Agli avventori che capitarono dopo, la prima offerta che in aria di trionfo facevano quei camerieri, era: — Vuol ella oggi un bellissimo tordo? — e qui a raccontar la loro bella prodezza, come fu narrata a me da uno che li aveva mangiati.
Agli avventori che capitarono dopo, la prima offerta che in aria di trionfo facevano quei camerieri, era: — Vuol ella oggi un bellissimo tordo? — e
Queste pastine sogliono farsi per la commemorazione dei morti e tengono luogo della fava baggiana, ossia d'orto, che si usa in questa occasione cotta nell'acqua coll'osso di prosciutto. Tale usanza deve avere la sua radice nell'antichità più remota poichè la fava si offeriva alle Parche, a Plutone e a Proserpina ed era celebre per le cerimonie superstiziose nelle quali si usava. Gli antichi Egizi si astenevano dal mangiarne, non la seminavano, nè la toccavano colle mani, e i loro sacerdoti non osavano fissar lo sguardo sopra questo legume stimandolo cosa immonda. Le fave, e soprattutto quelle nere, erano considerate come una funebre offerta, poichè credevasi che in esse si rinchiudessero le anime dei morti, e che fossero somiglianti alle porte dell'inferno.
nere, erano considerate come una funebre offerta, poichè credevasi che in esse si rinchiudessero le anime dei morti, e che fossero somiglianti alle
Una variante assai simpatica è offerta dai fegatelli alla toscana che riescono molto appetitosi. Dopo aver diviso il fegato in pezzi si mettono in un piatto: un pugno di pane pesto, un pezzetto d'aglio tritato e una forte pizzicata di finocchio secco, sale e pepe. Si mescola bene il tutto con le mani e poi si rotolano in questa composizione i pezzi di fegato avvolgendoli da ultimo nella rete. Il fegato, così preparato, si mette ugualmente allo spiede e al forno, intramezzandolo con crostini di pane e foglie d'alloro.
Una variante assai simpatica è offerta dai fegatelli alla toscana che riescono molto appetitosi. Dopo aver diviso il fegato in pezzi si mettono in un
a)Per dare un'idea abbastanza esatta delle molte malattie cui sono subordinati quei formaggi, non trovo miglior cosa che riprodurre qui sotto la bella tavola offerta dal Gigli nel suo Manuale (latte, cacio, burro ecc.), la quale fornisce la nomenclatura popolare, i caratteri e le cause delle malattie del formaggio di grana o parmigiano, siccome il principe dei caci nostrani ed il tipo di quelli da me ricordati, come più adatti a far parte delle razioni militari.
bella tavola offerta dal Gigli nel suo Manuale (latte, cacio, burro ecc.), la quale fornisce la nomenclatura popolare, i caratteri e le cause delle
Come si ottenga la prima fu già detto; la seconda può realizzarsi molto bene adoperando la formula offerta dal Fossangrives, che vale per un metro cubo d'acqua distillata:
Come si ottenga la prima fu già detto; la seconda può realizzarsi molto bene adoperando la formula offerta dal Fossangrives, che vale per un metro
Sono ancora state servite due vivande, fuori programma. Una di esse, offerta esclusivamente ai giornalisti, non ci è parsa facilmente decifrabile. Abbiamo creduto di trovar traccia di mortadella di Bologna, di maionese, di quella sorta di caramella torinese nota sotto la denominazione pasta Gianduia; ma, ventiquattr'ore dopo l'ingestione, in seguito ad un accurato esame di coscienza, non crediamo di poterci pronunciare. Più semplice, invece, l'altro piatto extra-ruolo, che il pittore Fillìa ha definito Porroniana e Marinetti: porco eccitato. Un normale salame cotto viene presentato immerso in una soluzione concentrata di caffè espresso, e condito con Acqua di Colonia.
Sono ancora state servite due vivande, fuori programma. Una di esse, offerta esclusivamente ai giornalisti, non ci è parsa facilmente decifrabile
In quanto ai molti scettici e disfattisti (letterati, artisti, filosofi e filosofessi) che tentano oggi, nell'inquietudine di una pace in bilico, di costruire una loro distratta doppia cupola d'avorio offerta al nemico, noi brutalmente diciamo:
costruire una loro distratta doppia cupola d'avorio offerta al nemico, noi brutalmente diciamo:
Una volta furono regalati sei tordi a un signore il quale, avendo in quei giorni la famiglia in campagna, pensò di mangiarseli arrostiti a una trattoria. Erano belli, freschi e grassi come i beccafichi e però, stando in timore non glieli barattassero, li contrassegnò tagliando loro la lingua. I camerieri entrati in sospetto cominciarono ad esaminarli se segno alcuno apparisse e, guarda guarda, aiutati dalla loro scaltrezza, lo ritrovarono. Per non la cedere a furberia o forse perchè con essi quel signore si mostrava soltanto largo in cintura, — Gliela vogliamo fare — gridarono ad una voce; e, tagliata la lingua a sei tordi de' più magri che fossero in cucina, gli prepararono quelli serbando i suoi per gli avventori che più premevano. Venuto l'amico coll'ansietà di fare in quel giorno un ghiotto mangiare e vedutili secchi allampanati, cominciò a stralunare gli occhi e voltandoli e rivoltandoli fra sè diceva: — Io resto! ma che sono proprio i miei tordi questi? — Poi, riscontrato che la lingua mancava, tutto dolente, si dette a credere che avessero operata la metamorfosi lo spiedo e il fuoco. Agli avventori che capitarono dopo, la prima offerta che in aria di trionfo facevano quei camerieri, era: — Vuol ella oggi un bellissimo tordo? — e qui a raccontare la loro bella prodezza, come fu narrata a me da uno che gli aveva mangiati.
che avessero operata la metamorfosi lo spiedo e il fuoco. Agli avventori che capitarono dopo, la prima offerta che in aria di trionfo facevano quei
Tale usanza deve avere la sua radice nell'antichità più remota poichè la fava si offeriva alle Parche, a Plutone e a Proserpina ed era celebre per le cerimonie superstiziose nelle quali si usava. Gli antichi Egizi si astenevano dal mangiarne, non la seminavano, nè la toccavano colle mani, e i loro sacerdoti non osavano fissar lo sguardo sopra questo legume, stimandolo cosa immonda. Le fave, e soprattutto quelle nere, erano considerate come una funebre offerta, poichè credevasi che in esse si richiudessero le anime dei morti, e che fossero somiglianti alle porte dell'inferno.
funebre offerta, poichè credevasi che in esse si richiudessero le anime dei morti, e che fossero somiglianti alle porte dell'inferno.
Si può infatti ideare una cena che sia più adatta per una mamma e per i suoi due ragazzi, di quella ch'è rappresentata da un abbondante piatto di minestrone alla milanese e da un bel bodino di crema-caramella cioè di quell'eccellente e soda crema tutta circonfusa di zucchero liquido bruciato, un po' amaro, e che in ogni albergo viene sempre offerta perchè è sempre tenuta lì, in piccoli stampi, sempre pronta ad ogni eventual comando?
' amaro, e che in ogni albergo viene sempre offerta perchè è sempre tenuta lì, in piccoli stampi, sempre pronta ad ogni eventual comando?
Ebbene; la ricetta di una torta ch'è alquanto sostanziosa, e più adatta quindi a venir offerta con il tè, che dopo un lauto pranzo; ch'è di riuscita sempre certissima; che ha il pregio di essere squisita; ina che ha però il non-pregio di dover essere a lungo rimescolata, eccola qua:
Ebbene; la ricetta di una torta ch'è alquanto sostanziosa, e più adatta quindi a venir offerta con il tè, che dopo un lauto pranzo; ch'è di riuscita
È questa una torta che offerta alle amiche nel pomeriggio, sia alla nordica con il tè, sia all'italiana con un bicchierino di vino bianco e dolce, farà sempre fare, alla padrona di casa, una figurona!
È questa una torta che offerta alle amiche nel pomeriggio, sia alla nordica con il tè, sia all'italiana con un bicchierino di vino bianco e dolce
Siamo così andate a casa mia, cioè... a quella che, per un tanto al mese, diventa la mia casa durante l'estate; ho fatto passare la signora nel... salotto riservato a noi donne, quando facciamo le cuoche; ho indossato un grembiulone bianco; ho rotto due uova; ne ho messi i torli in una scodella; ho spremuto in una tazza un succoso limone; ho riempita l'oliera di buon olio; ho offerta una sedia all'ospite e finalmente mi sono seduta anch'io.
spremuto in una tazza un succoso limone; ho riempita l'oliera di buon olio; ho offerta una sedia all'ospite e finalmente mi sono seduta anch'io.