Nel panificio militare di Torino fu primo messo in prova il forno aerotermo Bianchi, il quale, se non fece ottima prova nella cottura delle grosse pagnotte da munizione, perchè non giungeva a cuocerle a sufficenza nell'interno, riuscì perfettamente per la cottura della galletta, tanto che fu lungamente adoperato per quest'uso e sarebbe desiderabile che, almeno nei principali panifici militari del regno, fosse rimesso in onore per questo scopo.
lungamente adoperato per quest'uso e sarebbe desiderabile che, almeno nei principali panifici militari del regno, fosse rimesso in onore per questo scopo.
Se trattato con il solfato di rame, si potrà riconoscere la frode ponendo il frumento in infusione entro acqua distillata o piovana tepida ed aggiungendo quindi a quest'acqua dell'ammoniaca liquida. Una colorazione più o meno bluastra, che comparisca dopo 15 o 20 minuti, rivelerà con sicurezza la presenza del rame.
aggiungendo quindi a quest'acqua dell'ammoniaca liquida. Una colorazione più o meno bluastra, che comparisca dopo 15 o 20 minuti, rivelerà con sicurezza la
14. — Conservazione del frumento. Di quale interesse sia quest'argomento per l'amministrazione militare è facile comprenderlo, quando si pensi alle vistose provviste di frumento che trovansi bene spesso nei magazzini dei nostri panifici militari, ed alle molteplici cause che possono concorrere in questi ad alterare la preziosa derrata. Non sarà dunque superfluo fermarvisi sopra alcun poco.
14. — Conservazione del frumento. Di quale interesse sia quest'argomento per l'amministrazione militare è facile comprenderlo, quando si pensi alle
Nella macinazione dei grani che servir debbono a produr farine per il nostro pane da munizione, si adotta il primo sistema di macinazione inglese, anglo-americano od a fondo, come quello che, oltre ad essere più pronto, è più atto a fornire farine molto ben adatte alla confezione di quest'ottimo pane militare.
, anglo-americano od a fondo, come quello che, oltre ad essere più pronto, è più atto a fornire farine molto ben adatte alla confezione di quest'ottimo
2° Il non essere resistenti alla cottura rivela le paste povere di glutine e perciò poco nutritive, e fabbricate con farine adulterate ed improprie a quest'uso. Si può valutare la portata di questo difetto separando il glutine della pasta sospetta mediante la sua macerazione protratta nell'acqua e la successiva lavatura a freddo, come si fa per isolare lo stesso principio dalle farine (Vedi § 17, b) ed apprezzandone quindi la quantità e le più salienti proprietà studiate al paragrafo ora citato.
quest'uso. Si può valutare la portata di questo difetto separando il glutine della pasta sospetta mediante la sua macerazione protratta nell'acqua e
Fra i risi esotici il più accreditato è quello della Carolina a grani semi-trasparenti o bianco-striati; indi vengono le varietà indiane, brasiliane, dell'Egitto (levante), della Concincina (Riz glouant), chinese. Quest'ultima varietà va specialmente distinta per i suoi granuli piccoli e bianchissimi e per essere varietà montana, vale a dire tale che riesce in luoghi secchi e collinosi; ha però un valore molto inferiore a quello delle altre varietà prima ricordate, per esser meno gradita al gusto, meno nutritiva e più spappolabile con la cottura.
, dell'Egitto (levante), della Concincina (Riz glouant), chinese. Quest'ultima varietà va specialmente distinta per i suoi granuli piccoli e
Volendo però evitare quest'operazione lunga e non facile per scoprire la frode, si potrà tentare il trattamento del cloroformio, indicato già per la farina di frumento al 17, lett. e.
Volendo però evitare quest'operazione lunga e non facile per scoprire la frode, si potrà tentare il trattamento del cloroformio, indicato già per la
5° Deve esser susseguita dall'appensione dell'animale per dodici o venti ore secondo la stagione, affinchè il sangue possa completamente scolare dalle carni ed i corpi albuminoidi coagularsi nelle medesime, ritardandovi così la produzione dell'acido lattico che è la causa precipua della pronta loro decomposizione. Quest' appensione dell'animale morto è necessaria anche perchè la carne non venga adoperata subito dopo la macellazione, essendo in tali circostanze dura, tigliosa, di difficile cottura, molto pesante alla digestione, poco gustosa.
decomposizione. Quest' appensione dell'animale morto è necessaria anche perchè la carne non venga adoperata subito dopo la macellazione, essendo in
Quest'odore si potrà fare risaltare meglio sezionando la carne mediante un coltello riscaldato con acqua bollente, e si avvertirà prima e più intenso che ovunque, nel connettivo che circonda le ossa, in vicinanza di ammassi di grasso, negl'interstizi muscolari, alla superficie dei pezzi ed ovunque germi natanti nell'aria possono facilmente arrivare e trovare favorevoli condizioni per il loro sviluppo. A questo proposito però giova avvertire, che finchè la carne di un animale sano tramanda soltanto un lieve
Quest'odore si potrà fare risaltare meglio sezionando la carne mediante un coltello riscaldato con acqua bollente, e si avvertirà prima e più intenso
Anzi è bene si conosca che su quest'ultimo fatto sono basate le classificazioni della carne del bue a seconda delle regioni del corpo. Di queste classificazioni, due sono le più comunemente accettate: l'inglese, accolta nei principali centri d'Europa, e la francese che regola il taglio ed il prezzo delle carni nel mercato di Parigi ed anche in moltissimi mercati d'Italia. Un'idea abbastanza esatta di queste due classificazioni il lettore se la potrà fare esaminando le due figure 31 e 32 delle pagine precedenti e le spie-gazioni che le accompagnano.
Anzi è bene si conosca che su quest'ultimo fatto sono basate le classificazioni della carne del bue a seconda delle regioni del corpo. Di queste
Lasciando da parte per adesso la carne suina e quella di cavallo, che non sono ufficialmente ammesse finora nell'alimentazione del nostro soldato, e riferendoci più specialmente alle carni ovine, come quelle di sostituzione regolarmente accettate, noterò che i capitoli d'oneri più volte ricordati dicono: « Nei luoghi dove in alcuni giorni della settimana, per costante consuetudine locale, non si consuma nè carne di bue, nè carne di vacca, dovrà essere accettata dai corpi la carne di castrato o di montone, se di buona qualità, col 25 % in più della carne di bue. » Quest'ultima disposizione lodevolissima trova la sua ragione nel fatto che la carne di montone e castrato è più acquosa e più povera di principii nutritivi della carne di bue, come può vedersi nei paralleli analitici riportati alla lettera a) del 31.
essere accettata dai corpi la carne di castrato o di montone, se di buona qualità, col 25 % in più della carne di bue. » Quest'ultima disposizione
Conseguentemente la composizione del brodo può variare moltissimo a seconda del modo di preparazione, del rapporto mantenuto fra acqua e carne e della bontà e qualità di quest'ultima.
Così, per esempio, il segno più alto che porta 00 rappresenta il punto di affioramento dell'areometro nella oleina pura a 15° + C, la più leggera delle sostanze oleose, e significa essere il peso specifico della medesima = 900 di fronte a quello dell'acqua = 1,000; il segno che porta la cifra 17 rappresenta il punto di galleggiamento dell'asta dell'oleometro, quando venga immerso nel l'olio d'oliva ordinario, genuino a + 15° C, ed indica avere quest' olio un peso specifico di 917 rispetto a quello dell'acqua = 1,000. Come per ogni operazione areometrica, anche per quella coll'oleometro, non esperimentando a + 15° C, si dovrà tener conto della temperatura dell'olio, per poter fare la correzione della temperatura. Allo scopo di facilitare questa correzione esistono delle tavole apposite, delle quali però possiamo fare anche a meno, quando si tenga per norma la osservazione del Lefèbvre il quale ha riscontrato che la differenza nella densità è di 0,001 in più od in meno per ogni grado e mezzo al disotto o al disopra di + 15° C, e conseguentemente di 0,002 per ogni 3° di differenza su + 15° C. Talchè, per esempio, la densità data da un olio a + 18° C dovrà essere aumentata di due millesimi per ottenere quella che avrebbe realmente a 15°, e quella data a + 12°, dovrebbe invece essere diminuita di una uguale quantità.
quest' olio un peso specifico di 917 rispetto a quello dell'acqua = 1,000. Come per ogni operazione areometrica, anche per quella coll'oleometro, non
Per le nostre razioni militari, si fu però più esclusivi nella scelta di questi alimenti, dando la preferenza al caffè, fra i caffeici, come quello più affine alle abitudini ed al gusto degli italiani, e più economico del thè; al vino fra gli alcoolici, come il più accetto ed il più diffuso fra noi dei diversi liquidi alcoolici fermentati, e come più innocente, senza dubbio, dell'acquavite e degli altri alcoolici distillati. Circostanze specialissime soltanto, che accennerò più tardi, possono scusare l'uso di quest'ultimi per i nostri soldati.
specialissime soltanto, che accennerò più tardi, possono scusare l'uso di quest'ultimi per i nostri soldati.
A proposito di quest'ultimo punto, fu questionato spesso a quale dei due alimenti nervini si sarebbe dovuto dare la preferenza nelle distribuzioni che se ne fanno alla truppa. L'illustre Moleschott, per esempio, che veniva interpellato a tal riguardo dal R. Ministero della Guerra, rispondeva: «non oserei pronunziarmi sul quesito, se valga meglio alternare le distribuzioni del caffè e del vino, o dare la preferenza od all'una o all'altra di queste bevande secondo le regioni. Quello che mi pare si è, che il vino convenga meglio prima ed il caffè dopo la fatica; quello prepara ed aiuta l'organismo a sostenerla, questo ristora facendo dimenticare lo strapazzo sofferto.»
A proposito di quest'ultimo punto, fu questionato spesso a quale dei due alimenti nervini si sarebbe dovuto dare la preferenza nelle distribuzioni
Per effettuare questa reazione speditamente Jacquemin e Ritter suggeriscono una speciale buretta a rubinetto che facilita molto la mistione giusta del vino, ammoniaca ed etere, non che la decantazione di quest'ultimo.
del vino, ammoniaca ed etere, non che la decantazione di quest'ultimo.
79. — Razioni di riserva del soldato italiano. Il nostro soldato, come quelli dei meglio ordinati eserciti moderni, è provveduto dei così detti viveri di riserva, allo scopo di guarentirne il sostentamento anche nei giorni più difficili della guerra o delle grandi esercitazioni, nei quali si rendano impossibili i regolari approvvigionamenti e la confezione dell'ordinaria razione alimentare. Fino dal 1872 il R. Ministero della Guerra, compreso della necessità di ben regolare quest'importante servizio, con la Nota N° 270, inserta nel Giornale militare ufficiale di quell'anno, prescriveva che tutti indistintamente i sotto-uffiziali, caporali e soldati dei reggimenti della fanteria di linea, bersaglieri, cavalleria, dell'artiglieria e del corpo zappatori del genio avessero a ricevere e conservare costantemente e gelosamente nello zaino o nella valigia due razioni viveri di riserva, per essere consumate in determinate eventualità. Successivamente estendeva questa disposizione anche per le truppe alpine e per le compagnie di sanità e di sussistenza. Ognuna di queste razioni veniva fissata nel modo seguente:
della necessità di ben regolare quest'importante servizio, con la Nota N° 270, inserta nel Giornale militare ufficiale di quell'anno, prescriveva che
1° Per ottenere buona galletta prima condizione si è quella di fare la scelta di buon frumento adatto a questa fabbricazione. Nei nostri panifici militari si adopera una mistione di grano semiduro e tenero, di qualità superiore, con prevalenza di quest' ultimo, oppure frumento della stessa qualità di quello che si adopra per la fabbricazione del buon pane da munizione, portato però al massimo grado di nettezza e perfettamente crivellato.
militari si adopera una mistione di grano semiduro e tenero, di qualità superiore, con prevalenza di quest' ultimo, oppure frumento della stessa qualità
c) Acqua di sorgente. Il primo carattere di quest'acqua è l'aereazione limitata, per il poco contatto che ebbe con l'atmosfera, e conseguentemente la scarsezza di ossigeno in dissoluzione, sostituita dalla ricchezza in acido carbonico, derivante dai bicarbonati terrosi i quali, una volta giunti coll'acqua all'aria libera, cedono dell'acido carbonico che si discioglie nell'acqua stessa.
c) Acqua di sorgente. Il primo carattere di quest'acqua è l'aereazione limitata, per il poco contatto che ebbe con l'atmosfera, e conseguentemente la
d) Acqua di pozzo. Intorno a quest'acqua occorre fare subito una importantissima distinzione: se il pozzo è scavato in terreni immuni o quasi di depositi organici, e prende alimento dall'acqua che scorre profondamente su strati inclinati, impermeabili, sui quali si rinnuova costantemente; oppure se il pozzo è alimentato dalla mappa d'acqua del sottosuolo, stagnante a poca profondità, ed è scavato per soprappiù in terreni contaminati di avanzi organici. Nel primo caso l'acqua di pozzo sarà assimilabile in tutto e per tutto a quella di sorgente, con i molti suoi pregi ed i pochi suoi difetti, un pozzo potendosi riguardare allora come una sorgente artificialmente raggiunta a rilevante profondità mediante scavi od appositi tubi insinuati nel suolo (pozzi artesiani); nel secondo caso invece l'acqua di pozzo sarà da caratterizzarsi fra le più impure, come subordinata all'inquinamento di sostanze organiche in via di decomposizione. La nota saliente di quest'acqua sarà la presenza di composti nitrosi, nitrici ed ammoniacali derivanti appunto dalle sostanze in putrefazione, che ci si immischiarono per infiltrazioni impure e deleterie di ogni sorta.
d) Acqua di pozzo. Intorno a quest'acqua occorre fare subito una importantissima distinzione: se il pozzo è scavato in terreni immuni o quasi di
Del resto la composizione di quest'acqua varia molto per le sostanze eterogenee che contiene, a seconda della qualità dei terreni attraverso i quali si infiltrò e trascorse, prima di far capo alla superfìcie. Così, acque che scaturiscono da formazioni granitiche, metamorfiche, ardesiche, oolitiche, sono poco mineralizzate per scarse quantità di calcio e di magnesio, per qualche silicato discioltovi sotto l'influenza dell'acido carbonico, per cloruro di sodio e per tracce di sali di ferro. Acque derivanti da terreni sabbiosi o ghiaiosi possono essere, in qualche caso, abbastanza pure e leggere, ma più di sovente sono ricche di cloruro di sodio, di carbonati e solfati di sodio, calcio e magnesio, con traccie di sali di ferro e di silicati, e con proporzioni molto variabili di sostanze organiche. Acque che attraversano strati gessosi contengono in copia solfato di calce, come quelle che rasentano banchi di sai gemma sono ricche di cloruro di sodio. Acque che provengono da formazioni calcari, cretacee, magnesiache saranno riccamente fornite di carbonato di calcio e di magnesio, di solfati, di cloruri, ecc., non senza mancare di silicati, nitrati, tracce di sali ferrosi e di sostanze organiche in variabili, ma limi-tate proporzioni.
Del resto la composizione di quest'acqua varia molto per le sostanze eterogenee che contiene, a seconda della qualità dei terreni attraverso i quali
Le note caratteristiche di quest'acque cosi profondamente pollute, saranno grandi quantità di sali ammoniacali, disparizione dell'ossigeno di aereazione e presenza soprattutto di sostanze organiche e di minutissimi esseri organizzati di mille maniere. Altro appunto che si può fare infine alle acque di fiume, si è la instabilità della loro temperatura, che le rende soverchiamente calde in estate, fredde in inverno.
Le note caratteristiche di quest'acque cosi profondamente pollute, saranno grandi quantità di sali ammoniacali, disparizione dell'ossigeno di
Anche l'acqua di mare per la sua elevata proporzione di cloruro di sodio, non può esser presa in considerazione come acqua da servire all'alimentazione. Tanto quest'acqua, che quella di stagni, paludi, ecc., potrebbero essere utilizzate come bevanda, solamente a condizione di esser prima sottoposte a radicale correzione operata mediante la distillazione.
'alimentazione. Tanto quest'acqua, che quella di stagni, paludi, ecc., potrebbero essere utilizzate come bevanda, solamente a condizione di esser prima sottoposte
3° Inodora, almeno nei momento in cui si attinge alla sorgente, al fiume, al lago ecc. Conservate a lungo in vasi chiusi, la maggior parte delle acque acquistano un leggero odore mefitico, dovuto alla decomposizione delle sostanze organiche. Quest'odore non deve esser tale da rammentare quello dell'acido solfidrico e molto meno quello della putrefazione delle sostanze animali.
acque acquistano un leggero odore mefitico, dovuto alla decomposizione delle sostanze organiche. Quest'odore non deve esser tale da rammentare quello dell
a) Colore e-trasparenza. Per effettuare quest'esame con precisione, si può mettere l'acqua in una grande provetta di vetro bianco e ben terso, disposta all'altezza di 40-50 centim. al disopra di un foglio di carta bianca, bene illuminato. Come termine di confronto, si mette accanto a questa una eguale provetta ripiena di acqua distillata. Guardando dall'alto in basso, si potranno apprezzare le diversità anche minime di colore e trasparenza fra l'acqua campione e quella esaminanda. L'acqua pura sarà perfettamente eguale alla distillata, incolora cioè, o di colore bluastro, e capace di far vedere distintamente il fondo del vaso.
a) Colore e-trasparenza. Per effettuare quest'esame con precisione, si può mettere l'acqua in una grande provetta di vetro bianco e ben terso
L'idrotimetria fornisce un mezzo comodo, rapido e sufficientemente esatto per giudicare del valore di un'acqua dal punto di vista minerale. La conoscenza del residuo secco dell'acqua, ha una notevole importanza, mostrando la proporzione dei sali alcalini; è utile poi consacrare questo residuo alla ricerca qualitativa dei nitrati. La presenza dei nitrati in un'acqua indica, in generale, che quest'acqua ha ricevuto delle materie organiche più specialmente di origine animale, materie che sono state combuste nel suolo, e che se quest'acqua non è al presente nociva, costituisce un eccellente campo o liquido di cultura; che essa è adatta al più alto grado per lo sviluppo dei fermenti, e che è dunque prudente il rigettarla dall'alimentazione. I fermenti trasformando i nitrati in nitriti, indi in ammoniaca, ogni acqua nella quale si trovino dei nitriti e che provenga da strati superficiali del suolo, sarà la sede di una fermentazione riduttriee e dovrà esser rigettata.
ricerca qualitativa dei nitrati. La presenza dei nitrati in un'acqua indica, in generale, che quest'acqua ha ricevuto delle materie organiche più
1° Carta azzurra di tornasole. Ove essa acquisti, a contatto dell'acqua, un colore rosso vinoso, è segno che vi esistono in quest'ultima dell'acido carbonico libero e dei bicarbonati alcalini e terrosi.
1° Carta azzurra di tornasole. Ove essa acquisti, a contatto dell'acqua, un colore rosso vinoso, è segno che vi esistono in quest'ultima dell'acido
c). Determinazione delle sostanze organiche. Il permanganato potassico, posto a contatto delle materie organiche, ed in soluzione acida, si decompone. Ne consegue che la soluzione del permanganato, che è di un bel colore violaceo, subendo la_ decomposizione accennata, si scolorisce, nello stesso tempo che produce ossidazione sulle sostanze organiche; allorché cessa lo scolorimento del permanganato, si ha l'indizio che l'operazione è compiuta. Stante che la soluzione del permanganato è titolata in modo che ogni cc. di essa rappresenta, scolorandosi, ad un dipresso grammi 0,005 di materia organica, sarà perciò facile dedurre la quantità di quest'ultima.
organica, sarà perciò facile dedurre la quantità di quest'ultima.
1° La ghiaia minuta, là pomice, la sabbia adoprate in gran quantità. Quest'ultima sarà più attiva se fina, bianca, angolosa e precedentemente lavata e scaldata al rosso. Queste materie filtranti hanno azione principalmente meccanica, vale a dire fissatrice delle materie sospese nell'acqua, tanto minerali che organiche.
1° La ghiaia minuta, là pomice, la sabbia adoprate in gran quantità. Quest'ultima sarà più attiva se fina, bianca, angolosa e precedentemente lavata
5° Il carbone o nero animale però gode di una virtù purificatrice molto più spiccata del precedente. Agisce in special modo sui gas nocivi dell'acqua assorbendoli e ne decompone rapidamente le sostanze organiche. A quest'azione chimica aggiunge un potere filtrante meccanico assai rilevante. Quando sia puro, o depurato dal solfato e carbonato di calce mercè la lavatura con acqua acidulata di acido cloridrico, è una fra le migliori materie filtranti che si conoscano.
assorbendoli e ne decompone rapidamente le sostanze organiche. A quest'azione chimica aggiunge un potere filtrante meccanico assai rilevante. Quando
In generale tutti gli erbaggi dell'orto che voglionsi conservare devono essere raccolti di recente e ben maturi. Le piante e le radici succose si devono prima scottare, immergendole nell'acqua bollente per qualche minuto, poi conviene gettarle nell'acqua fresca, asciugarle e farle disseccare sia col mezzo del sole, sia col forno. Quest'ultimo modo è da preferirsi al primo. Gli erbaggi si tagliano a pezzi, si mondano, e si dispongono su graticci; così preparati si mettono al sole o al forno. Dopo che l'erba è disseccata si tiene esposta all'aria in luogo fresco e ventilato. Per servirsene al bisogno si fanno rinvenire nell'acqua. I cavoli oltre al sopraccitato modo si possono conservare nella sabbia tenendoli in luogo fresco.
col mezzo del sole, sia col forno. Quest'ultimo modo è da preferirsi al primo. Gli erbaggi si tagliano a pezzi, si mondano, e si dispongono su graticci
La Borragine da Borra per la ruvida pelosità di tutta la pianta. È una pianticella graziosa, indigena, annuale che dall'Aprile a Settembre dà fiori di un bell'azzurro. Nel linguaggio dei fiori: Burbanza, Energia. Ve ne à 16 varietà. Le foglie si mangiano in minestra, nelle zuppe, maritate coll'ovo. I ramoscelli più teneri impastati e fritti, regalati di zuccaro sono un ornamento presto, comodo e gustoso per l'arrosto sì di grasso che di magro, i fiori in frittata e coll'insalata. Secondo Raspail possono dare anche una bevanda sana quanto il the. « Se il ricco, dice esso, conoscesse la saporosa fragranza di quest'erba, io credo, che per il gusto, egli preferirebbe questa infusione delle foglie di borragine, unite a qualche foglia d'arancio, al the, che costosamente si fa venire dalla China. »
saporosa fragranza di quest'erba, io credo, che per il gusto, egli preferirebbe questa infusione delle foglie di borragine, unite a qualche foglia d'arancio
Il suo nome che viene dal greco, significa Forza. Pianticella annuale, indigena, della Spagna e dell'Italia. Si semina in Aprile e Maggio in bona esposizione, fiorisce dal Giugno al Luglio, si raccoglie alla fine d'Agosto. Da noi scarsamente si coltiva perchè cibo piuttosto difficile a digerirsi. E comune invece nella Siria, nell'Egitto ed in altre regioni orientali. Ve ne sono due varietà, la bianca e la oscura, migliore quest'ultima. È coltivato pure in Spagna dove entra come primario ingrediente nella loro olla potrida e lo chiamano garavança. Sono i ceci fra i legumi più difficili a cocersi, e però si devono mettere in bagno d'aqua la sera prima e farli cocere molto, con acqua piovana, e se con quella di pozzo, mettervi della cenere, saranno più teneri e cuoceranno più presto. Da noi si mangia tradizionalmente colla carne porcina il dì dei morti, costumanza che risale agli antichi Romani, in memoria del ratto delle Sabine. Nel genovesato colla farina di cece mescolata ad olio sale ed acqua se ne fà tortellacci, ed un' altra pasta, detta panizze, che si frigge o si mette in stufato(1). Galeno ne parla come di cibo rusticano. I Mauritani ne andavano ghiottissimi. Dioscoride assicura, che il cece dà bel colore alla faccia. Gli antichi ponevano questo legume a segno d'incorruttibilità. I Persiani ne usano anche oggi come rinfrescativo. Vogliono che contenga molto acido ossalico e sia eccellente contro i calcoli, una volta almeno aveva tale virtù con quella di rafforzare la voce. Tra i varj legumi che si usano per adulterare il caffè, il cece è forse quello che meglio degli altri gli si avvicina, per cui in Francia lo chiamano café français, il quale caffè, invece da noi, si chiama semplicemente brœud de scisger. Cicerone fu così chiamato da cicer perchè aveva in cima al naso un bellissimo cece. Nei Vespri Siciliani, coloro che non sapevano pronunciar ceci — si uccidevano — era il riconoscimento di un francese — che rispondeva: sesì.
comune invece nella Siria, nell'Egitto ed in altre regioni orientali. Ve ne sono due varietà, la bianca e la oscura, migliore quest'ultima. È
Erba perenne originaria dalla Giudea e dall'Egitto, vuole terra buona, esposizione solare. In estate dà fiori gialli. Nel linguaggio dei fiori: Mi rallegri. Se ne ànno 4 varietà. Si propaga in primavera separandone le radici. Le foglie di quest'erba si mettono nelle frittate e le rende più digeribili e gustose, si mescolano ad altre verdure e si fanno cocere. Coltivasi nei giardini. In Egitto è usata come tonico, à virtù vermifuga. Dioscoride, Teofrasto e Plinio ne fanno menzione.
rallegri. Se ne ànno 4 varietà. Si propaga in primavera separandone le radici. Le foglie di quest'erba si mettono nelle frittate e le rende più
Il suo nome dal greco Selidon, o, secondo altri, da Petrosselene, pietra di luna, avendo i semi la forma d'una luna nascente. Vuolsi originario della Sardegna, dove cresce naturalmente, ma oggi è comune a tutti i paesi. Il prezzemolo non teme nè il caldo nè il freddo, non è niente delicato riguardo al terreno, amando però meglio quello leggero, ricco ed umido. Si semina a primavera e se ne à tutto l'anno. Avvi la varietà riccia, o prezzemolo crespo, le cui foglie sono frastagliate; la varietà grossa, o prezzemolo sedanino di Napoli, le cui radici voluminose sono buone a mangiarsi fritte ed accomodate. L'antico petroselinon è quello detto di Macedonia che alligna fra le pietre e fra le roccie (da cui il nome, quasi apium petrinum), à foglie più ampie ed è più dolce. La semente invece è più aromatica e d'un sapore che si avvicina a quello del cumino. Questo ama i terreni sabbiosi e teme il freddo. Avvi quello di palude e quello di montagna selvatico. Il prezzemolo comune somiglia molto alla cicuta che nasce spontanea negli orti, si riconosce però all'odore, perchè quest'ultima puzza tagliandola, e tramanda un odore disgustoso di sorcio. Tutta la pianta del prezzemolo à odore e sapore aromatico, rende i cibi più sani e più aggradevoli, eccita l'appetito e favorisce la digestione. Entra gradito ospite nelle minestre, nelle zuppe, pietanze, guazzetti e salse. Ercole, dopo aver ucciso il Leone Nemeo, si cinse la tempia con una corona di prezzemolo, da qui la consuetudine d'incoronare i vincitori nei giuochi nemei. I poeti pure s'incoronarono di prezzemolo, onde Virgilio: « Floribus atque apio crine ornatus amaro. » Plinio dice che non solo il prezzemolo è un cordiale per gli uomini, ma lo è anche per i pesci: « Pisces quoque, si ægrotant in piscinis, apio viridi recreantur » il che vuol dire: se ti si ammalassero i pesci nella piscina, mettivi delle erborine verdi che guariranno. Le lepri ed i conigli ne sono avidissimi, anzi il darlo loro fa bene e li fa guarire. Le galline e i papagalli ne soffrono ed anche muoiono. Ma se il prezzemolo è un aroma sano, non se deve abusare, perchè è eccitante, la sua radice è più stimolante delle foglie. Del resto i medici gli assegnano virtù diuretica, dà rimedio nelle malattie d'occhi, è febbrifugo e risolvente, vulnerario e narcotico nelle contusioni, nelle echimosi, negli ingorghi lattei. Le famose pillole galattifughe arcana preparazione della farmacia di Brera, constano principalmente di estratto di prezzemolo. Il seme del prezzemolo triturato in polvere serve di cipria per distruggere i pidocchi. Se si prende una certa quantità di prezzemolo e lo si pone nell'aqua per 48 ore e poi se ne spruzzi il suolo e le lettiere si è certi di essere liberati dalle pulci. Impropriamente da noi si chiamano erborinn quelle piccole macchie che troviamo nello stracchino di Gorgonzola, le quali sono ne più nè meno che muffa. In un'antica Cronica milanese troviamo che « Menina Briancea fu l'inventrice della salsa verde che fassi ottima a Milano nel Monistero Maggiore da quelle sante mani di Donna Anastasia Cotta. »
riconosce però all'odore, perchè quest'ultima puzza tagliandola, e tramanda un odore disgustoso di sorcio. Tutta la pianta del prezzemolo à odore e