Per prelevare il saggio si affonderà il recipiente ben netto nella vasca, nel fiume, nel lago al disotto della superficie dell'acqua; quando ciò non sia possibile e occorra servirsi di un vaso intermediario per empire la bottiglia, bisognerà avere attenzione che questo sia ben netto e sciacquato. Si eviterà di raccogliere l'acqua alla superficie, come pure di sollevare il deposito del fondo.
Per prelevare il saggio si affonderà il recipiente ben netto nella vasca, nel fiume, nel lago al disotto della superficie dell'acqua; quando ciò non
La fig. 54 rappresenta appunto il modello di filtro Maignen detto a tinozza, trasportabile a dorso di mulo ed utilizzabile nelle ambulanze, per i corpi di truppa accampati, ecc., ecc. L'apparecchio filtrante è racchiuso in due vasche metalliche m e n (rappresentate in spaccato dalla figura) che possono esser legate insieme mediante la corda o, meglio ancora, situate in un paniere di vimini che le salverà dagli urti. Per servirsi del filtro si scioglie il pacco m n; una vasca è situata sotto l'orifizio o di uscita dell'acqua filtrata, l'altra serve a versare l'acqua da filtrare nello spazio s del recipiente r, in ferro bianco stagnato, che contiene la polvere carbo-calcare ed il recipiente cilindrico b a parete metallica bucherellata e rivestita della tela d'amianto a. L'acqua da filtrare, versata nella parte superiore del cavo s del recipiente r, per penetrare nel cavo del cilindro b e riuscirne bell'e filtrata dal foro o, è costretta ad attraversare la polvere carbo-calcare occupante la parte inferiore dello spazio s, e la tela d'amianto a, che riveste esternamente il cilindro b.: i due elementi attivi del filtro. Questo filtro pesa otto chilogrammi e può filtrare, ogni ora, da 25 a 40 litri di acqua che può ritenersi perfettamente pura.
scioglie il pacco m n; una vasca è situata sotto l'orifizio o di uscita dell'acqua filtrata, l'altra serve a versare l'acqua da filtrare nello spazio s
Presi 6 palloncini di cristallo, della capacità di circa 50 cc. e forbitili con ogni cura, li tappava con fiocchi di ovatta e li poneva per qualche ora in una piccola stufa a circa 170° C. Così sterilizzati questi palloncini, li riempiva, per due terzi, di brodo concentrato di carne di bue, preparato rigorosamente e sterilizzato secondo il Miquel insegna, e li poneva quindi in una stufettina da incubazione alla temperatura fra +30° e 35° C, mantenendoveli per tre giorni continui. Constatata al termine di questo tempo la limpidezza del brodo, e rassicurato per conseguenza sulla perfetta sterilizzazione dei piccoli apparati e del loro contenuto, ne costituiva tre coppie. Nei palloncini della prima coppia faceva cadere 20 goccie di acqua sgocciolante da un filtro già in attività da tre giorni. Nei palloncini della seconda coppia immettava invece 20 goccie di acqua non filtrata, proveniente dalla vasca che alimentava il filtro. La terza coppia di palloncini serbava intatta alla stufa per un successivo esperimento.
dalla vasca che alimentava il filtro. La terza coppia di palloncini serbava intatta alla stufa per un successivo esperimento.