal caso, qualora si desiderasse rendersi ragione, approssimativamente almeno, dell'olio adoperato nella falsificazione, potremmo trovare nella tavola inserita a pagine 176 e 177 dei dati pregevolissimi.
In tal caso, qualora si desiderasse rendersi ragione, approssimativamente almeno, dell'olio adoperato nella falsificazione, potremmo trovare nella
di 11 di ossido sodico puro sciolti nella quantità di acqua sufficiente per formare il volume di un litro di liquido che viene colorato in bleu col tornasole. 10 cc. di tale soluzione sono neutralizzati esattamente da 4 cc. di soluzione alcalimetrica, ossia di acido solforico normale del Gay-Lussac. Una bottiglia di questo liquore accompagna sempre l'apparecchio, e ciò può risparmiarne la preparazione non facile per chicchessia. Per operare il saggio, mediante l'apposita pipetta (vedi fig. 36, 6) che porta segnata in x la capacità di 4 cc., si introduce nell'acetimetro questo volume di aceto da esaminare, il quale vi occuperà esattamente tutto lo spazio compreso almdisotto del segno circolare rappresentante lo 0 della graduazione. Ciò fatto si verserà sopra l'aceto, a grado a grado, del liquore acetimetrico inazzurrito dal tornasole, il quale arrossirà per effetto dell'acido acetico con cui si troverà a contatto. Continuando l'aggiunta del liquido reattivo, si verrà ad un punto che l'alcaalinità del medesimo avrà saturato tutta l'acidità dell'acido contenuto nell'aceto, e la mescolanza di rossa tenderà nuovamente a farsi azzurra, passando prima per il colore rosso-vinoso. Ottenuta dunque questa intonazione di colore, che accenna alla compiuta saturazione dell'acidità dell'aceto, si cesserà Fig. 36. Acetimetro Reveil - a Acetimetro - b Pipetta per misurare esattamente i 4 cc. di aceto da mettere sotto esperimento. di aggiungere il reattivo, si leggerà di quante gradazioni salì la miscela nell'acetimetro, ed il numero di esse indicherà la ricchezza in acido acetico dell'aceto esaminato, vale a dire quanti pesi di acido acetico saranno contenuti su 100 pesi di aceto. Così, per esempio, essendo la miscela montata per 8 divisioni nell'acetimetro, se ne dedurrà che l'aceto sottoposto alla prova contiene l'8 % in peso di acido acetico puro (monoidrato). Qualora si abbia a che fare con aceto troppo carico di materia colorante, sarà necessario, per apprezzar bene la reazione, di decolorarlo anticipatamente col mescolarlo a carbone animale puro per qualche tempo e filtrarlo successivamente.
sottoposto alla prova contiene l'8 % in peso di acido acetico puro (monoidrato). Qualora si abbia a che fare con aceto troppo carico di materia
3° Allo stesso scopo che sopra può essere adoprato anche l'acido cloridrico. Per riconoscere nell'aceto una tale falsificazione, occorre aver presente che l'aceto puro di vino non precipita, o s'intorbida appena, con una soluzione di nitrato d'argento, mentre precipiterà abbondantemente qualora sia adulterato con l'acido in questione.
presente che l'aceto puro di vino non precipita, o s'intorbida appena, con una soluzione di nitrato d'argento, mentre precipiterà abbondantemente qualora sia
5° Le sostanze acri, come il pepe, il pigmento, la senape, che talora vengono aggiunte all'aceto per simularne l'acidità e comunicargli un sapore piccante, si scuopriranno saturando l'acidità naturale dell'aceto sospetto con un carbonato alcalino; qualora l'aceto sia genuino, odore e sapore acido del medesimo spariranno, mentre, se si avrà a che fare con aceto adulterato, odore e sapore della sostanza acre impiegata nella frode rimarranno e si fa-ranno anche più evidenti dopo la saturazione.
piccante, si scuopriranno saturando l'acidità naturale dell'aceto sospetto con un carbonato alcalino; qualora l'aceto sia genuino, odore e sapore acido
La presenza infine dell'jodio si può riconoscere nel sale disciogliendone una quantità in meno d'acqua possibile, situando la soluzione in un matraccio, aggiungendovi qualche goccia di acido solforico e chiudendo quindi il matraccio stesso con carta amidata. Qualora esista nel sale dell'jodio, questa carta tenderà a colorarsi in bleu.
matraccio, aggiungendovi qualche goccia di acido solforico e chiudendo quindi il matraccio stesso con carta amidata. Qualora esista nel sale dell'jodio
Un residuo, per esempio, che faccia effervescenza con gli acidi, denoterà la presenza di sostanze calcari (marmo, creta, ecc.); qualora ingiallisca aggiunto di nitrato d'argento, accennerà alla probabile presenza di polvere di ossa; qualora, disciolto nell'acqua acidulata con acido azotico, precipiti con nitrato di bario, tradirà la presenza di un solfato (gesso). Se trattato con acqua bollente e quindi con tintura di jodio tenderà all'inazzurrimento, accennerà a contenere delle materie farinose o della fecola; contenendo sabbia infine, la sola ispezione varrà a farla riconoscere.
Un residuo, per esempio, che faccia effervescenza con gli acidi, denoterà la presenza di sostanze calcari (marmo, creta, ecc.); qualora ingiallisca
1° Prima di tutto lo zucchero, per imperfetto essiccamento, può contenere una soverchia proporzione di umidità che lo deprezza e rende più suscettibile di alterazioni. Qualora la poca durezza e sonorità e la facile disgregabilità dei mozzi facessero supporre questo difetto, lo si potrebbe determinare meglio prendendo 10 grammi dello zucchero sospetto, precedentemente polverizzato, e mettendolo ad essiccare in una stufa (come quella rappresentata dalla fig. 27) ad una temperatura di + 110° C, fino a che non si manifesta più alcuna perdita di peso; ad operazione terminata, la diminuzione di peso sui 10 gr. rappresenterà la quantità di acqua contenuta dallo zucchero esaminato, la quale potrà ritenersi eccessiva qualora raggiunga o sorpassi il 3 %.
suscettibile di alterazioni. Qualora la poca durezza e sonorità e la facile disgregabilità dei mozzi facessero supporre questo difetto, lo si potrebbe
Per scuoprire la frode varrà la regolare essiccazione di una determinata quantità di caffè: qualora la perdita di peso oltrepassi il 12-14 %, avremo un forte indizio per ammetterla.
Per scuoprire la frode varrà la regolare essiccazione di una determinata quantità di caffè: qualora la perdita di peso oltrepassi il 12-14 %, avremo
I mezzi per riconoscere un caffè tinto sono vari, ma il più semplice consiste nel prendere una quantità di caffè sospetto e sfregarlo entro un fazzoletto di tela bianchissimo. Qualora il caffè sia artificialmente colorato sporcherà la tela, ciò che non avverrà col caffè genuino.
fazzoletto di tela bianchissimo. Qualora il caffè sia artificialmente colorato sporcherà la tela, ciò che non avverrà col caffè genuino.
Al microscopio potremo riconoscere nella polvere delle cellule di amido sfuggite alla torrefazione: lenticolari se di orzo, segala, ecc. (d, fig. 37), ovoidi ed ombellicate se di semi di leguminose (c, fig. 37). Saggiando poi un infusione del caffè sospetto, precedentemente scolorata col carbone animale, con tintura di jodio, si avrà la caratteristica colorazione azzurra dell'joduro d'amido, qualora la falsificazione esista realmente.
animale, con tintura di jodio, si avrà la caratteristica colorazione azzurra dell'joduro d'amido, qualora la falsificazione esista realmente.
Oltre a ciò, una infusione del caffè sospetto (decolorata mediante il carbone animale) trattata con solfato di ferro, si colorerà in nero (tannato di ferro) e con tintura di jodio si tingerà in azzurro (joduro d'amido), qualora esista realmente la frode.
ferro) e con tintura di jodio si tingerà in azzurro (joduro d'amido), qualora esista realmente la frode.
Riprendendo l'esempio del vino toscano ordinario da pasto, al quale si attribuisce il 17 o 18 per 1000 di sostanza estrattiva (vedi la tavola al 68), qualora, evaporandone un litro, si potesse constatare esser essa invece molto inferiore alla quantità ora detta, puta il caso 13 o 14 per 1000, avremmo un terzo e valevole indizio dell'adacquamento di quel vino, che unito agli altri due, ci potrebbe autorizzare a diffidarne grandemente ed a proporne il rifiuto.
), qualora, evaporandone un litro, si potesse constatare esser essa invece molto inferiore alla quantità ora detta, puta il caso 13 o 14 per 1000
Gettando una o due gocce di vino cosi adulterato sopra un foglio di carta bianca da scrivere, ed allargandovele con bacchetta di vetro, fino a che giungano a bagnarne una superficie eguale a quella di un pezzo da cinque centesimi, lasceranno, disseccandosi, una macchia quasi nero inchiostro; ciò non avverrebbe qualora il vino fosse genuino, inquanto questo lascia appena una leggerissima macchia grigio-rossastra.
non avverrebbe qualora il vino fosse genuino, inquanto questo lascia appena una leggerissima macchia grigio-rossastra.
Per distinguere fra loro le diverse specie di acquavite ed apprezzarne l'aroma speciale ad ognuna di esse, gli intendenti versano nel cavo della mano un poco del liquido in esame, e dopo di aver soffregate le palme fra loro, le aprono per lasciare evaporare l'alcool e quindi fiutano, cercando di determinare così l'odore caratteristico dell'acquavite. Questo sarà più o meno gradevole, qualora l'acquavite provenga dai succhi fermentati e distillati di uva, di ciliege, di canna di zucchero; più o meno sgradito invece quando l'acquavite derivi dalla distillazione dei liquidi fermentati ottenuti dalle vinacce d'uva, dal sidro, dalle pere, dalle barbebietole; detestabile addirittura negli spiriti ottenuti per distillazione dei succhi fermentati di graminacee e di patate.
determinare così l'odore caratteristico dell'acquavite. Questo sarà più o meno gradevole, qualora l'acquavite provenga dai succhi fermentati e
6° Ottenute con la cilindrazione le falde di pasta ora descritte, mediante stampi a mano od a macchina, vengono tagliate le gallette della forma e dimensioni prescritte, e perforate ad un tempo dei 36 forellini destinati a facilitarne la cottura, a prevenirne i gonfiamenti, a favorirne il disseccamento dopo la cottura, ed anche a facilitarne il rammollimento, qualora si debba consumare bagnata entro un liquido, come il brodo, il vino, ecc.
disseccamento dopo la cottura, ed anche a facilitarne il rammollimento, qualora si debba consumare bagnata entro un liquido, come il brodo, il vino, ecc.
La buona galletta ha una frattura sonora, vitrea; non si sbriciola; immersa nell'acqua vi galleggia per qualche tempo; ne assorbe quindi una rilevante quantità, aumenta di volume, si rammollisce ed allora può calare a fondo. Qualora fosse fabbricata senza lievito sarebbe di una conservazione indefinita.
rilevante quantità, aumenta di volume, si rammollisce ed allora può calare a fondo. Qualora fosse fabbricata senza lievito sarebbe di una conservazione
2° Il procedimento recentissimo dello Spruyt, del genere di quelli precedentemente enumerati, ma col quale si ritiene sarebbe molto bene risolto il problema della conservazione della carne per le armate. Esso consiste nel ricoprire la carne fresca da conservarsi di un sottile strato di grasso salicilato (10 per 100), e di chiuderla quindi in piccoli barili od in scatole di latta. Si giunse in tal modo a conservare ottimamente della carne fresca per due mesi, e probabilmente la si sarebbe conservata per più lungo tempo qualora si fosse protratta la prova. Sembra che i cangiamenti di temperatura e di umidità dell'aria poco influiscano sulla conservatilità della carne preparata secondo questo metodo il quale, per di più, oltre che molto semplice, riuscirebbe anche assai economico. Difatto il grasso salicilato che si può facilmente remuovere dalla carne cosi preparata al momento di usarne, potrebbe esser utilizzato di nuovo ed indefinitamente, previa la semplice sua rifusione.
per due mesi, e probabilmente la si sarebbe conservata per più lungo tempo qualora si fosse protratta la prova. Sembra che i cangiamenti di
(a) Qualche volta con acqua pura si associa una torbidezza dovuta ad una materia minerale molto fina: cosi, per esempio, il solfato di calcio finamente diviso che non si deposita neanche nell'acqua distillata. (6) In alcune acque usabili, come quelle di torbiera, il colore può esser giallo ed anche bruniccio. In alcune ancora il sapore può essere insipido, ovvero solo moderatamente aggradevole. (c) Dove l'impurità è per la maggior parte vegetale, il colore può esser molto marcato nella stessa acqua usabile. (d) Le acque di colore oscuro possono essere usabili allorché l'impurità è di natura vegetale. (e) Le materie solide possono eccedere nelle acque calcaree, qualora constino per la massima parte di carbonato di calcio. (f) Alcune acque organicamente pure contengono un grande eccesso di materie solide. (g) Le sostanze solide col calore rosso possono imbrunire, ma non debbono svolgere vapori intensi. (h) Le sostanze fisse anneriscono sensibilmente con la elevata temperatura. (i) Le sostanze fisse colla calcinazione anneriscono e sviluppano un odore di corno bruciato.
vegetale. (e) Le materie solide possono eccedere nelle acque calcaree, qualora constino per la massima parte di carbonato di calcio. (f) Alcune acque
Tutto considerato è da ritenersi perciò preferibile a questo scopo l'uso del tricloruro di oro, che, soprattutto a caldo, è decomposto dalle sostanze organiche, con riduzione dell'oro metallico. Difatto, aggiungendo in un tubo d'assaggio a 25 o 30 cc. di acqua da esaminare un cc. circa di una leggera soluzione del cloruro ricordato e scaldando fino all'ebullizione, qualora l'acqua sia polluta per sostanze organiche, i reflessi aurei che impartì alla medesima il reattivo, si cambieranno in una tinta violetta d'intensità proporzionale al grado della polluzione. Altrettanto non avverrà qualora l'acqua sia scevra o quasi di avanzi organici; essa rimarrà con i suoi reflessi aurei inalterati o quasi.
leggera soluzione del cloruro ricordato e scaldando fino all'ebullizione, qualora l'acqua sia polluta per sostanze organiche, i reflessi aurei che impartì
(1) La soluzione di cloruro d'oro occorrente per il 1° dei nuovi saggi proposti potrebbe, nella nostra cassetta regolamentare, esser messa nella boccetta che attualmente contiene la soluzione di cloruro mercurico (Vedi la spiegazione della fig. 43), inquantochè questo, non trovando applicazione in alcuna delle prove suggerite dalla Istruzione, non ha ragione di essere in quella cassetta. La soluzione di brucina (1: 800 di acqua distillata), occorrente per la ricerca dell'acido nitrico, potrebbe esser posta nella bottiglia ora occupata dall'alcoolito di campeggio, reattivo di secondaria importanza in queste prove sull'acqua. Adottato difatti per scuoprirvi il bicarbonato di calce, potrà essere sempre supplantato dalla ebullizione la quale precipita nell'acqua stessa i bicarbonati terrosi, ed in specie quello di calce, rendendoli così palesi per lo intorbidamento proporzionale sempre alla loro quantità. La soluzione forte di joduro di zinco, necessaria per la ricerca dell'acido nitroso, potrebbe allogarsi nella boccetta attualmente occupata dalla soluzione semplice di azotato baritico, la quale potrebbe essere senza danno soppressa, sia perchè nella cassetta esiste già la soluzione (titolata al 2,14 per cento) di questo sale per idrotimetro; sia perchè, volendo, il nitrato di barite, come inalterabile all'aria, potrebbe esser tenuto nella cassetta in tubetto di vetro (come il solfato ferroso), sempre pronto per farne, all'occorrenza, la soluzione estemporanea. Infine per la soluzione di clorato potassico, accennata nel 4° saggio proposto per la valutazione quantitativa del cloro, potrebbe servire la bottiglia ora occupata nella cassetta dall'alcoolito di noce di galla, che, senza grave inconveniente, potrebbe esser soppresso. Di fatto questo reattivo dei sali esistenti nell'acqua è d'azione tarda e troppo indeterminata, per riuscire realmente utile in ricerche spicciative come quelle cui vuolsi abilitare con la nostra Istruzione. Come reattivo poi del ferro nell'acqua, questo alcoolito potrebbe essere rimpiazzato molto opportunamente dal cianuro ferroso-potassico (esistente pure nella cassetta), il quale, aggiunto all'acqua leggiermente acidulata con acido azotico e concentrata per di più mediante evaporazione, vi produrrà un precipitato bluastro e poi bleu, qualora contenga tracce di ferro. E così, con queste semplici modificazioni ed aggiunte, io ritengo che il piccolo reagentario della nostra cassetta regolamentare per l'analisi dell'acqua potabile potrebbe esser messo in grado di soddisfare meglio alle moderne esigenze della igiene. Recapitolando, tali modificazioni si ridurrebbero alle seguenti: 1° L'attuale soluzione di cloruro mercurico, sostituita da una debole soluzione di tricloruro d'oro. 2° L'alcoolito di noce di galla, sostituito da una soluzione di clorato potassico, tale da contenere 3 di cloro per 100,000 di acqua distillata. 3° L'alcoolito di campeggio, sostituito da una soluzione acquosa di brucina all'1: 800. ,4° La soluzione ordinaria di azotato baritico puro, sostituita da una forte soluzione di joduro di zinco.
, vi produrrà un precipitato bluastro e poi bleu, qualora contenga tracce di ferro. E così, con queste semplici modificazioni ed aggiunte, io ritengo
Si introducono 40 cc. di questa soluzione salina, detta normale, nella boccetta per idrotimetria (a della fig. 44). Quanto alla tintura di sapone se ne riempie la buretta idrotimetrica fino al tratto superiore allo 0 (b della fig. 44). Questo grado situato al disopra dello zero con tiene la quantità di tintura di sapone necessaria per impartire a 40 cc. di acqua, qualora sia pura, la proprietà di sviluppare, per agitazione, una spuma di più di Va centimetro di spessore e persistente almeno dieci minuti senza dissiparsi.
quantità di tintura di sapone necessaria per impartire a 40 cc. di acqua, qualora sia pura, la proprietà di sviluppare, per agitazione, una spuma di più di
Queste informazioni, che io ho tratte dal bel lavoro del Certes, ritengo potranno tornare di utilissima norma, qualora favorevoli circostanze concorrano per agevolare un esame microscopico dell'acqua alquanto accurato.
Queste informazioni, che io ho tratte dal bel lavoro del Certes, ritengo potranno tornare di utilissima norma, qualora favorevoli circostanze
Qualora, dopo un certo periodo di attività si credesse necessaria la purificazione del filtro, questa potrà farsi sempre in modo radicale e con grande facilità. Liberata l'ampolla dal suo involucro, e staccata dal manicotto elastico che la mantiene appesa al rubinetto, dopo averla bene sciaquata e vuotata dell'acqua che contiene, potrà essere immersa, per circa un'ora, in un bagno di acqua acidulata con acido cloridrico al 5 % (dal quale non è attaccabile affatto il silicato di allumina di cui essa è costituita), e quindi esposta, per un paio d'ore, ad una temperatura dai 200° ai 300° gradi, per esempio, entro un forno comune scaldato per la cottura del pane. Il bagno acido varrà a ridisciogliere le deposizioni calcari che, per avventura, avesse lasciata un'acqua dura nella trama del biscotto; l'alta temperatura disorganizzerà completamente i microbi dell'acqua arrestati dalla porcellana, sterilizzandola così nuovamente.
Qualora, dopo un certo periodo di attività si credesse necessaria la purificazione del filtro, questa potrà farsi sempre in modo radicale e con
Non esito un momento a rispondere affermativamente, aggiungendo anche che ciò tornerebbe più pratico e conveniente, qualora si trattasse di stabilire una filtrazione in grande, che non di far funzionare una sola o poche ampolle. Di più la filtrazione attraverso le dette ampolle animata per aspirazione si effettuerebbe allora dall'esterno all'interno, secondo appunto il desideratigli espressosi nella discussione sul filtro in parola, avvenuta la sera del 1° -settembre in seno alla assemblea generale della Società fiorentina d'Igiene. Per esperimenti da me fatti in piccole proporzioni, con un semplicissimo apparecchio, potei convincermi che la filtrazione dell'acqua, attivata per aspirazione attraverso le ampolle della Manifattura Ginori, sarebbe cosa facilmente realizzabile con limitato impianto e modestissimo dispendio. Non entro in altri dettagli sul proposito perchè, per persuadere di tutta la praticità di questo nuovo modo di filtrazione, mi occorrerebbe poter riferire di esperimenti instituiti su grande scala; esperimenti che io non ebbi in verun modo nè la possibilità, nè la opportunità di fare.
Non esito un momento a rispondere affermativamente, aggiungendo anche che ciò tornerebbe più pratico e conveniente, qualora si trattasse di stabilire