Disfate il ribes ne' suoi grappolini come fareste ammostando l'uva e lasciatelo in luogo fresco entro un vaso di terra o di legno. Quando avrà cominciato a fermentare (il che può avvenire anche dopo tre o quattro giorni) affondatene il cappello e rimestatelo con un mestolo due volte al giorno, continuando questa operazione finchè avrà cessato di alzare. Poi passatelo per canovaccio a poco per volta, strizzandolo bene colle mani, se non avete uno strettoio, e passate il succo spremuto da un filtro anche due o tre volte, e più se occorre, per ottenere un liquido limpidissimo. Ponetelo quindi al fuoco e, quando comincia ad entrare in bollore, versate lo zucchero e l'acido citrico nelle seguenti proporzioni:
strettoio, e passate il succo spremuto da un filtro anche due o tre volte, e più se occorre, per ottenere un liquido limpidissimo. Ponetelo quindi al
Il bello di questi siroppi, come vi ho detto, è la limpidezza, e però quando il sugo ha riposato decantate la parte chiara, e l'altra che resta passatela più volte per filtro di lana. Ottenuto così il liquido depurato, mettetelo al fuoco nelle seguenti proporzioni e col rammentato pezzo di cannella.
passatela più volte per filtro di lana. Ottenuto così il liquido depurato, mettetelo al fuoco nelle seguenti proporzioni e col rammentato pezzo di cannella.
A purificare l'olio e renderlo vergine, si uniscono a 100 libbre d'olio quattro oncie d'acido solforico, sbattendoli bene tra loro. Dopo vi si mettono quattro libbre di nero di avorio, si fa scaldare la massa sino a renderla bollente, poi si aggiungono cinquantacinque libbre d'acqua, e si passa per filtro.
Occorrono 800 grammi di zucchero, ossia due libbre abbondantissime, per ogni 500 grammi di succo. Metti al fuoco e fagli dare una o due bolliture, poi distendi sopra di un vaso un pannolino ben netto, e dapprima bagnato in acqua, e lascia così che passi per questo filtro lo sciroppo, che poi conserverai in vasi di terra o di vetro per servirtene all'opportunità.
, poi distendi sopra di un vaso un pannolino ben netto, e dapprima bagnato in acqua, e lascia così che passi per questo filtro lo sciroppo, che poi
Per ogni litro di aceto vi si mettono tre o quattro cucchiajate di latte: si agita, poi si lascia riposare per alcune ore; dopo di che si filtra attraverso di una carta sugante o da filtro. Se l'aceto si trova ancora eccessivamente colorato, si ripete l'operazione: con questo mezzo l'aceto acquista una limpidità perfetta; concentrato al gelo prende molissima forza, e si opera a questo modo: Lo si espone a quella temperatura, durante l'inverno in terrine non inverniciate. La parte acquosa si gela, e si leva di seguito sinchè l'aceto non dia più ghiaccio, ed in allora bisogna metterlo in bottiglie ben chiuse.
attraverso di una carta sugante o da filtro. Se l'aceto si trova ancora eccessivamente colorato, si ripete l'operazione: con questo mezzo l'aceto acquista
Per apparecchiare una zuppa per dieci o dodici persone, occorrerano tre o quattro litri di liquido; prendete 5 o 600 grammi di carne magra di buon manzo, senza pelle nè grasso, ma ben tritata; mettetela in una casseruola, aggiungete due uova intere, sciogliete il composto con 4 litri di buon brodo freddo, digrassato; aggiungete delle erbe odorose come prezzemolo, poco sedano, del porro, radiche gialle, il tutto sminuzzato, qualche ritaglio di vitello, 2 carcami di pollo arrosto trinciati grossolanamente o in mancanza qualche collo di pollo, collocate la casseruola a fuoco moderato, agitate il liquido colla mestola fino a che sia prossimo all'ebollizione; allora ritirate la casseruola sull'angolo del fornello e tenetevela per 20 minuti, passate in seguilo il brodo consumato attraverso una salvietta sciacquata nell'acqua fredda, disposta in guisa di filtro sulle quattro gambe d'una sedia rovesciata.
, passate in seguilo il brodo consumato attraverso una salvietta sciacquata nell'acqua fredda, disposta in guisa di filtro sulle quattro gambe d'una sedia
Quando il chiaro delle uova è assai cotto, si addiziona con il sugo di un limone, che serve a chiarificare; si distende un tovagliuolo su di un telajo apposito o, se non si possiede, sopra le quattro gambe di una seggiola, e sotto al tovagliolo si colloca una catinella pulitissima, si versa la gelatina nel tovagliuolo, che funziona da filtro, e la catinella sottostante raccoglie il liquido filtrato. Si lascia diacciare e, fredda, può decorare qualsiasi galantina.
gelatina nel tovagliuolo, che funziona da filtro, e la catinella sottostante raccoglie il liquido filtrato. Si lascia diacciare e, fredda, può decorare
Dopo aver sbucciato le melagrane ben mature, toglietene i semi, liberandoli accuratamente della pellicina che è amara. Passate i grani al setaccio, spremendoli energicamente; raccogliete il succo in una terrina e lasciatelo riposare per 24 ore in luogo fresco, affinchè in un principio di fermentazione, la parte liquida si separi da quella mucillagginosa. Indi passate per il filtro e raccogliete il succo in una casseruola smaltata, pesata in antecedenza; pesate nuovamente per stabilire il peso del succo e per ogni 200 grammi di esso unite 500 grammi di zucchero in polvere. Mettete la casseruola sul fuoco e portate piano piano il liquido all'ebollizione. Fate bollire per 20 minuti. Lasciate raffreddare lo sciroppo e poi versate in bottiglie pulitissime; chiudete ermeticamente e conservate in luogo fresco.
fermentazione, la parte liquida si separi da quella mucillagginosa. Indi passate per il filtro e raccogliete il succo in una casseruola smaltata, pesata in
Se i commensali sono 6, con un coltellino si toglie delicatamente la polpa a sei mezzi aranci, avendo cura di non sciupare la buccia che si metterà da parte, sul ghiaccio, dovendo poi servire da canestrino per contenere il gelato. Si raschia la buccia ad altri due aranci, si unisce il succo di tutti e sei e del limone; si lascia in fusione alcune ore, indi si filtra con un foglio di carta al filtro. Si fanno intanto fondere 3 fogli di gelatina e due ettogrammi di zucchero, vi si mischia il succo d'arancio preparato, si mette nella sorbettiera e si procede come per un gelato ordinario. Al momento di servire, si riempono di gelato le sei mezze buccie d'arancio e si serve sopra a salviettine piegate.
tutti e sei e del limone; si lascia in fusione alcune ore, indi si filtra con un foglio di carta al filtro. Si fanno intanto fondere 3 fogli di gelatina e
600. Sciroppo di limone. Prendete 12 limoni freschi, togliete loro la scorza, tagliateli in pezzi, e spremeteli fortemente per estrarne il succo, che verserete in un vaso di terraglia nel quale già avrete messe tutte le scorze tolte ai limoni. Lasciate così il recipiente per un giorno; indi passatene il contenuto a traverso un pannolino od un filtro di carta; pesate il succo così ottenuto, e ponetelo in una calderuola con il doppio del suo peso di zucchero ed un poco d'acqua. Chiarificate e schiumate finchè sia cotto a conserva; dopo di che, lasciate raffreddare e ponete questo sciroppo in bottiglie.
passatene il contenuto a traverso un pannolino od un filtro di carta; pesate il succo così ottenuto, e ponetelo in una calderuola con il doppio del suo peso
Il processo migliore per fare infondere il caffè, è quello di servirsi di caffettiere a filtro, che sono comodissime, spicciative, e danno un'infusione profumata e limpida. Essendovi oggigiorno in commercio tante specie di tali caffettiere e potendone ognuno imparare l'uso facilmente, non staremo a descriverne nè la forma, nè la maniera di adoperarle, che lungo sarebbe e tedioso. Solo diremo che le caffettiere, vasi o macchinette che sieno, filtranti, specialmente se di latta, esigono una minuziosa cura e pulizia: non solo non si deve mai lasciarvi freddare e rimanere lungo tempo il liquido, ma è indispensabile nettarle ed asciugarle dopo ogni singola infusione.
Il processo migliore per fare infondere il caffè, è quello di servirsi di caffettiere a filtro, che sono comodissime, spicciative, e danno un
2. Rosolio di vaniglia. — Mescolate 1/2 litro di buon latte con 1/2 litro di spirito di vino, mettetevi in fusione un guscio di vaniglia e 500 gr. di zucchero che avrete sciolto al fuoco con 1/2 litro d'acqua e bene freddato, più la scorza gialla di mezzo limone; dopo tre giorni passate il rosolio da una carta da filtro. Essa si trova nelle cartolerie si taglia a quadrati, si piega a guisa di cartoccio e s'introduce in un imbuto collocato nel collo d'una bottiglia. Il liquore da filtrarsi si versa mollo adagio nella carta donde esso passerà a goccia a goccia entro la bottiglia. Se la filtrazione si sospendesse converrebbe rinnovare la carta.
da una carta da filtro. Essa si trova nelle cartolerie si taglia a quadrati, si piega a guisa di cartoccio e s'introduce in un imbuto collocato nel
Adoperando del zuccaro in pane di prima qualità, non fa d'uopo chiarificarlo, essendo questo già raffinato, solo che nell'ebollizione vi metterete qualche goccia di aceto bianco lambiccato o del sugo di limone. Quando lo zuccaro invece è greggio, bisogna chiarificarlo così: Sbattete 2 chiara di uova con 3 quinti d'acqua in un recipiente; posta poi una casseruola da credenza con 2 o 3 chilogramma circa di zuccaro, mescetelo con due terzi della suddetta acqua, mettetela sul fornello e vicina all'ebollizione, levategli tutta la schiuma galleggiante, versatevi poco alla volta la rimanenza dell'acqua albuminosa e continuate a schiumare fin che si sarà ben purificato, fatelo passare dal filtro, rimettendo la casseruola sul fornello e facendolo bollire. Purificando, per esempio, 10 chilogramma di zuccaro, basteranno solo 4 chiara.
'acqua albuminosa e continuate a schiumare fin che si sarà ben purificato, fatelo passare dal filtro, rimettendo la casseruola sul fornello e facendolo
Per constatare una tale alterazione si prende una data quantità di pane (gr. 50 circa), si tritura con acqua in un mortaio, si mescola quindi con soluzione di diastasia (ottenuta trattando con acqua l'orzo germogliato e polverizzato), si pone il tutto a bagno-maria (circa a + 70° C) per 4 o 5 ore e si filtra. Essendosi con questo trattamento saccarificata e perciò resa solubile la parte amidacea del pane, questa si scioglierà nell'acqua con le altre sostanze solubili del pane e passerà attraverso al filtro, sul quale per conseguenza non rimarrà che il glutine insolubile. Lavatolo accuratamente con acqua se ne esamineranno allora i caratteri e le proprietà fisiche, per vedere se corrispondono a quelli del glutine buono od a quelli del glutine alterato (Vedi 17. b).
altre sostanze solubili del pane e passerà attraverso al filtro, sul quale per conseguenza non rimarrà che il glutine insolubile. Lavatolo
2° Lo zucchero raffinato, e specialmente quello non di qualità superiore e polverizzato, può essere sofisticato con sostanze terrose come polvere di marmo, creta, sabbia, polvere d'ossa, gesso, ecc., o con materie organiche insolubili come farine diverse, fecola, ecc. Per scoprire queste impurità varrà la semplice soluzione nell'acqua di una determinata quantità di zucchero da esaminare. Se puro vi si scioglierà completamente, se impuro intorbiderà l'acqua e lascierà un residuo insoluto che raccolto poi sopra filtro, essiccato, pesato ed opportunamente esaminato, potrà anche, volendo, determinarsi qualitativamente e quantitativamente.
intorbiderà l'acqua e lascierà un residuo insoluto che raccolto poi sopra filtro, essiccato, pesato ed opportunamente esaminato, potrà anche, volendo
In questo filtro l'acqua da purificare fluisce dal tino ove è raccolta, e passa in una cassa nella quale sono praticati quattro scompartimenti; di questi il primo ed il secondo, il terzo ed il quarto comunicano fra loro per mezzo di orifizi praticati nella parte inferiore dei setti; mentre che il secondo col terzo comparto comunicano fra loro mediante orifizi praticati nella parte superiore del sepimento di mezzo. In virtù di questa disposizione, la filtrazione dell'acqua si opera di basso in alto nei compartimenti g e c, nel fondo dei quali sono poste le materie filtranti (ghiaia, sabbia, carbone, ecc.)
In questo filtro l'acqua da purificare fluisce dal tino ove è raccolta, e passa in una cassa nella quale sono praticati quattro scompartimenti; di
di una bottiglia di acqua distillata purissima; di una piccola pipetta divisa in decimi di cc.; di un pallone segnato 100 cc. (e della figura); della lampada a spirito con sopporto (d); di un imbuto e carta da filtro (e); di un agitatore e di un bicchiere da esperienza (f); di una soluzione di azotato baritico titolata per idrotimetro (al 2,14%);
lampada a spirito con sopporto (d); di un imbuto e carta da filtro (e); di un agitatore e di un bicchiere da esperienza (f); di una soluzione di
Anche meglio riuscirà questo filtro costruendolo come è detto nelle nostre Norme d'igiene per la truppa; adoprando cioè, anzi che una, due botti senza fondo superiormente, di diverso diametro ed ampiezza, l'una messa dentro l'altra: la esterna, più grande, forata ai lati, la interna, più piccola, forata nel fondo, e l'interstizio fra l'una e l'altra, riempito di strati di carbone, sabbia, paglia polverizzata, ecc. L'acqua, per entrare nella botte interna, ove dovrà essere attinta, sarà costretta così a fare un giro più lungo attraverso quei mezzi filtranti e si purificherà maggiormente.
Anche meglio riuscirà questo filtro costruendolo come è detto nelle nostre Norme d'igiene per la truppa; adoprando cioè, anzi che una, due botti
Un ottimo filtro d'improvvisazione in campagna è anche quello suggerito dalla Istruzione francese (12 sett. 1881), sul modo di correggere l'acqua potabile. «Si mette una botte sfondata in piedi sopra un cavalletto assai elevato. Questa botte è forata alla sua parte inferiore da un buco nel quale viene fissata una cannella che serve di tubo di scarico. Si riempie la botte a metà di ghiaia di più in più sottile, e si termina per uno strato di sabbia fina di fiume. Si può rendere questo apparecchio più attivo intercalando nello strato di ghiaia un letto di carbone di legno sminuzzato, o più semplicemente anche lasciando nuotare questo carbone nell'acqua da filtrare che riempie la parte superiore della botte; questa sarà bene venga munita di un coperchio.»
Un ottimo filtro d'improvvisazione in campagna è anche quello suggerito dalla Istruzione francese (12 sett. 1881), sul modo di correggere l'acqua
1° L'acqua di calce. Aggiunta all'acqua ne modifica la durezza, precipitandone i bicarbonati terrosi col saturarne l'eccesso di acido carbonico che appunto è quello che li tiene disciolti. Non agisce però sui solfati e sui cloruri terrosi (di calcio e di magnesio). Precipita i sali di ferro e di manganese che possono esistere nell'acqua. Oltre a questo, il precipitato sottile ed uniforme che pro-duce in seno all'acqua trasporta al fondo, a guisa di filtro moventesi dall'alto al basso, molte sostanze di impurità che possono trovarsi in sospensione nella medesima. È però mezzo di purificazione raramente messo in pratica, molto più che spoglia l'acqua dell'acido carbonico che le imparte digestibilità.
di filtro moventesi dall'alto al basso, molte sostanze di impurità che possono trovarsi in sospensione nella medesima. È però mezzo di purificazione
8° Ultimamente l'Hesse, esperimentando su filtri costrutti di varie sostanze, venne nella conclusione che l'amianto è un'ottima materia filtrante, capace di tenere indietro anche i microbi, quando venga adoprato in strati assai spessi e molto compresso. L'Hesse in quella occasione esprimeva la speranza, che il principio della filtrazione con l'amianto sarà per riuscire utile nella pratica, quando si possa però riuscire ad eliminare l'inconveniente della diminuzione di attività del filtro derivante dal fatto che l'amianto, mentre è insolubile affatto nell'acqua, facilmente si rigonfia e si ostruisce per imbibizione della medesima. Oggi però la Alti-azione dell'acqua con questa sostanza è un fatto ormai .realizzato nei modernissimi filtri Maignen sui quali dovrò ritornare fra poco.
'inconveniente della diminuzione di attività del filtro derivante dal fatto che l'amianto, mentre è insolubile affatto nell'acqua, facilmente si rigonfia e si
§ 103. — Filtri. Non è punto mia intenzione di passare in rassegna tutti i vari filtri fino ad ora immaginati e costrutti con le sostanze filtranti precedentemente studiate; la sola enumerazione ne sarebbe lunghissima, e d'altra parte fuori di proposito in questo scritto. Poiché il lettore però possa farsi un giusto criterio per l'apprezzazione e buona scelta di questi mezzi di purificazione dell'acqua, oggi di uso cosi comune, stimo importante ricordare, in tesi generale, le norme che devono regolare la composizione e l'uso di un buon filtro, e dare in seguito una qualche breve notizia sui filtri normalmente adottati per le truppe nei principali eserciti europei, e su qualcuno dei più ricordati fra i filtri cosidetti d'improvvisazione, o di compenso, utili tanto in mille contingenze della vita militare in campagna.
ricordare, in tesi generale, le norme che devono regolare la composizione e l'uso di un buon filtro, e dare in seguito una qualche breve notizia sui
5° Nulla vi deve esser nella costruzione del filtro che possa favorire la putrefazione, o cedere all'acqua sostanze metalliche od altre impurità. Per questo, nella costruzione dei filtri non si dovrà impiegare sostanza organica alcuna, ed i filtri metallici dovranno esser protetti contro l'azione dell'acqua (per esempio, mediante la stagnatura).
5° Nulla vi deve esser nella costruzione del filtro che possa favorire la putrefazione, o cedere all'acqua sostanze metalliche od altre impurità. Per
Questo filtro, mentre è molto comodo, semplice e quasi direi seducente, ha però i gravi difetti di tutti i filtri solidi che, secondo il Parkes, non sono da raccomandarsi, attesoché, ostruendosi prontamente, il loro potere filtrante è di brevissima durata. Che realmente sia cosi ne fa fede anche il maggiore medico Panara quando, nel suo bel lavoro Sull'Ospedale da campo in Massaua, rileva la poco buona riuscita fatta dai filtri di carbone plastico, dei quali appunto la prima spedizione italiana sulle coste del Mar Rosso era stata provveduta.
Questo filtro, mentre è molto comodo, semplice e quasi direi seducente, ha però i gravi difetti di tutti i filtri solidi che, secondo il Parkes, non
Il filtro Maignen originale, rappresentato dalla fig. 55, potrebbe essere ottimamente utilizzato nelle istallazioni militari stabili (caserme, ospedali, ecc.), e specialmente in tempo di gravi epidemie, nella diffusione delle quali sia ormai convinzione vi entri per molto l'infezione dell'acqua potabile (cholera). Il principio su cui si basa questo filtro è lo stesso di quello che governa il precedente, solo la disposizione delle parti ed il materiale vi sono alquanto cambiati. A rappresenta un imbuto rovesciato in porcellana, crivellato di fori e rivestito della tela di amianto a; B è lo spazio nel quale si versa l'acqua da filtrare nel vaso V; C è lo spazio occupato dalla polvere carbo-calcare; R il recipiente raccoglitore dell'acqua già filtrata, la quale può esser presa, mediante l'apertura della cannella a rubinetto r.
Il filtro Maignen originale, rappresentato dalla fig. 55, potrebbe essere ottimamente utilizzato nelle istallazioni militari stabili (caserme
c) Filtri d'improvvisazione. Possono darsi circostanze per le truppe in campagna nelle quali, in mancanza di filtri regolarmente costrutti e prestabiliti, si debba ricorrere ad improvvisarne, allo scopo di salvare ad ogni costo il soldato dal grave danno dell'uso di acque impure di località che è costretto ad occupare. In tali circostanze le cognizioni sulla virtù purificatrice delle varie materie filtranti passate in rassegna alla lettera d del § 102, le norme ricordate in a di questo paragrafo ed un poco d'ingegno potranno condurre a soluzioni assai plausibili del problema. Non pertanto, a titolo di esempio, ed a complemento del soggetto, desidero citare qualche filtro di questo genere, fra i più ricordati dagli autori d'igiene militare.
titolo di esempio, ed a complemento del soggetto, desidero citare qualche filtro di questo genere, fra i più ricordati dagli autori d'igiene militare.
Sabbia e ghiaja non ne mancavano, ma erano salate; lavate ripetutamente e private del sale, furono disposte in ordine di densità decrescente dal basso in alto, in un piccolo orcio di prova, con uno strato di carbone in fondo e con grossi ciottoli alla superficie, perchè non galleggiasse il carbone e la sabbia non intorbidasse l'acqua. Il filtro riuscì a meraviglia; l'acqua fluiva rapidamente ed era limpidissima, senza nessun cattivo odore.
e la sabbia non intorbidasse l'acqua. Il filtro riuscì a meraviglia; l'acqua fluiva rapidamente ed era limpidissima, senza nessun cattivo odore.
Per terminare al riguardo dei filtri di compenso col ricordo di un ripiego ingegnoso, citerò il filtro improvvisato dal Maggiore medico Panara a Massaua, nei primi tempi della nostra occupazione militare di quel paese, quando una delle indicazioni igieniche più urgenti che si presentava era quella di filtrar l'acqua infetta e ripugnante che sola offriva la località. «Bisognava cercare, dice il Panara nella sua relazione già citata, un mezzo di filtrazione semplice, pratico e che desse acqua abbondante per 2,500 uomini……..Noi non avevamo botti, nè mastelli, ma avevamo trovato delle grosse anfore piriformi, con la base in alto, con l'apice che si poteva forare. Riempite di sostanze filtranti, messe sopra un tripode di legno, onde collocarvi al disotto un recipiente da raccogliere l'acqua filtrata, era quello che meglio potesse corrispondere ai nostri bisogni.
Per terminare al riguardo dei filtri di compenso col ricordo di un ripiego ingegnoso, citerò il filtro improvvisato dal Maggiore medico Panara a
A tale scopo, l'anno scorso, mi presentava al signor professor Giusti, direttore tecnico della Manifattura Giriori, per vedere se ci fosse stato modo di tradurre in atto una prima mia idea in proposito: ottenere cioè di un sol pezzo di porcellana il filtro in questione, coll'includere stabilmente un cilindro filtrante di biscuit, entro un involucro di porcellana verniciata, capace di mantenere attorno al cilindro stesso l'acqua da filtrare sotto una certa pressione. Il prof. Giusti, accolta cortesemente la mia proposta, incoraggiato anche dal direttore generale della Manifattura, comm. Lorenzini, si metteva al lavoro, ma dopo ripetute prove condotte con lodevole perseveranza, veniva nella conclusione che la mia proposta era praticamente inattuabile, attese insuperabili difficoltà tecniche che si incontravano nella costruzione di un filtro così ideato tutto d'un pezzo.
di tradurre in atto una prima mia idea in proposito: ottenere cioè di un sol pezzo di porcellana il filtro in questione, coll'includere stabilmente
Ci mettemmo in giro, il Dottor Ciampini ed io, alla ricerca di un luogo entro terra, ove la ghiaja e la sabbia esposte per lungo tempo al sole, e non bagnate dall'acqua di mare, per lenta combustione, avessero perduto ogni sostanza organica. Trovate in abbondanza queste due materie filtranti, ripetemmo le prove che riuscirono benissimo; il filtro non era più soggetto a putrefazione, e dava un litro di acqua per minuto.»
, ripetemmo le prove che riuscirono benissimo; il filtro non era più soggetto a putrefazione, e dava un litro di acqua per minuto.»
In seguito al successo delle bougies Cliamberland in Francia, compreso di quanto interesse igienico sarebbe divulgare anche fra noi l'uso del biscotto di porcellana come materia filtrante dell'acqua destinata agli usi domestici, specialmente in tempi di epidemia colerica, pensai di comporre un filtro, che meglio delle bougies ricordate, assai complicata e costose, radunasse in sè le condizioni che più ponno contribuire a renderlo di uso comune, ed alla portata di chicchessia; vale a dire:
filtro, che meglio delle bougies ricordate, assai complicata e costose, radunasse in sè le condizioni che più ponno contribuire a renderlo di uso comune
Le due parti della fig. 56 rappresentano il filtro in questione: la prima in prospetto, la seconda in sezione verticale. L'ampolla filtrante a, in biscotto di porcellana, a pareti assai spesse e resistenti, ma finissimamente porose, è di forma cilindrica, della lunghezza di 20, e del diametro esterno di 8 1/2 centimetri. Chiusa perfettamente allo estremo inferiore, è munita invece di un foro alla estremità superiore, che si continua con un corto collo per il quale l'ampolla stessa può esser messa in comunicazione, mediante il forte manicotto b, di caoutchouh, con la canna a rubinetto c, dalla quale proviene l'acqua da filtrare.
Le due parti della fig. 56 rappresentano il filtro in questione: la prima in prospetto, la seconda in sezione verticale. L'ampolla filtrante a, in
In seguito a questo primo insuccesso, immaginava allora di comporre il filtro di due parti ben distinte: 1° della essenziale, o parte filtrante, costituita di un'ampolla di biscotto, nella quale dovesse essere immessa l'acqua da purificare, per filtrare attraverso le sue pareti dall'interno all'esterno; 2° di una parte accessoria, od involucro protettore dell'ampolla, da adattarsi sulla medesima in modo facile, solido e spicciativo. Secondo questo nuovo concetto veniva allora costrutto e perfezionato dal ricordato prof. Giusti il Altro amicrobo che la Manifattura Ginori ha preparato e posto recentemente in commercio, e che l'illustre professore commendator Bechi presentava il 1° agosto scorso alla R. Accademia dei Georgoflli, ed il 1° del settembre successivo alla Società fiorentina d'Igiene.
In seguito a questo primo insuccesso, immaginava allora di comporre il filtro di due parti ben distinte: 1° della essenziale, o parte filtrante
In mancanza di acqua canalizzata sotto pressione, si potrà sempre attivare il filtro congiungendolo, mediante adatto tubo, con un vaso di acqua messo ad una certa altezza. Ponendo questo, per esempio, a soli metri 4 V2 al disopra dell'ampolla filtrante, trovai che se ne può ottenere una regolare filtrazione di litri 24 di acqua al giorno; quantità sufficiente, ad uso di bevanda, anche per una famiglia discretamente numerosa. In modo identico ci si potrebbe adoprare per rendere attive negli stabilimenti le batterie di ampolle filtranti.
In mancanza di acqua canalizzata sotto pressione, si potrà sempre attivare il filtro congiungendolo, mediante adatto tubo, con un vaso di acqua messo
Riguardo poi alla pressione necessaria ad attivare la filtrazione delle ampolle, è da osservare che le limitate cadute di acqua sono sempre più adatte delle grandi a mantenere lungamente attivi i filtri; poiché, secondo le recenti ricerche di Hesse, le grandi pressioni, più che le moderate, favorirebbero la ostruzione della porosità della porcellana filtrante. Conseguentemente, anche per questi risultati, una caduta d'acqua da 4 a 5 metri, come si può procurare facilmente in ogni dove, sarebbe, non solo sufficiente, ma anche la più adatta e preferibile a procurare una lunga e costante attività del nuovo filtro.
Presi 6 palloncini di cristallo, della capacità di circa 50 cc. e forbitili con ogni cura, li tappava con fiocchi di ovatta e li poneva per qualche ora in una piccola stufa a circa 170° C. Così sterilizzati questi palloncini, li riempiva, per due terzi, di brodo concentrato di carne di bue, preparato rigorosamente e sterilizzato secondo il Miquel insegna, e li poneva quindi in una stufettina da incubazione alla temperatura fra +30° e 35° C, mantenendoveli per tre giorni continui. Constatata al termine di questo tempo la limpidezza del brodo, e rassicurato per conseguenza sulla perfetta sterilizzazione dei piccoli apparati e del loro contenuto, ne costituiva tre coppie. Nei palloncini della prima coppia faceva cadere 20 goccie di acqua sgocciolante da un filtro già in attività da tre giorni. Nei palloncini della seconda coppia immettava invece 20 goccie di acqua non filtrata, proveniente dalla vasca che alimentava il filtro. La terza coppia di palloncini serbava intatta alla stufa per un successivo esperimento.
sgocciolante da un filtro già in attività da tre giorni. Nei palloncini della seconda coppia immettava invece 20 goccie di acqua non filtrata, proveniente
La cocoma più semplice e meno cara è quella di latta, od anche di porcellana: sul graticcio del filtro, preventivamente coperto di una rotella di flanella, si pone la quantità necessaria del caffè in polvere, press'a poco come fu detto, una cucchiaiata per ogni bicchiere d'acqua, ed un poco meno se si appronta il caffè per 5 o 6 persone; si pigia moderatamente la polvere col rolletto che si lascia sulla polvere, si colloca la grata superiore, si versa su questa metà dell'acqua bollente che dev'essere impiegata; si richiude la macchinetta col coperchio, e si aspetta che questa acqua sia filtrata. Ciò fatto si leva il coperchio e la grata superiore per sollevare il rolletto e far cadere in fondo al filtro la polvere di cui è pregno; allora si versa il rimanente dell'acqua calda, e, dopo aver chiusa accuratamente la macchina, si lascia che la filtrazione compiasi lentamente.
La cocoma più semplice e meno cara è quella di latta, od anche di porcellana: sul graticcio del filtro, preventivamente coperto di una rotella di
Si mesce bene il tutto e si agita. Si lascia in riposo per sei giorni, e dopo si passa a doppio filtro di carta. È bene conservare quest' alcoolato in luogo temperato, col tempo si fa migliore. Se si distilla riescirà il prodotto più perfetto per la soavità del suo odore. Deve marcare da 34 a 36 gradi.
Si mesce bene il tutto e si agita. Si lascia in riposo per sei giorni, e dopo si passa a doppio filtro di carta. È bene conservare quest' alcoolato
Il processo migliore per fare infondere il caffè è quello di servirsi di cocome a filtro, che sono comodissime, spicciative, e che danno un liquido contemporaneamente profumato e limpido. La cocoma più semplice e meno cara è quella di latta od anche di porcellana: sul graticcio del filtro, preventivamente coperto di una rotella di flanella, si pone la quantità necessaria del caffè in polvere, presso a poco, come accennammo, un cucchiajo da caffè per ogni bicchiere d'acqua, ed un poco meno, se si appronta il caffè per cinque o sei persone; si calca moderatamente la polvere col rulletto che si lascia sulla polvere, si colloca la grata superiore, si versa su questa metà dell'acqua bollente che dev'essere impiegata; si richiude la macchinetta col coperchio, e si aspetta che quest'acqua sia filtrata. Ciò fatto, si leva il coperchio e la grata superiore, per sollevare il folletto e far cadere in fondo del filtro la polvere di cui è carico; allora si versa il rimanente dell'acqua calda, e, dopo aver chiusa accuratamente la macchina, si lascia che la filtrazione compiasi lentamente. Durante questa operazione, si pone la cocoma nell'acqua bollente, e questo bagno-maria mantiene il liquido al grado di calore che deve conservare. Non bisogna servire il caffè che allorquando la filtrazione è completa, e si deve guardarsi, come avviene talora, di far riposare il liquido sulla feccia o deposito, perchè; sarebbe un indebolire il caffè e togliergli porzione del suo profumo. Quanto al deposito del caffè, se si voglia utilizzarlo, conviene non farlo bollire, il che darebbe un liquido acre e nero, ma versarci sopra, quando è ancora nel filtro, una certa quantità d'acqua calda e meglio di fredda. Si pone in serbo questa seconda infusione, per fare riscaldare al bagno-maria e mescolarla con una nuova preparazione di caffè. Tutte le volte che si fa riscaldare il caffè, il quale non sia stato adoperato nel momento stesso in cui viene approntato, bisogna ricorrere al solo bagno-maria.
Il processo migliore per fare infondere il caffè è quello di servirsi di cocome a filtro, che sono comodissime, spicciative, e che danno un liquido
Disfate il ribes ne' suoi grappolini come fareste ammostando 1'uva e gettando via i raspi lasciatelo in luogo fresco entro un vaso di terra o di legno. Quando avrà cominciato a fermentare (il che può avvenire anche dopo tre o quattro giorni) affondatene il cappello o rimestatelo con un mestolo due volte al giorno, continuando questa operazione per quattro giorni consecutivi. Poi passatelo per canovaccio a poco per volta, strizzandolo bene colle mani, se non avete uno strettoio, e passate il succo spremuto da un filtro anche due o tre volte, se occorre, per ottenere un liquido limpidissimo. Ponetelo quindi al fuoco e quando comincia ad entrare in bollore, versate in esso lo zucchero e l'acido citrico nelle seguenti proporzioni:
mani, se non avete uno strettoio, e passate il succo spremuto da un filtro anche due o tre volte, se occorre, per ottenere un liquido limpidissimo
Per qualsiasi gelatina sta bene di prendere la più fina, trasparente e bianca colla di pesce, già prima liquefatta secondo l'indicazione su pag. 37, poi aggiunta alle vivande, oppure allo zucchero cotto e chiarificato e insieme a questo passato pello staccino, oppure depurata col medesimo a mezzo d'albume d'uovo, poi passata attraverso un sacchetto da filtro od una salvietta stesa.
'albume d'uovo, poi passata attraverso un sacchetto da filtro od una salvietta stesa.
Il caffè macinato nè troppo fino nè troppo grossolanamente si versa sullo staccino della macchina a filtro dopo averlo staccato dal sottostante recipiente, aciò non vi entri qualche particella del caffè. Per ogni tazza si calcolano da 10 a 15 grammi. Si versa l'acqua o l'infusione dei fondi, bollita in una tegghia d'ottone, in piccole porzioni sempre bollenti nella macchina, coprendola tosto col suo coperchio, e chiudendone il becco col turacciolo.
Il caffè macinato nè troppo fino nè troppo grossolanamente si versa sullo staccino della macchina a filtro dopo averlo staccato dal sottostante
d) Coi piedi di vitello. Fate rosolare, nel burro, 420 gr. di manzo magro, unitevi 3 piedi di vitello, 3 gardene (cesene), 2 cipolline, 2 piedi di sedano, un pezzo di cannella, 7 decilitri di vino bianco, 4 litri d'acqua e fate bollire il composto molto adagio, schiumando e digrassando con diligenza finch'è ridotto ad un terzo. Passatelo quindi da un tovagliuolo bagnato o dal filtro e se non fosse limpido chiaritelo con albumi a neve come dice la precedente ricetta.
diligenza finch'è ridotto ad un terzo. Passatelo quindi da un tovagliuolo bagnato o dal filtro e se non fosse limpido chiaritelo con albumi a neve come dice
Fate bollire 4 ore, adagio, la carne coll'acqua e colle verdure intere e il sale (volendo potete aggiungere anche degli ossi, specie quelli del vitello), passate quindi il liquido da un tovagliuolo e lasciatelo raffreddare. Quand'è freddo, aggiungete le chiare, e rimettetelo al fuoco sbattendo finchè bolle. Unitevi allora il sugo di limone, la marsala e la colla di pesce, bollite mezz'ora circa, poi passate dalla salvietta o dal filtro finchè la gelatina è limpida e trasparente.
finchè bolle. Unitevi allora il sugo di limone, la marsala e la colla di pesce, bollite mezz'ora circa, poi passate dalla salvietta o dal filtro finchè la
c) Coi piedi di vitello. Ingredienti : due piedi di vitello, una vecchia gallina, 300 gr. di manzo magro, 300 gr. di petto di vitello, un pezzetto di fegato (100 gr.), due cipollette, una radice di prezzemolo, una carota, un pezzetto di radice di sedano, un mazzetto guernito (vedi Pag. 5 N.° 2), alcuni grani di pepe bianco, 4 litri d'acqua, mezzo litro di vino bianco e d'aceto. A metà cottura levate le verdure. Quando il liquido, che avrete bollito molto adagio, bene schiumato e digrassato è ridotto a un terzo, scolatelo e versatelo in una scodella. Il giorno seguente levate il grasso come indica la ricetta b), tornatelo a bollire, salatelo e unitevi 4 albumi a densa neve, collocandolo per un quarto d'ora nel forno. Passatelo quindi dalla salvietta o dall'apposito filtro.
3. Gelatina di limone Senza zucchero, per guernizioni. — Fate bollire l/4 di litro d'acqua, 1/4 di litro di vino bianco con 30 gr. di colla di pesce, la scorza trita finissima di 2 limoni e 1 albume a neve. Dopo pochi minuti di cottura aggiungetevi il sugo di 2-3 limoni (secondo il gusto), passate il liquido due tre volte dal tovagliuolo o dal filtro, mettetelo in uno stampo liscio e basso spennellato con olio di mandorle e fate rapprendere sul ghiaccio.
il liquido due tre volte dal tovagliuolo o dal filtro, mettetelo in uno stampo liscio e basso spennellato con olio di mandorle e fate rapprendere sul
Fatto questo filtrate il rosolio da una borsa di panno bianco orlata con un cerchiello di ferro e sospesa su un vaso di vetro o di porcellana, e nella quale avrete messo molti pezzettini di carta bianca senza colla, oppure (questo sistema è preferibile) da un grande imbuto di vetro, guernito con un foglio rotondo di buona carta da filtro pieghettata a ventaglio. Al rosolio che deve passare a goccia a goccia aggiungerete un pezzo di magnesia per attrarre le parti oleose; quando il liquido comincia a passare a stento mutate la carta.
foglio rotondo di buona carta da filtro pieghettata a ventaglio. Al rosolio che deve passare a goccia a goccia aggiungerete un pezzo di magnesia per
36. Prendete un quarto d'oncia di cannella fina, mezz'oncia di garofani, una noce moscata tridata, mezzo quarto d'oncia di macis, un quarto d'oncia e mezzo di vaniglia, un quarto d' oncia e mezzo di alchermes in grana, mezzo quarto d'oncia di cocciniglia liquefatta, un poco acqua, libbre quattro di spirito soprafino, dodici libbre di zucchero soprafino, ponete il tutto in infusione per dieci giorni, indi fate il tutto passare alla salvietta, in seguito prendete quattro boccali di acqua santa rosa, unitela e passatela al filtro, imbottigliatelo e fate come sopra.
seguito prendete quattro boccali di acqua santa rosa, unitela e passatela al filtro, imbottigliatelo e fate come sopra.
35. Prendete una libbra di cerase nere, rompetele e mettetele in un vaso di vetro, uniteci una libbra di bello marasche, levatele l'osso e le gambe e mezza libbra di fambrose, unite il tutto con due boccali di spirito di Francia, mezz'oncia di cannella intera, un quarto d'oncia di garofani, un pizzico di coriandri pesti e poco macis, turate bene il vaso e lasciate il tutto in infusione per un mese, bagnate una salvietta nell'acqua fresca e passate il composto: sciogliete otto libbre di zucchero con quattro boccali d' acqua e fatelo purgare con due chiari d'uova, purgatelo e passatelo alla stamigna e ristringetelo al siroppo, lasciatelo venir freddo, mischiatelo col composto, indi mettetelo a passare al filtro e imbottigliatelo.
stamigna e ristringetelo al siroppo, lasciatelo venir freddo, mischiatelo col composto, indi mettetelo a passare al filtro e imbottigliatelo.
La figura 2 rappresenta la macchinetta disposta per preparare il caffè col vapore. La lettera a indica il vaso che serve a ricevere e a versare il caffè preparato; il sovrapposto vaso b contiene un tubo a spirale, e l'acqua riscaldata col vapore per mezzo del tubo f che passa in d, al quale si può applicare qualunque dei tubi precedenti dal vaso esterno della macchina. Allorché il vapore immesso nella spirale ha ridotta l'acqua contenuta nel vaso b al grado del suo calore medesimo, si apre una valvola e si lascia passare l'acqua riscaldata sul caffè disposto su di una specie di filtro o di crivello, nel modo ordinario delle macchinette da caffè usitate.
vaso b al grado del suo calore medesimo, si apre una valvola e si lascia passare l'acqua riscaldata sul caffè disposto su di una specie di filtro o di