Il fegato grasso è una malattia artificiale prodotta nelle oche coll'immobilità e un'alimentazione forzata. Questo pietosissimo frutto dell'umana bontà e che non ha mai fatto mormorare i nemici delle vivisezioni nei laboratorii di frenologia, serve a preparare i pasticci di Strasburgo. Eppure il Conte di Courchamps, l'autore delle Mémoires de M.me de Crèqui fin dal principio di questo secolo, aveva presentato alla Camera dei Pari una petizione in nome delle oche di Strasburgo; documento curiosissimo che potrete leggere nel Grand Dictionnaire de cuisine d'Alessandro Dumas.
Il fegato grasso è una malattia artificiale prodotta nelle oche coll'immobilità e un'alimentazione forzata. Questo pietosissimo frutto dell'umana
Oca. — Uccello domestico molto goffo quando cammina, molto indigesto quando si mangia, ma che dà al povero nel giorno di Ceppo la più succulenta delizia gastronomica e al ricco i deliziosi pasticci di Strasburgo, che son fatti appunto col fegato delle oche artificialmente ingrassate. L'oca che oggi serve nel linguaggio a canzonare i goffi, le donne con molto adipe e poca grazia e i cervellicon più grasso che sale, ebbe un tempo onori divini. Uccello sacro a Roma, dopochè un'oca ebbe risvegliato Manlio e i custodi del Campidoglio, sacro al re di Licia, Radamante, che adorando le oche comandò che nei suoi Stati non si giurasse più per gli Dei, ma per le oche. Pare che ai tempi di Giulio Cesare si giurasse sulle oche anche in Inghilterra. Anche il medico Giulio Cesare Scaligero alzò un inno di lode all'oca, ammirandone le virtù fisiche e le morali. «L'oca, egli dice, è il più bell'emblema della prudenza; abbassa il capo per passare sotto un ponte, per quanto alto possa essere l'arco; è pudica e ragionevole al punto da purgarsi da sè quando è malata, senza consultare il medico. Le oche sono così prudenti, che quando passano per il Monte Tauro, che è popolato di aquile, hanno cura di prendere ciascuna nel becco una pietra, per obbligarsi così al silenzio e non farsi scoprire col loro cinguettìo pettegolo.»
delizia gastronomica e al ricco i deliziosi pasticci di Strasburgo, che son fatti appunto col fegato delle oche artificialmente ingrassate. L'oca che oggi
Padronissimi di non credere a tutte queste belle cose, che delle oche ci racconta Giulio Cesare Scaligero, ma darete fede al chimico Mimery, il quale ha conosciuto un'oca che faceva girare uno spiedo, su cui si arrostiva un tacchino (Oh crudeltà fraterna!). Quell'oca intelligente teneva l'estremità dello spiedo nel becco, e allungando e accorciando il collo, faceva debitamente il suo dovere.
Padronissimi di non credere a tutte queste belle cose, che delle oche ci racconta Giulio Cesare Scaligero, ma darete fede al chimico Mimery, il quale
Bisogna nutrire i polli d'India, le anitre, le oche, i pollastri, i capponi, i piccioni, ecc., con cibi nutrienti; affinchè crescano robusti e grassi. Non bisogna però lasciarli invecchiare troppo, altrimenti diventerebbero insipidi. Ciò che si è detto dei polli, si può applicare anche al selvaggiume.
Bisogna nutrire i polli d'India, le anitre, le oche, i pollastri, i capponi, i piccioni, ecc., con cibi nutrienti; affinchè crescano robusti e grassi
Fra i piatti di carne sono molto indicati tutti gli arrosti in genere assai grassi; arrosto di maiale e di castrato, cotelette, oche ed anitre ben ingrassate; nel caso che questi arrosti grassi producessero disturbi al ventre allora si adottino: arrosto di lombo di vitello, quaglie, allodole ed ortolani.
Fra i piatti di carne sono molto indicati tutti gli arrosti in genere assai grassi; arrosto di maiale e di castrato, cotelette, oche ed anitre ben
Al pranzo. — Da 180 a 216 grammi di qualsiasi pesce (eccetto tinca ed anguilla), di qualsiasi carne (eccetto la suina), di qualsiasi legume (eccetto le patate); 36 grammi di pane abbrustiato e conserva di frutta; qualunque specie di volatili (eccetto le oche e le anitre grasse arrostite ed i colombi riempiti) e selvaggina; due o tre bicchieri di vino rosso. Sono da evitarsi assolutamente la birra, lo Champagne e il vino di Porto.
le patate); 36 grammi di pane abbrustiato e conserva di frutta; qualunque specie di volatili (eccetto le oche e le anitre grasse arrostite ed i
Quando le oche novelle o paperi siano ben grasse ponno costituire un buon arrosto. Ne occorreranno due per un pranzo di dodici persone. Si può tralasciare di fasciarle di lardo. Allestitele, imbrigliatele, e tre quarti d'ora prima di servire mettetele sullo spiedo e fatele cuocere a buon fuoco. Indi salatele e toglietele dallo spiedo, levate le coscie, dividetele in due e collocatele sul fondo del piatto; separate lo stomaco dal carcame, che taglierete a liste senza rompere l'ossatura ed adagierete sulle coscie. Collocatele come fossero intere l'una di fianco all'altra sulla lunghezza del piatto, guarnito di quattro gruppi di crescione, e glassatele mediante pennello intinto in buon sugo.
Quando le oche novelle o paperi siano ben grasse ponno costituire un buon arrosto. Ne occorreranno due per un pranzo di dodici persone. Si può