Con la lunga permanenza nelle bottiglie, il vino lascia sulle pareti di esse un deposito di tartaro. È difficile pulire le bottiglie usando la catena, la spazzola, i piombini, l'arena, i gusci d'uovo, ecc., ed anche l'acqua calda.
Con la lunga permanenza nelle bottiglie, il vino lascia sulle pareti di esse un deposito di tartaro. È difficile pulire le bottiglie usando la catena
Il migliore modo invece è quello di usare una soluzione di soda del commercio. In 10 litri d'acqua si sciolga un chilogrammo di cristalli di soda; si introduca mezzo bicchiere di questa soluzione calda, ma non bollente, nella bottiglia da pulire, e si agiti. In pochi minuti il tartaro è disciolto e basta risciacquare la bottiglia per averla ben pulita.
introduca mezzo bicchiere di questa soluzione calda, ma non bollente, nella bottiglia da pulire, e si agiti. In pochi minuti il tartaro è disciolto e
Per fare alzare nella cottura questo e consimili dolci ora viene dalla Germania e dall'Inghilterra una polvere bianca, inodora, che in quantità di grammi 10 si mescola nel composto insieme con le chiare montate. Se nel vostro paese non la trovate supplite con grammi 5 di bicarbonato di soda e grammi 5 di cremor di tartaro mescolati insieme. Versate il dolce in uno stampo liscio, imburrato soltanto, e di doppia tenuta, e cuocetelo in forno o nel forno da campagna. Si serve diaccio.
grammi 5 di cremor di tartaro mescolati insieme. Versate il dolce in uno stampo liscio, imburrato soltanto, e di doppia tenuta, e cuocetelo in forno o nel
Queste ciambelle da famiglia sono di più semplice fattura delle precedenti. Farina d'Ungheria, grammi 500. Zucchero, grammi 180. Burro, grammi 90. Cremor di tartaro, grammi 15. Bicarbonato di soda, grammi 5. Uova, N. 2.
. Cremor di tartaro, grammi 15. Bicarbonato di soda, grammi 5. Uova, N. 2.
A più usi vengono adoperate le uova nella manipolazione delle pietanze: il rosso o tuorlo serve a legare la composizione acciò non si sciolga nel cuocere, come sarebbero le farse, i flani; così pure per condensare le salse ed il latte in tartaro, per esempio, ed alla crema. Il bianco dell'ovo sbattuto alla fiocca, si usa per fare crescere e tenere soffici le cose, come flani, farse, e diverse paste dolci. Servono ancora le uova per purgare li brodi, i sughi e lo zuccaro, infondendole, poichè ne levano e distaccano ogni impurità. Ancora colle ova si fanno molte gustose pietanze.
cuocere, come sarebbero le farse, i flani; così pure per condensare le salse ed il latte in tartaro, per esempio, ed alla crema. Il bianco dell'ovo
Comperate un'oncia di cremor di tartaro, prendete una cucchiaiata di fondo di birra, un chilogramma e mezzo di zuccaro, sei limoni, ed un mezzo chilogramma di foglie di Cassis (sorta di albero vantato per le sue qualità salutari). Sceglierete un vaso di terra ben pulito, nel quale metterete il fondo di birra, lo zuccaro, e i sei limoni, ciascuno dei quali tagliati in sei pezzi. Fate sciogliere il Cremor di tartaro, aggiungendovi un bicchiere d'acqua calda, poi versatelo nel suddetto vaso di terra, aggiungendovi 13 litri di acqua calda. Cuoprite il vaso con un foglio di carta nel quale praticherete molti buchi con uno spillo per dare passaggio all'aria. Lasciate questo miscuglio esposto al sole per tre giorni, agitandolo almeno tre volte ogni giorno. Prendete allora un'altro recipiente di terra sul quale collocherete una salvietta, e gli verserete sopra il miscuglio predetto, facendolo così filtrare, dopo di che ne riempirete alcune bottiglie che turerete bene, e che collocherete nella cantina. Dopo 12 giorni, potrete servirvi di questa limonata che è molto rinfrescante, e di un gusto gradevolissimo.
Comperate un'oncia di cremor di tartaro, prendete una cucchiaiata di fondo di birra, un chilogramma e mezzo di zuccaro, sei limoni, ed un mezzo
Acqua minerale che tiene in dissoluzione acido carbonico ed ha le proprietà di dare alle bevande un gusto piccante agreabilissimo, favorendo la digestione, dando attività allo stomaco, ed è un miscuglio d'acqua con bicarbonato di soda e di acido tartarico. L'acido tartarico si unisce alla soda per formare il tartaro di soda spostando l'acido carbonico, questo non potendo evaporare dal luogo in cui è rinchiuso si scioglie nel liquido e ne fa aumentare il suo volume di gaz. Essendo piuttosto purgativo il tartaro di soda e rimanendo nell'acqua potrebbe riuscire nocevole a chi ne facesse abuso. Coll'apparecchio Briet, che sono due vasi di cristallo posti uno sull'altro, si toglie quest'inconveniente, essendo che la decomposizione si opera in uno di questi recipienti, ritenendo in sè il tartaro di soda in soluzione, mentre il gaz acido carbonico formato da questa mistura va a saturarne l'acqua nell'altro recipiente, determinandovi quella pressione conosciuta. Mediante altri apparecchi e processi chimici trovansi in commercio sifoidi o sifoni d'acqua di seltz.
formare il tartaro di soda spostando l'acido carbonico, questo non potendo evaporare dal luogo in cui è rinchiuso si scioglie nel liquido e ne fa
300 gr. farina 130 gr. zucchero 7 gr. bicarbonato Raschiutura di 1 limone 1 bustina di vaniglia 15 gr. cremor tartaro 1 uovo, 1/4 di latte 100 gr. burro
300 gr. farina 130 gr. zucchero 7 gr. bicarbonato Raschiutura di 1 limone 1 bustina di vaniglia 15 gr. cremor tartaro 1 uovo, 1/4 di latte 100 gr
300 gr. di farina 80 gr. di zucchero 5 gr. di cremor tartaro e 5 di bicarbonato di soda 2 uova 1 bustina di zucchero vanigliato 1 bicchiere scarso di latte
300 gr. di farina 80 gr. di zucchero 5 gr. di cremor tartaro e 5 di bicarbonato di soda 2 uova 1 bustina di zucchero vanigliato 1 bicchiere scarso di
Di ruggine. — Se le macchie di ruggine sono su indumenti di tela, usare come smacchiatore il protocloruro di stagno; se sono su indumenti di lana, adoprare il cremor di tartaro. Si possono anche far scomparire le macchie di ruggine da indumenti di lino, canapa, etc., bagnandole con acqua, e poi stendendovi sopra un presina di acido ossalico in polvere (attenzione, perchè è un veleno). Col polpastrello del dito si distende questa polvere e si soffrega lievemente sulla parte macchiata. Dopo 10 minuti si risciacqua in acqua fresca. Per gli indumenti di seta, non conosciamo smacchiatori che facciano scomparire le traccie di ruggine.
, adoprare il cremor di tartaro. Si possono anche far scomparire le macchie di ruggine da indumenti di lino, canapa, etc., bagnandole con acqua, e poi
di soda; 70 di cremor di tartaro; 1 di acido tartarico. Mescolare a secco. Oppure, un lievito ancora più facile a preparare in casa: 63 gr. di zucchero, 20 di bicarbonato, 14 di cremor di tartaro. O anche: 4 gr. di fecola, 3 di bicarbonato, 55 di cremor di tartaro, 1 di acido tartarico, 1 di carbonato ammonico.
di soda; 70 di cremor di tartaro; 1 di acido tartarico. Mescolare a secco. Oppure, un lievito ancora più facile a preparare in casa: 63 gr. di
ABBONATA LUCANA. — Il lievito di birra si chiama così ma non si estrae dalla birra. Sicchè lo potete trovare anche ora che la fabbricazione della birra è vietata. E ad ogni modo se volete potete fabbricarvelo da voi. Prendete dell'orzo tallito (che abbia, cioè, germogliato in un ambiente umido) e riducetelo in farina. Pesate 50 grammi di questa farina, aggiungetevi 2 grammi di cremor di tartaro, e 15 di miele: sciogliete tutto in 150 gr. di acqua e lasciate stare per qualche ora (3 o 4) in un recipiente. Dopo queste 3 o 4 ore ricoprite il recipiente e... non fate nulla fino a che il lievito non si sia formato da sè. Un altro lievito che potete prepararvi in casa, e di cui bastano 15 gr. per un chilogrammo di farina (beata voi che potete farvi il pane casalingo!) è il seguente:
riducetelo in farina. Pesate 50 grammi di questa farina, aggiungetevi 2 grammi di cremor di tartaro, e 15 di miele: sciogliete tutto in 150 gr. di
19. Zuppa di ceci alla ventresca. — Prendete 1 chilogr. di bei ceci bianchi, nettateli, metteteli nella casseruola, versatevi sopra l'acqua tiepida della cottura di 1 chilogr. di spinaci lasciateli così 12 ore, sgocciolate via l'acqua degli spinaci, metteteli con 3 litri d' acqua, un po' di sale, 2 ettogr. di ventresca di maiale magra, alcune foglie di salvia, e 30 grammi di feccia o tartaro delle botti da vino, inviluppato entro un pezzetto di tela bianca, e fate bollire per due ore circa aggiungendo, se occorre, dell'acqua calda. Fate friggere in un tegame con 1 ettogr. di burro 3 cipolle, 8 porri ed un po' di sellero; quando saranno di color biondo unitevi 30 gr. di farina bianca e friggete ancora un po' tramenando quindi versate tutto questo sui ceci mescolando bene. Cotti teneri i ceci, serviteli spartendo la ventresca in tante fette quanti i convitati e ponendo a ciascun tondo la fetta.
ettogr. di ventresca di maiale magra, alcune foglie di salvia, e 30 grammi di feccia o tartaro delle botti da vino, inviluppato entro un pezzetto di
240. Limonata ossia acqua imperiale. - Ponete in una terrina 50 grammi di zucchero bianco, un limone tagliato e 25 grammi di cremor di tartaro depurato; versate sopra mezzo litro d'acqua bollente; un po' raffreddata passatela ad un colatoio e servitevene. È rinfrescante, debilitante, antifebbrile, dissetiva, un po' purgante.
240. Limonata ossia acqua imperiale. - Ponete in una terrina 50 grammi di zucchero bianco, un limone tagliato e 25 grammi di cremor di tartaro
Farina kg. uno, zucchero gr. 370, burro g. 200, cremore di tartaro gr. 30, bicarbonato di soda gr. 10 la buccia raspata di due limoni, 4 uova intiere, un bicchiere scarso di latte.
Farina kg. uno, zucchero gr. 370, burro g. 200, cremore di tartaro gr. 30, bicarbonato di soda gr. 10 la buccia raspata di due limoni, 4 uova intiere
61. Torta di lievito di soda col sapore di caffè e di cioccolata. — Lavorate in una scodella 75 gr. di burro, aggiungetevi, uno alla volta, 3 ova intere alternativamente con 250 gr. di zucchero finissimo, due panetti di cioccolata grattata, un cucchiaio di polvere di caffè. Unitevi quindi, a poco a poco, un cucchiaio di farina e uno di latte finchè avrete consumato 270 gr. dell'una e un quartuccio e mezzo dell'altro, amalgamandovi da ultimo 22 gr. di cremor di tartaro e 8 gr. di bicarbonato di soda (si comperano in farmacia), versate subito il composto in una tortiera unta e infarinata e cuocetelo a forno ardito.
gr. di cremor di tartaro e 8 gr. di bicarbonato di soda (si comperano in farmacia), versate subito il composto in una tortiera unta e infarinata e
72. Pane di latte col lievito di soda. — Amalgamate sulla spianatoia 750 gr. di farina fina, 60 gr. di burro, 200 gr. di zucchero, un cucchiaio d'anici lavati, 22 gr. di cremor di tartaro e 8 gr. di carbonato di soda. (Queste polveri sarebbe bene mescolarle e passarle due o tre volte allo staccio insieme alla farina). Formate un pastone ben lavorato, intridendolo con quella quantità di latte che può occorrere per ottenere una certa morbidezza, cioè con un bicchiere circa. Riducete il composto come un lungo salsiccione cilindrico e disponetelo sulla piastra del forno un po' unta e infarinata. Lasciatelo riposare un paio d'ore e poi cuocetelo a calore vivo nel forno. Cottura 3/4 d'ora circa.
'anici lavati, 22 gr. di cremor di tartaro e 8 gr. di carbonato di soda. (Queste polveri sarebbe bene mescolarle e passarle due o tre volte allo staccio
78. Pane di frutta (Zelten) col lievito di soda. — Sciogliete 100 gr. di burro in 1/6 di litro d'acqua bollente. Lavorate diligentemente 4 ova con 4 cucchiai colmi di zucchero pestato fino, aggiungetevi 560 gr. di farina intrisa coll'acqua suddetta e, quando il composto è ben dimenato e freddo, amalgamatevi 22 gr. di cremor di tartaro e 8 gr. di bicarbonato di soda, che avrete comperati in farmacia, 50 gr. di sultanina ben pulita, 50 gr. di pinoli, 50 gr. di mandorle intere mondate nell'acqua bollente, 50 gr. di noci a spicchi, 50 gr. d'arancetti triti, 50 gr. di candito di cedro, 70 gr. di fichi secchi, questi due ultimi ingredienti tagliati a fettoline, versandovi ancora un po' d'acqua, se occorresse. Stendete il pastone molto basso in una larga tegghia unta e infarinata e cuocetelo subito a forno caldo 3/4 d'ora circa.
, amalgamatevi 22 gr. di cremor di tartaro e 8 gr. di bicarbonato di soda, che avrete comperati in farmacia, 50 gr. di sultanina ben pulita, 50 gr. di
un chilogr. di bei ceci bianchi, nettateli, metteteli nella casseruola, versatevi sopra l'acqua tiepida della cottura di un chilogr. di spinaci, lasciateli così 12 ore; sgocciolate via l'acqua degli spinaci, metteteli con 3 litri d'acqua, un po' di sale, 2 ettogr. di ventresca di maiale magra, alcune foglie di salvia, e 30 grammi di feccia o tartaro delle botti da vino, inviluppato entro un pezzetto di tela bianca, e fate bollire per due ore circa aggiungendo, se occorre, dell'acqua calda. Fate friggere in un tegame con un ettogr. di burro 3 cipolle, 8 porri e un po' di sedano; quando saranno di color biondo unitevi 30 grammi di farina bianca e friggete ancora un po' tramenando, quindi versate tutto questo sui ceci rimestando bene. Cotti teneri i ceci, serviteli spartendo la ventresca in tante fette quanti i convitati e ponendo in ciascun tondo una fetta.
, alcune foglie di salvia, e 30 grammi di feccia o tartaro delle botti da vino, inviluppato entro un pezzetto di tela bianca, e fate bollire per due ore
. Si mangia cruda, cotta, secca e confettata. I cochi ne fanno fritture, charlottes, marmellate, la uniscono alle paste (lacciadin). In alcune contrade settentrionali, meno predilette dal cielo, dove il sole non matura i pampini, la mela acquista molta importanza economica, per la fabbricazione del Sidro, celebre quello di Normandia. È bevanda che può supplire il vino, e, al pari di questo, contiene dell'alcool, ma giammai del tartaro. Se ne fabbrica anche da noi a sofisticare o simulare il vino bianco, massime quello d' Asti. Riesce meno spiritoso e spesso incomodo, perchè genera flatulenze. Il sugo delle mele agre, serve a far aceto, che si conserva molto tempo. Le agre fanno perdere la memoria, dice il Pisanelli. Galeno parla pure di un succo liquore delle mele, che sarebbe il sidro, che si vuole inventato da Publio Negro, che lo fabbricavano pure i Mormoni e lo trasportavano in Brittannia. In medicina, sono rinfrescative, lassative, pettorali. Se ne fa decozione e sciroppo nelle tossi catarrali. La polpa cotta, onde il nome di pomata, fu usata come emolliente nelle flogosi oculari, e fa parte della pomata del Rosenstein, contro le regadi della lebbra e de' capezzoli. La poma selvatica à virtù astringenti, detersive. Il legno del pomo è di grana fina, prende facilmente pulitura, è uno dei migliori da fuoco. Il pomo è frutto cosmopolita e vanta la più antica delle prosapie. Iddio, dopo aver creato la luce e divise le aque dalla terra, creò il pomo. Eva lo trovò bello e saporito e lo mangiò e lo fece mangiare ad Adamo, e da quel pomo l'origine e la serie d' ogni disgrazia.
Sidro, celebre quello di Normandia. È bevanda che può supplire il vino, e, al pari di questo, contiene dell'alcool, ma giammai del tartaro. Se ne
Mettete in una insalatiera 200 grammi di farina passata dal setaccio, 250 grammi di zucchero in polvere, un ettogrammo di cacao in polvere non zuccherato, la raschiatura della buccia di un arancio (procurate di raschiare soltanto la parte gialla!) un buon pizzico (2 grammi) di cannella in polvere, 4 grammi di bicarbonato di soda e 4 grammi di cremore di tartaro. Diluite con un quarto di litro di latte e amalgamate tutti questi ingredienti, servendovi di un cucchiaio di legno, fino ad avere un composto senza grumi, liscio e vellutato come una crema, e, senza troppo lavorare l'impasto, travasatelo in una teglia a bordi alti, avente una ventina di centimetri di diametro. Il lavoro dell'impasto si fa rapidamente: bastano al massimo tre o quattro minuti. La teglia va imburrata e poi spolverata di pane finemente grattato. Girate la teglia in tutti i versi, affinchè il pane copra bene le pareti della teglia e poi rovesciatela per far cadere il pane superfluo. Messo giù il composto, passate la teglia in forno piuttosto caldo e lasciate cuocere la torta per una, mezz'ora: forse meno che più. Non deve riuscire molto dura,,quindi estratela dal forno senza farla troppo prosciugare, e quando cioè constaterete al tatto che la pasta, pure essendo ben cotta, conserva una certa morbidezza. Sformate la torta su una griglia da pasticceria o su un largo setaccio e quando sarà fredda accomodatela in un piatto.
, 4 grammi di bicarbonato di soda e 4 grammi di cremore di tartaro. Diluite con un quarto di litro di latte e amalgamate tutti questi ingredienti
Secondo il Pasteur questa malattia è dovuta, senza eccezione, alla presenza di un parassita sotto forma di filamenti indivisi sottilissimi, di variabile lunghezza, simile al fermento lattico, che invadono il vino il quale allora si intorbida, diventa di sapore sgradevole e, conservato nelle botti, si fa debole per perdita di alcool, divora, come suol dirsi, il tartaro delle medesime (che si cambia in carbonato di potassa) e si fa bleu per alterazione delle sostanze coloranti e del tannino.
, si fa debole per perdita di alcool, divora, come suol dirsi, il tartaro delle medesime (che si cambia in carbonato di potassa) e si fa bleu per
5° Amarezza del vino; vino amaro a gusto di vecchio. È malattia propria di tutti i vini rossi e fini, quando vanno invecchiando. È attribuita dal Pasteur ad un fermento speciale filamentoso, ramoso, articolato, rivestito o no di materia colorante che lo deforma. Questo fermento attaccherebbe e distruggerebbe prima i principii zuccherini del vino, quindi la sostanza colorante ed il cremor di tartaro, riducendolo imbevibile. Il vino affetto da tal malattia si guarisce difficilmente.
distruggerebbe prima i principii zuccherini del vino, quindi la sostanza colorante ed il cremor di tartaro, riducendolo imbevibile. Il vino affetto da tal
h) Gessamento del vino (Plâtrage). Allo scopo di potere ottenere da uve malsane del vino conservabile, si usa talora di prepararlo ingessando il mosto; come pure si usa di gessare il vino nell'intento di ravvivarne il colore, di spogliarlo di un eccesso di cremor di tartaro, di renderlo meno suscettibile delle alterazioni derivanti da trasporti, ecc.
mosto; come pure si usa di gessare il vino nell'intento di ravvivarne il colore, di spogliarlo di un eccesso di cremor di tartaro, di renderlo meno
In seguito all'ingessamento, il vino, è ormai provato, diventa nocivo per chi ne usa a lungo. Difatto il bitartrato di potassa, uno dei sali utili e caratteristici del vino, è decomposto dal gesso, con formazione di solfato di potassio, che resta sciolto nel vino, e di tartrato di calce che si precipita; il fosfato di potassio pure, un altro sale normale del vino, è ugualmente scomposto dal gesso; cosi che la natura del vino resta profondamente modificata, sostituendosi al cremor di tartaro ed al fosfato di potassio un sale lassativo, quale è il solfato di potassio.
modificata, sostituendosi al cremor di tartaro ed al fosfato di potassio un sale lassativo, quale è il solfato di potassio.
Prendete un uovo intero e 2 torli e sbatteteli bene con 100 grammi di burro, strutto a bagnomaria. Poi aggiungetevi 300 grammi di farina finissima e 2 decilitri di latte (Vedi nota a pag. 14), versandovelo a poco a poco. Lavorate bene il composto per mezz'ora almeno, poi uniteci una presa di sale, l'odore di scorza di limone, 20 grammi di candito a pezzettini e 80 grammi di zucchero. In ultimo aggiungetevi un cucchiaino di bicarbonato di soda, 10 grammi di cremor di tartaro e 80 grammi d'uva sultanina.
, 10 grammi di cremor di tartaro e 80 grammi d'uva sultanina.
Pani di anici di Santa Maria delle miniere. Questa specie di ciambella deve all'impiego che si fa del sotto carbonato di potassa liquida la superiorità che acquistò a preferenza di altri fabbricati in molti altri paesi di Francia. Eccone la ricetta, che fu tenuta fino ad ora secreta. Si piglia: Farina bianca di prima qualità 500 grammi; zucchero bianco in polvere 500 dti.; semi d'anice verde interi 60 dti.; quattro albumi e due tuorli d'uovo. Aggiungete un cucchiaio da caffè di olio di tartaro (cioè di sotto carbonato di potassa liquida); impastate ben bene, quindi date ai pani una forma bizzarra, lasciandoli ancora dodici o ventiquattr'ore sul forno innanzi di cuocerli.
. Aggiungete un cucchiaio da caffè di olio di tartaro (cioè di sotto carbonato di potassa liquida); impastate ben bene, quindi date ai pani una forma
Chi si trova in agiata condizione cerchi nell'inverno i climi miti e se ad onta di ciò persiste il catarro, beva un decotto di foglie di senna, fiori di sambuco, finocchio, anice e cremor di tartaro puro (1 cucchiaio pieno bollito in una tazza d'acqua). Nella peggiore poi delle ipotesi guardi il letto.
di sambuco, finocchio, anice e cremor di tartaro puro (1 cucchiaio pieno bollito in una tazza d'acqua). Nella peggiore poi delle ipotesi guardi il
Si pone in un recipiente un chilog. di zucchero grasso col sugo di 4 limoni, vi si unisce litri 3 1/2 acqua pura bollente, e litri 3 1/2 pure fredda; si mescola bene, dopo vi si unisce grammi 2 1/2 di bicarbonato e grammi 2 1/2 d'acido tartaro in polvere, si agita poi bene il tutto, affinchè si sciolga, si passa ad un panno il liquido, che si imbottiglierà, avendo cura di assicurarne bene i turaccioli, poichè dopo qualche giorno, e principalmente d'estate la birra fermentandosi sarà facile che ne esca inavvertitamente. Qualora poi la stagione fosse ancora un po' fredda si potrà mettere le bottiglie in luogo caldo.
; si mescola bene, dopo vi si unisce grammi 2 1/2 di bicarbonato e grammi 2 1/2 d'acido tartaro in polvere, si agita poi bene il tutto, affinchè si
Le macchie di ruggine sopra stoffe bianche si levano strofinandole con una mistura di cremor di tartaro, con dell'acido ossalico e con acetosella; sulle stoffe colorate, invece, con acido muriatico allungato con acqua.
Le macchie di ruggine sopra stoffe bianche si levano strofinandole con una mistura di cremor di tartaro, con dell'acido ossalico e con acetosella
Pel colore di cocciniglia, che meglio dell'alkermes serve a tingere paste, gelatine ecc., si prendono 15 grammi di cocciniglia, 15 grammi di potassa, 15 grammi d'allume preparato e 30 grammi di cremor tartaro, ciascuno per sè ridotto a finissima polvere, indi tutti uniti pestati in un mortaio, stemperandoli poi con precauzione in 1/2 litro d'acqua bollente, badando che non trabocchi (a ciò servendosi d'una pentola piuttosto grande). Levato lestamente dal fuoco si passa il liquido oltre un lino sopra 20 deca di zucchero in polvere. Tosto che lo zucchero sia sciolto lo si fa sobbollire. Si salva questo liquore in fiaschette ben turate e sigillate.
, 15 grammi d'allume preparato e 30 grammi di cremor tartaro, ciascuno per sè ridotto a finissima polvere, indi tutti uniti pestati in un mortaio
Succhi crudi al cremor-tartaro. Stemperati che siano 4 deca di cremor-tartaro purificato (da trovarsi in farmacia) in 2 litri di fresca acqua potabile, questa si versa sopra 3 litri di fragole bene pigiate, lamponi od uva ribes, mescolandole bene e lasciandole poi 24 ore in riposo. Si fa di poi colare il succo oltre un lino fitto od attraverso una flanella stesa e si prendono per ogni 1/2 litro di succo 56 deca del più raffinato zucchero mescolandovelo fino a che sia perfettamente disciolto e ben amalgamato. Divenuto chiaro, si versa il succo crudo in piccole bottigliette, che chiuse con una mussolina si serbano in sito fresco e riparato dal gelo.
Succhi crudi al cremor-tartaro. Stemperati che siano 4 deca di cremor-tartaro purificato (da trovarsi in farmacia) in 2 litri di fresca acqua
Pasta fatta con bicarbonato di soda e cremor tartaro in luogo di lievito. Si mescolano 5 grammi di bicarbonato di soda e 10 grammi di cremor tartaro 1) per ogni 24 deca di fior di farina, si passa questa per lo staccio, e s'impasta in ultimo assai leggermente l'occorrente quantità cogli altri ingredienti d'una solita pasta al lievito, affatto freddi e già prima frullati o tramenati; non si deve però aggiungervi del sale. La si termina sollecitamente senza tramenarla più tempo di quello che richiede l'esatto impasto della farina e la si mette tosto su lamiera o forma nel forno caldo, giacchè la pasta si alza nel calore.
Pasta fatta con bicarbonato di soda e cremor tartaro in luogo di lievito. Si mescolano 5 grammi di bicarbonato di soda e 10 grammi di cremor tartaro
Mettete sulla spianatoja 280 gr. di farina, incorporatevi 70 gr. di burro sciolto, 70 gr. di zucchero, 1 uovo intero, circa 1/5 di litro di latte crudo, la scorza trita finissima" d'un limone, 30 gr. di cremore di tartaro e 12 gr. di bicarbonato di socia. Lavorate la pasta in fretta, tirate una sfoglia di l/2 cent, d'altezza, tagliatela in tanti dischi di 4-5 cent, di diametro, disponete sulla metà di questi dischi dei pezzi di marmellata densa e non fresca, grossi come belle nocciuole, copritela cogli altri dischi, premete l'orlo colle dita, ritagliate i pasticcini con un altro cerchiello un po' più piccolo del primo, lasciateli riposare un'ora, friggeteli adagio, spolverizzateli di zucchero.
crudo, la scorza trita finissima" d'un limone, 30 gr. di cremore di tartaro e 12 gr. di bicarbonato di socia. Lavorate la pasta in fretta, tirate una
Se non volete valervi delle polveri che si trovano in commercio e che si vendono in scatole, in bottigliette e in cartine, potete prepararvi un buon lievito mescolando bene 15 parti di cremore di tartaro e 5 di bicarbonato di soda, oppure 15 di cremore e 7 di soda. Conservate il lievito in vasetti di vetro ben chiusi e in luogo asciutto.
lievito mescolando bene 15 parti di cremore di tartaro e 5 di bicarbonato di soda, oppure 15 di cremore e 7 di soda. Conservate il lievito in vasetti
N.° 1. Biscotto semplice. Ingredienti: Uova 4, burro gr. 100, zucchero gr. 120, farina gr. 300, mezzo bicchiere di latte, un bicchierino di rhum, 15 gr. di cremore di tartaro e 5 gr. di bicarbonato di soda.
gr. di cremore di tartaro e 5 gr. di bicarbonato di soda.
N.° 4. Colla panna e il burro sciolto. Uova 4, burro gr. 100, zucchero gr. 120, farina gr. 200, 2 bicchieri piccoli di panna tiepida, 6 gr. di bicarbonato di soda e 12 gr. di cremore di tartaro, vaniglina. Dimenate lo zucchero coi tuorli delle uova finchè il composto è schiumoso, aggiungetevi a goccia a goccia il burro sciolto, tramenando sempre poi la farina passata tre volte allo staccio colla polverina, la panna, la vaniglina e finalmente gli albumi a neve.
bicarbonato di soda e 12 gr. di cremore di tartaro, vaniglina. Dimenate lo zucchero coi tuorli delle uova finchè il composto è schiumoso, aggiungetevi a
— La cocciniglia deriva dalla femmina d'un insetto che vive sul Cactus opuntia e che appositamente si coltiva in parecchie regioni calde. Il colore si prepara chimicamente. Se volete procurarvene una provvista per uso di famiglia, cioè per dare una bella tinta ai liquori, alle gelatine, a certi dolci ecc. ecc., pestate nel mortaio 10 gr. di cocciniglia, 10 gr. di potassa, 12 gr. di allume usto, e 20 gr. di cremore di tartaro, ciascuna specie a parte. Fate bollire 2/5 di litro d'acqua, versatevi gl'ingredienti, lasciateli sobbollire, ritirate dal fuoco il composto, passatelo dallo staccio di velo, unitevi dello zucchero pesto, circa 150 gr., rimettetelo al fuoco ; quando ha sobbollito un momento e che lo zucchero è sciolto riponetelo in bottiglie. CAPITOLO TRENTESIMOTTAVO
dolci ecc. ecc., pestate nel mortaio 10 gr. di cocciniglia, 10 gr. di potassa, 12 gr. di allume usto, e 20 gr. di cremore di tartaro, ciascuna specie a
Fate bollire in un bicchiero d'acqua un cucchiajo da caffè di vera coccioniglia, un pizzico di cremor di tartaro, un pizzico d'allume polverizzato; lasciate depositare fuori fuoco, travasate pian piano e mettetelo in un'ampolla. Questo colore si conserva lungo tempo.
Fate bollire in un bicchiero d'acqua un cucchiajo da caffè di vera coccioniglia, un pizzico di cremor di tartaro, un pizzico d'allume polverizzato