Il progetto di costruzione delle carrozze pel doppio servizio cui sono destinate, l'assestamento e l'arredamento delle medesime pel servizio degli ammalati, è stato eseguito sotto la direzione dell'Ingegnere del materiale della Società Veneta, signor Augusto Vanaetti, il quale, per quanto riguarda la parte sanitaria e le esperienze delle ultime guerre, fu coadiuvato dal Capitano Medico cav Bellina, a tale effetto interessato dal Presidente della Società comm. Breda.
la parte sanitaria e le esperienze delle ultime guerre, fu coadiuvato dal Capitano Medico cav Bellina, a tale effetto interessato dal Presidente della
Per un servizio di dodici persone occorreranno due bei polli che allestirete come di pratica, poscia spezzate la forcella dello stomaco e internatevi un po' di burro con sale. Imbrigliateli e infilzateli sullo spiedo senza forare lo stomaco, assicurandoli per le gambe mediante spago e ravvolgendoli in un foglio di carta grossa unta di burro. La cottura può variare da un'ora ad un'ora e un quarto; il fuoco deve essere regolare, continuo e concentrato. Dopo tre quarti d'ora disimballateli e terminate di cuocerli lentamente, umettandoli ad intervalli con burro fuso. Salateli e toglieteli dallo schidione; levate il filo e tagliate ogni pollo distaccando prima le coscie dallo stomaco, e lo stomaco dal carcame; tagliate questo in tre parti che collocherete le une a fianco delle altre, ed a traverso del piatto; spiccate le zampe dalle coscie e dividete quest'ultime in due e mettetele sul piatto ai lati del carcame; distaccate i due filetti dallo stomaco e lasciate una buona parte del petto; regolate la cima delle ali, le quali disporrete su ogni coscia. Il petto riordinato e diviso per metà dovrà porsi sui carcami. Disponete quattro cespugli di crescione al centro e alle estremità del piatto; glassate col pennello, e servite con una salsiera di buon sugo.
collocherete le une a fianco delle altre, ed a traverso del piatto; spiccate le zampe dalle coscie e dividete quest'ultime in due e mettetele sul
Le offese che si possono recare all'occhio sono esterne od interne, dirette e locali o indirette e generali. Queste ultime, pregiudicando il sistema di nutrizione di tutto l'organismo, indeboliscono anche la facoltà visiva e talora si manifestano con sintomi locali nel bulbo dell'occhio. Gli oculisti sanno per esperienza, che la maggior parte delle malattie degli occhi, non provocate da cause esterne dirette, sono l'effetto evidente di un cattivo regime alimentare.
Le offese che si possono recare all'occhio sono esterne od interne, dirette e locali o indirette e generali. Queste ultime, pregiudicando il sistema