2° Per facilitare la lievitazione e migliorare i caratteri tisici del pane: allume, solfato di zinco e di rame, carbonati di potassa, soda, ammoniaca, calce, magnesia, borace (borato di soda).
2° Per facilitare la lievitazione e migliorare i caratteri tisici del pane: allume, solfato di zinco e di rame, carbonati di potassa, soda, ammoniaca
La presenza di alcune di queste sostanze nel pane, come l'allume ed i solfati di rame e di zinco, oltre che ad indicare di per sè una falsificazione pericolosa, è quasi sicuro indizio di altra frode non meno grave: l'uso cioè nella fabbricazione del pane di farine, o tagliate con farine inferiori, o scadenti, od alterate, che quei sali hanno la virtù di render meglio panificabili. Per comodità di ricerca le sostanze di falsificazione del pane possono riunirsi nei seguenti gruppi:
La presenza di alcune di queste sostanze nel pane, come l'allume ed i solfati di rame e di zinco, oltre che ad indicare di per sè una falsificazione
II.Ricerca dell'acido solforico (solfati), della calce (creta, marmo, alabastro), della magnesia (carbonato o dolomite), dell'allumina (allume), del rame (solfato di), dello zinco (solfato di), dell'acido borico (borace). Si pone a bollire con poco acido azotico puro diluito una porzione di pane (circa 150 grammi) ed in seguito la soluzione acida si filtra.
rame (solfato di), dello zinco (solfato di), dell'acido borico (borace). Si pone a bollire con poco acido azotico puro diluito una porzione di pane
f) Constatazione della presenza di metalli venefici. Per dato e fatto della macinazione può avvenire il caso che la farina riesca inquinata di particelle dei metalli (piombo, rame, zinco) che entrano più comunemente nella costruzione dei congegni dei molini, le quali poi passando nel pane ed ossidandosi per la cottura di esso, possono esser facilmente disciolte dai succhi dello stomaco, assorbite e divenire così causa di veneficio.
particelle dei metalli (piombo, rame, zinco) che entrano più comunemente nella costruzione dei congegni dei molini, le quali poi passando nel pane ed
3° Talora lo zucchero può essere alterato pericolosamente per la presenza di sali di zinco, di rame, di piombo derivanti dagli utensili adoperati nella sua preparazione. Per scoprirli s'incenera una certa quantità di zucchero in una capsula di platino, riscaldando dolcemente in principio e spingendo il calore verso la fine; si trattano quindi le ceneri ottenute con acido nitrico diluito, si filtra il liquido ottenuto e si evapora a secchezza il filtrato; il residuo dopo questa operazione si riprende con acqua distillata, ottenendo così un liquido limpido che potrà essere saggiato con i reattivi rivelatori di quei metalli, già ricordati al 17, lett. f).
3° Talora lo zucchero può essere alterato pericolosamente per la presenza di sali di zinco, di rame, di piombo derivanti dagli utensili adoperati
III. Un ultimo gruppo di alterazioni, e queste gravissime e tali da meritare tutta l'attenzione, è costituito dall'inquinamento del vino per sali di metalli tossici (rame, piombo, zinco), che può avverarsi per una serie di combinazioni casuali che sarebbe lungo ed inutile qui ricordare, od anche per scopi fraudolenti.
metalli tossici (rame, piombo, zinco), che può avverarsi per una serie di combinazioni casuali che sarebbe lungo ed inutile qui ricordare, od anche
4° Accidentalmente o per frode, l'acquavite può essere contaminata da sali metallici tossici (di rame, piombo, zinco). Vi potranno essere scoperti con operazioni identiche a quelle accennate per il vino.
4° Accidentalmente o per frode, l'acquavite può essere contaminata da sali metallici tossici (di rame, piombo, zinco). Vi potranno essere scoperti
11° Libera assolutamente delle più piccole quantità di sali metallici. Possono esser tollerate soltanto nell'acqua potabile tracce infinitesime di ferro e di iodio che si riscontrano in quasi tutte le acque. Soprattutto bisogna aver occhio ai composti solubili di piombo, che possono inquinare le acque se raccolte su tettoie od in condotti e serbatoi di piombo e di zinco.
acque se raccolte su tettoie od in condotti e serbatoi di piombo e di zinco.
Si prendono circa 20 cc. di acqua da esaminare in un ordinario tubo d'assaggio. Quindi si aggiunge 1 cc. di soluzione concentrata di joduro di zinco e Va cc. di acido solforico allungato (3 cc. di acqua distillata per 1 cc. di acido solforico), si agita e si osserva il cambiamento di colore.
Si prendono circa 20 cc. di acqua da esaminare in un ordinario tubo d'assaggio. Quindi si aggiunge 1 cc. di soluzione concentrata di joduro di zinco
(1) La soluzione di cloruro d'oro occorrente per il 1° dei nuovi saggi proposti potrebbe, nella nostra cassetta regolamentare, esser messa nella boccetta che attualmente contiene la soluzione di cloruro mercurico (Vedi la spiegazione della fig. 43), inquantochè questo, non trovando applicazione in alcuna delle prove suggerite dalla Istruzione, non ha ragione di essere in quella cassetta. La soluzione di brucina (1: 800 di acqua distillata), occorrente per la ricerca dell'acido nitrico, potrebbe esser posta nella bottiglia ora occupata dall'alcoolito di campeggio, reattivo di secondaria importanza in queste prove sull'acqua. Adottato difatti per scuoprirvi il bicarbonato di calce, potrà essere sempre supplantato dalla ebullizione la quale precipita nell'acqua stessa i bicarbonati terrosi, ed in specie quello di calce, rendendoli così palesi per lo intorbidamento proporzionale sempre alla loro quantità. La soluzione forte di joduro di zinco, necessaria per la ricerca dell'acido nitroso, potrebbe allogarsi nella boccetta attualmente occupata dalla soluzione semplice di azotato baritico, la quale potrebbe essere senza danno soppressa, sia perchè nella cassetta esiste già la soluzione (titolata al 2,14 per cento) di questo sale per idrotimetro; sia perchè, volendo, il nitrato di barite, come inalterabile all'aria, potrebbe esser tenuto nella cassetta in tubetto di vetro (come il solfato ferroso), sempre pronto per farne, all'occorrenza, la soluzione estemporanea. Infine per la soluzione di clorato potassico, accennata nel 4° saggio proposto per la valutazione quantitativa del cloro, potrebbe servire la bottiglia ora occupata nella cassetta dall'alcoolito di noce di galla, che, senza grave inconveniente, potrebbe esser soppresso. Di fatto questo reattivo dei sali esistenti nell'acqua è d'azione tarda e troppo indeterminata, per riuscire realmente utile in ricerche spicciative come quelle cui vuolsi abilitare con la nostra Istruzione. Come reattivo poi del ferro nell'acqua, questo alcoolito potrebbe essere rimpiazzato molto opportunamente dal cianuro ferroso-potassico (esistente pure nella cassetta), il quale, aggiunto all'acqua leggiermente acidulata con acido azotico e concentrata per di più mediante evaporazione, vi produrrà un precipitato bluastro e poi bleu, qualora contenga tracce di ferro. E così, con queste semplici modificazioni ed aggiunte, io ritengo che il piccolo reagentario della nostra cassetta regolamentare per l'analisi dell'acqua potabile potrebbe esser messo in grado di soddisfare meglio alle moderne esigenze della igiene. Recapitolando, tali modificazioni si ridurrebbero alle seguenti: 1° L'attuale soluzione di cloruro mercurico, sostituita da una debole soluzione di tricloruro d'oro. 2° L'alcoolito di noce di galla, sostituito da una soluzione di clorato potassico, tale da contenere 3 di cloro per 100,000 di acqua distillata. 3° L'alcoolito di campeggio, sostituito da una soluzione acquosa di brucina all'1: 800. ,4° La soluzione ordinaria di azotato baritico puro, sostituita da una forte soluzione di joduro di zinco.
loro quantità. La soluzione forte di joduro di zinco, necessaria per la ricerca dell'acido nitroso, potrebbe allogarsi nella boccetta attualmente