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Giaquinto, Adolfo
Il pesce nella cucina casalinga
192444 1910 , Roma , Tip. Romana 16 occorrenze

Quest'operazione va ripetuta due o tre volte durante la cottura.

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foglie dure e mozzando la parte inferiore a quelle rimaste attaccate al torsolo. (Anche quest'ultimo deve essere mondato accuratamente).

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. Quest'ultimo modo è preferibile.

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(Quest'ultima si può anche sopprimere).

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Rimettete sulla salvietta la prima buttata, ossia la prima gelatina che sgocciola, perchè non ancora ben liquida, ripetendo due volte quest

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Fate bollire il pesce occorrente nella quantità di acqua sufficiente a fare la minestra. Naturalmente in quest'acqua porrete del sale, e qualche

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di vino bianco (ma quest'addizione non è di rigore), e si lascia stufare così finchè il pesce sia ben penetrato della cottura, aggiungendogli un

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Dopo averle spellate e nettate internamente, spuntatele le ali e poi tagliatele in pezzetti quadrilunghi. Quest'operazione va fatta per lo meno tre

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Con lo stesso sistema potrete preparare crocchette di ariguste fresche o in scatole (quest'ultime vanno bene spremute però), e di qualunque specie di

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un pochino di sale, pepe, noce moscata (quest'ultima in microscopica dose) e del prezzemolo trito.

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Aggiustate quest'insalata in una piccola insalatiera, formandone con un cucchiaio una specie di cupolino schiacciato nel mezzo. Circondate l'arigusta

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, zucchine, ecc., ed in quest'insalata vi si aggiunge: capperi, cetrioli, e filetti di acciughe.

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L'aringa si pesca in grande quantità specialmente in Olanda e Scandinavia e in quest'ultima regione costituisce uno dei prodotti più rimunerativi.

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N. B. — In quest'intingolo vi si addice anche qualche dado di Maggi.

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Le fette di ombrina destinate a quest'uso debbono essere di due o tre centimetri almeno di spessore, e tagliate di preferenza fra il ventre e la coda

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. (Di quest'ultimi due metterne poco). Dopò si condisce il pesce con sale e pepe, e lo si fa cuocere bagnandolo quando rosola troppo, con vino bianco

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